Oggi abbiamo il piacere di intervistare Anton Seeber che, dal giugno 2016, è alla guida del Gruppo Leitner ovvero l’unico fornitore al mondo in grado di offrire tutta la tecnologia invernale completa: dagli impianti a fune ai veicoli per la preparazione delle piste fino agli impianti per l’innevamento tecnico. L’azienda fattura oltre 700 milioni di euro ogni anno di cui ben l’85/90% arriva dall’estero ma, nonostante la presenza del Gruppo sui mercati internazionali sia capillare, l’intenzione è quella di espandersi ulteriormente a Oriente e nell’area Latinoamericana.

Ci racconti brevemente la storia della sua Azienda

L’azienda, fondata da Gabriel Leitner, nasce nel 1888 a Vipiteno in Alto Adige e, nei primi anni di attività, si specializza nella costruzione di macchine agricole, funivie per il trasporto di materiali, turbine idrauliche e macchine per segherie. Già nel 1908 Leitner partecipa alla realizzazione della funivia del Colle (Bolzano), il primo impianto a fune per il trasporto di persone dell’Europa centrale. Ma è nel secondo Dopoguerra che, con lo sviluppo sulle Alpi del turismo invernale, Leitner si concentra sempre di più sulle tecnologie invernali. Nel 1947 a Corvara in Val Badia realizza la prima seggiovia. Poi negli anni a seguire si interrompe la produzione di macchinari agricoli, sostituiti dai veicoli per la preparazione delle piste. Si apre l’era dei “gatti della neve”. Nei primi anni Novanta, mio padre Michael Seeber, imprenditore edile nato e cresciuto a Vipiteno, rileva la maggioranza delle quote Leitner e da quel momento l’azienda intraprende un sentiero pieno di soddisfazioni e successi che hanno caratterizzato gli ultimi 25 anni di attività aziendale. Accanto alle tecnologie invernali che vanno dagli impianti a fune, ai battipista, fino agli impianti per l’innevamento programmato, il Gruppo Leitner quest’oggi è sempre più impegnato anche nel settore degli impianti a fune in contesto urbano e, dal 2003, anche nel settore dei generatori eolici classe Megawatt. Il Gruppo fattura oltre 700 milioni di euro l’anno e può contare su più di 3000 collaboratori sparsi nelle oltre 60 filiali presenti in giro per il mondo.

Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della sua Azienda sul mercato attuale?

Sicuramente l’internazionalizzazione, che ci ha portato a garantire una presenza dei nostri impianti in tutto il mondo anche grazie ad una serie di acquisizioni di aziende del settore. In secondo luogo poi vi è la diversificazione dei prodotti. E in questo contesto si inserisce soprattutto il forte e costante processo di innovazione che permea il nostro Gruppo, come per esempio l’applicazione delle funivie al contesto urbano, lo sviluppo dei veicoli cingolati (impiegati non solamente sulla neve) e infine gli impianti eolici, scaturiti dallo sviluppo interno alla nostra azienda del sistema di azionamento diretto che quest’oggi costituisce il cuore tecnologico sia degli impianti a fune che dei nostri generatori eolici.

In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la sua azienda?

Una scelta assolutamente dovuta. Il mercato delle tecnologie invernali è piuttosto limitato e quindi è stato inevitabile aprirsi ai mercati internazionali e guardare fuori dai confini nazionali.

Quale metodologia di ingresso ha adottato per fare business all’estero ed in quali mercati siete oggi presenti?

Siamo presenti con stabilimenti in ben 9 Paesi (Italia, Francia, Germania, Austria, Slovacchia, Stati Uniti, Canada, Cina ed India) e al contempo abbiamo filiali sparse un po’ ovunque. Puntiamo su prodotti di qualità, su una tecnologia che sa innovarsi di anno in anno, mantenendo altissimi requisiti di sicurezza e qualità.

Qual è il “peso” delle attività internazionali oggi sul suo business?

Oramai da anni ci si muove su una percentuale di export tra l’85 e il 90%.

Nel vostro percorso di espansione all’estero siete stati supportati da strutture pubbliche e/o da società di consulenza private?

Non sono mancate collaborazioni di questo genere, sebbene buona parte di questa nostra attività si sia sviluppata a seguito di iniziative condotte in prima persona da noi stessi in stretta collaborazione con i nostri partner esteri o con le aziende estere che abbiamo acquisito negli anni.

Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

Ogni Paese ha le sue caratteristiche, ci sono realtà dove la burocrazia è un vero e proprio ostacolo, altre dove è la lingua a costituire un grande problema. È certo comunque che in ogni caso la cosa importante è potersi avvalere, nei diversi Paesi, di personale o partner in grado di conoscere, capire e fare fronte alle diverse difficoltà locali che si possono incontrare.

Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?

Come detto siamo già presenti in molti Paesi, comunque si guarda con sempre maggior interesse verso Oriente, dove vi sono grandi potenzialità. Sul fronte del trasporto urbano inoltre il Centro e il Sudamerica vantano un grande potenziale. Devo comunque ammettere che ancora oggi il mercato alpino costituisce per noi il mercato di riferimento.

Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?

Il mondo è diventato estremamente piccolo e si muove sempre più velocemente. Se si vogliono affrontare nuove sfide in Paesi nuovi si deve essere pronti a cambiare, innovarsi continuamente, avendo la capacità di adattarsi alle nuove condizioni in cui ci si imbatte, massimizzando in tal modo le possibilità di successo delle proprie attività imprenditoriali.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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