A novembre, dopo il calo di ottobre, l’export registra un nuovo rialzo congiunturale, sostenuto da entrambe le principali aree di sbocco (Ue e extra Ue) e spiegato per oltre la metà dall’aumento delle esportazioni di beni intermedi.

I dati Istat sul Commercio con l’Estero pubblicati questa mattina evidenziano a novembre un’intensa crescita congiunturale delle esportazioni (+4,0%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento delle vendite sia verso l’area Ue (+4,8%), di maggiore entità, sia verso i mercati extra Ue (+3,2%).

Nel trimestre settembre-novembre 2020, rispetto al precedente, l’export aumenta del 7,6%; a contribuire, per circa 6 punti percentuali, è il forte incremento delle vendite di beni strumentali e beni intermedi verso entrambi i principali mercati di sbocco, Ue ed extra Ue.

Anche su base annua, l’export torna a crescere (+1,1%, da -8,4% a ottobre) trainato dall’incremento delle vendite verso i mercati extra Ue (+2,0%) mentre quello verso l’area Ue è contenuto (+0,3%). L’aumento dell’export di metalli, auto e macchinari – la metà verso Germania (+8,6%), Cina (+34,9%) e Svizzera (+12,8%) – contribuisce per oltre 3 punti percentuali all’incremento tendenziale complessivo. Seguono Stati Uniti (+4,7%) e Regno Unito (+7,5%), mentre si segnalano in diminuizione le vendite verso Paesi OPEC (-20,9%), Francia (-2,6%) e Giappone (-13,3%).

Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+15,3%), autoveicoli (+26,9%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,7%), sostanze e prodotti chimici (+6,2%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+2,1%) e apparecchi elettrici (+6,5%). In calo su base annua prodotti petroliferi raffinati (-51,6%), articoli di abbigliamento, anche in pelle e pelliccia (-17,9%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-12,3%).

L’import segna un aumento sia su base mensile (+3,3%) che trimestrale (+6,3%) in entrambi i mercati, Ue ed extra Ue, dovuto principamente ai maggiori acquisti di beni strumentali.

La sua contrazione tendenziale si ridimensiona notevolmente, segnando una flessione in marcata attenuazione (-3,2%, era -8,2% a ottobre), sintesi del calo degli acquisti da entrambi i mercati, più ampio dall’area extra Ue (-5,9%) rispetto all’area Ue (-1,3%).

A novembre 2020 si stima che il saldo commerciale aumenti di 1.568 milioni di euro (da +5.198 milioni a novembre 2019 a +6.766 milioni a novembre 2020). Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +8.401 milioni di euro (era +7.850 milioni a novembre 2019).

Per quanto riguarda i prezzi all’import, l’aumento congiunturale dello 0,3% a novembre è dovuto soprattutto al rialzo dei prezzi dei prodotti energetici, più marcato nell’Area non euro, e dei beni intermedi; su base annua, invece, si rileva una lieve accentuazione della flessione (-5,2%, era -5,0% a ottobre).

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

Infografica: Morvarid Mahmoodabadi

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