Bjull è la prima community che mette in contatto diretto le piccole aziende agricole e gli hobby farmer con tutti coloro che cercano prodotti tipici del territorio italiano. Oggi abbiamo il piacere di ospitare il contributo di Sally Semeria, co-founder della società, che ha avuto il coraggio di rinunciare ad un posto da manager a tempo indeterminato (responsabile vendite Italia di Airbnb) per coltivare il suo sogno e fondare la sua startup. Il valore aggiunto di usare Bjull non è rappresentato solo dal fatto di poter acquistare frutta e verdura a chilometro zero ma anche di riceverla direttamente dalle mani di chi l’ha coltivata e raccolta.

Da dove nasce l’idea di Bjull?

Bjull nasce dalla storia della mia famiglia, mio padre é infatti un piccolo produttore ligure di frutta, verdura e olio evo. Ogni anno ci trovavamo con eccedenze di prodotto, o magari completamente sprovvisti di un’altro e mi sono chiesta come si potesse combattere lo spreco e condividere il prodotto con chi invece lo potesse apprezzare sul serio. Ma nasce anche dall’esperienza del mio percorso lavorativo, iniziato in un’azienda di vendita di prodotti food italiani e proseguito in Airbnb dove sono stata per 2 anni la responsabile vendite del mercato Italia. Bjull può essere definito l’Airbnb dell’orto, dove il letto viene sostituito da frutta e verdura fresca. Il nome di Bjull nasce da un cane che in una notte di temporale ha soccorso il gatto di casa e l’ha riportato alla base sano e salvo. Io e il mio co-founder Francesco Grandazzi ci siamo detti che il segugio avrebbe indicato la strada giusta anche per trovare frutta e verdura local.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Nel team siamo in 2, io mi occupo di pr e dell’immagine di Bjull. Insieme a me Francesco Grandazzi, MarCom plan, si occupa della crescita del portale e dello sviluppo del progetto.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

In Italia i finanziamenti alle startup latitano da sempre più che in altri Paesi, basta vedere il recente confronto con la “cugina” Francia dove sono stati raccolti 24 milioni di finanziamenti in appena una settimana. La burocrazia é il più grande ostacolo a tutto, lo riscontrano professionisti e commercianti, che hanno già fatto un percorso prestabilito. Se parliamo di una startup la difficoltà é senza dubbio amplificata proprio per la mancanza di regole già stabilite.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Guardiamo con molto interesse al mercato nordamericano, per più ragioni: la prima, ogni casa possiede un pezzo di terra, e l’espansione del progetto potrebbe realizzarsi ad una velocità incredibile negli States. Secondo, i finanziamenti e l’apertura mentale verso il mondo delle startup. Ma troviamo anche molto interessante come sia cambiato negli anni il loro approccio al food, basta vedere il recente lavoro di Michelle Obama contro l’obesità infantile: stanno seguendo la giusta direzione!

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

Se si trovano gli incubatori giusti sicuramente c’é la possibilità di avanzare molto, sopratutto in termini di sviluppo del prodotto o della piattaforma. Ciò che manca agli incubatori secondo me é la visione a lungo termine, anche in chiave di sviluppo di contatti. Al momento non abbiamo in programma di partecipare a selezioni per incubatori italiani.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Gli consiglierei di guardare in una chiave globale e di riflettere sulla replicabilità della loro idea. Questa secondo me è la vera chiave per avere un buon prodotto.

Obiettivi per il futuro…

Il nostro obiettivo resta ancora con uno sguardo agli States, lavoriamo nella direzione di un’espansione di questo tipo e nel frattempo con la collaborazione dei nostri bjuller (i nostri iscritti) programmiamo sul territorio eventi per la stagione primaverile ed il risveglio degli orti.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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