Irinox, il Made in Italy del freddo rapido presente in 90 diversi Paesi

Irinox, il Made in Italy del freddo rapido presente in 90 diversi Paesi

27 Settembre 2017 Categoria: Un'Italia da Export

Irinox è un’azienda trevigiana specializzata nella produzione di quadri elettrici ed abbattitori rapidi di temperatura, considerata una dei leader di mercato in questo settore ed in grado di esportare i propri prodotti in ben 90 Paesi. Con Luca Gennai, Chief Sales & Marketing Director di Irinox, abbiamo parlato nel dettaglio del successo di quest’eccellenza sui mercati internazionali…

Ci racconti brevemente la storia di Irinox…

La nostra è un’azienda nata da imprenditori con un’idea, una visione pionieristica ed una naturale predisposizione all’innovazione. Irinox nasce nel 1989 a Corbanese, in provincia di Treviso, Italia. Un percorso di oltre 25 anni fatto di successi e di innovazioni che hanno permesso ad Irinox di diventare l’azienda specializzata nella produzione di abbattitori rapidi di temperatura e di sistemi di conservazione di alta qualità per il settore professionale e domestico e di quadri elettrici in acciaio inox. La costante attenzione ad anticipare le esigenze di un mercato altamente specializzato ci ha portato ad innovare la propria gamma prodotti, consentendoci di divenire il punto di riferimento per le innovazioni tecnologiche e di introdurre i concetti di freddo rapido e freschezza degli alimenti nel mondo della ristorazione, della pasticcieria, della panificazione, della gelateria e nell’ambito domestico. Allo stesso modo abbiamo ripensato continuamente a nuove soluzioni per la progettazione e realizzazione di quadri elettrici su misura in quei settori in cui qualità, igiene e durata costante nel tempo sono requisiti fondamentali.

Il gruppo ha continuato ad evolversi costantemente in più di 25 anni di presenza sul mercato, ottenendo risultati importanti:

• più di 50.000 impianti installati con successo in tutto il mondo;
• più di 280 collaboratori che contribuiscono quotidianamente al successo di Irinox;
• 3 sedi produttive per un totale di 15.000 m2 in provincia di Treviso, Italia;
• 1 filiale commerciale Irinox Usa (Boston);
• premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali come il “Kitchen Innovation” per 2 anni di seguito (2009, 2010) a Chicago e 2 medaglie d’Oro dall’Accademia Maestri Pasticceri Italiani e una segnalazione al Compasso d’Oro per Freddy, il primo abbattitore di temperatura domestico.

Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della sua azienda sul mercato attuale?

Sicuramente la capacità dell’azienda di fornire al mercato prodotti e servizi che soddisfano le aspettative anche dei clienti più esigenti. Una rete vendita ben formata, un network distributivo consolidato e fidato negli anni e la costante capacità di rinnovare il proprio modello di business. Questi i principali elementi che ci hanno portati al successo.

In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la sua azienda?

Irinox da questo punto di vista ha sempre avuto una forte vocazione allo sviluppo del business nei mercati esteri, anche ben prima che iniziasse la crisi. Per quello che ci riguarda è sempre stata una scelta. Durante la crisi che hanno avuto determinati mercati, in particolare quello italiano, il fatto di sviluppare una buona parte del proprio fatturato all’estero ci ha permesso di superare il momento economico difficile. Operare all’estero per necessità e non per strategia non consente all’azienda di crescere in maniera strutturata nei mercati esteri nel medio e lungo periodo, ma solo di cogliere delle opportunità occasionali.

Quale metodologia di ingresso ha adottato per fare business all’estero ed in quali mercati siete oggi presenti?

Oggi siamo in quasi 90 Paesi nel mondo, è doveroso fare una premessa: fare export per la nostra azienda non vuol dire semplicemente vendere i nostri prodotti in un determinato Paese, ma significa penetrare ogni mercato in base alle effettive potenzialità dello stesso ed essere capaci di costruire valore di brand ed un network capillare. Quindi il segreto di Irinox è vivere i propri Paesi core come fosse l’Italia ovvero il Paese d’origine dell’azienda. Per noi un’azienda internazionale è quella che non divide più il proprio conto economico tra Italia ed estero ma al massimo raggruppa le aree geografiche per macro aree ad esempio, l’Italia fa parte dell’Europa e non è una realtà a sé stante.

Qual è il “peso” delle attività internazionali oggi sul suo business?

Irinox racchiude tre business units ed ognuna di esse ha una percentuale di attività rivolte ai mercati internazionali diversa, più vocata all’internazionalizzazione la divisione Irinox Professional le cui attività sono prevalentemente dedicate all’estero.

Nel vostro percorso di espansione all’ estero siete stati supportati da strutture pubbliche e/o da società di consulenza private?

La nostra azienda si avvale anche di collaborazioni o consulenze esterne, ma queste non sono mai state focalizzate sullo sviluppo dell’export. Le strategie di sviluppo internazionale sono sempre state condivise fra consiglio di amministrazione e management aziendale.

Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

Veniamo da un Paese iperburocratizzato, quindi quando si va all’estero siamo piuttosto allenati in tal senso. Le difficoltà che spesso dobbiamo superare nascono da alcuni Paesi che nonostante un mercato libero ed aperto cercano in maniera più o meno lecita di proteggere i produttori locali con l’introduzione di dazi doganali, in alcuni casi particolarmente onerosi, o la richiesta di certificazioni sempre più specifiche per ogni Paese.

Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?

Irinox da tempo sviluppa il proprio business attraverso logiche di Lean Sales, pertanto la sfida del futuro sarà quella di replicare su più Paesi possibili i propri business model collaudati e standardizzati.

Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?

Il primo consiglio è di approcciare l’estero in modo strutturato ed organizzato e qualora l’imprenditore non abbia specifiche competenze di farsi aiutare da manager preparati.
In secondo luogo, all’estero la dimensione è importante, quindi non dobbiamo essere gelosi del proprio business e territorio, ma di valutare anche alleanze strategiche con altre aziende per condividere investimenti e rendere più efficace la propria strategia.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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