La Papua Nuova Guinea è un Paese sul quale non si hanno moltissime informazioni, scopriamolo insieme nel nostro Focus Paese.

Non in molti sanno che la Papua Nuova Guinea non può essere semplicemente definita come un piccolo Paese sperduto nel Sud dell’Oceano Pacifico innanzitutto perché possiede un’estensione territoriale di poco inferiore a quella della Spagna, anche se conta su una popolazione notevolmente più ridotta (7 milioni contro 49 milioni di residenti).

Questo dato è spiegabile sulla base della stessa conformazione geografica nazionale dal momento che lo stato si trova nella penisola di Papua ed una larga parte del territorio, circa i ¾, è costituito da foresta pluviale.

La nazione è formata dalla parte orientale dell’isola della Nuova Guinea e da una serie di isole appartenenti all’arcipelago di Bismarck e fa parte della cosiddetta “Oceania vicina”, una regione del sud-ovest dell’Oceano Pacifico che si trova a nord dell’Australia e che confina ad ovest con l’Indonesia.

La costa nazionale è frastagliatissima e presenta un gran numero di golfi, stretti ed insenature e proprio lungo le coste si concentrano le principali pianure.

Il Paese comunque è principalmente montano e possiede un’estesa catena montuosa che occupa quasi l’intera parte centrale del territorio in cui spicca il Monte Wilhelm (4.509 metri).

Proprio per la sua particolare morfologia il Paese è una meta turistica assai ambita dai viaggiatori più avventurosi desiderosi di scoprire questa terra selvaggia ed incontaminata.

L’industria del turismo è tuttavia ancora poco sviluppata se si considera la vastissima offerta naturalistica di cui il Paese dispone in un’ambiente che spazia da ampie paludi a meravigliose rocce calcaree ed in cui si può riscontrare la presenza di alcune bellissime specie, da piccoli canguri ad enormi farfalle.

Economia

A livello politico la Papua Nuova Guinea detta anche Papuasia è uno Stato relativamente giovane, divenuto indipendente nell’ambito del Commonwealth il 16 settembre 1975. La capitale è Port Moresby e lì vivono meno di 400mila abitanti.

Oggi comunque lo Stato è ritenuto il più povero dell’Oceania (reddito pro capite annuo: 3500 dollari) e l’economia del Paese è basata sull’export di prodotti agricoli (caffè, cacao e olio di palma), legname e prodotti minerari (oro e rame).

Le esportazioni estere del Paese sono molto superiori alle importazioni tanto che nel 2016 il surplus commerciale generato è stato superiore ai 6 miliardi di dollari su un export complessivo di circa $ 8 miliardi.

In questo senso però l’economia risulta essere piuttosto fragile e molto condizionata dal valore di oro e rame e sarebbe quindi bene che il Paese riuscisse a diversificare almeno un po’ le fonti di produzione di ricchezza.

Per raggiungere quest’obiettivo le istituzioni hanno cercato di potenziare il settore turistico, ottenendo dei risultati contrastanti: la creazione di alcune “oasi turistiche” in un contesto sociale tutt’altro che semplice ha infatti generato alcune situazioni poco gestibili contribuendo a rendere l’attività turistica poco sicura.

Effettivamente la qualità della vita in Papuasia è di scarso livello (circa una persona su tre vive al di sotto della soglia di povertà) e va inoltre rilevato che la speranza di vita è pari a 67,2 anni, il tasso di alfabetizzazione è fermo al 64,2% e quasi 1 adulto su 100 di età compresa fra i 15 ed i 49 anni è affetto da HIV.

Rapporti con l’Italia

La Papua Nuova Guinea non è certamente il miglior Paese al mondo per fare business e ciò è confermato dal fatto che esso occupi il 119esimo posto su 190 Stati nella classifica redatta dalla Banca Mondiale “Doing Business 2017”.

Questa posizione è fortemente influenzata dal basso indice di libertà economica e dall’elevato tasso di corruzione che affliggono il Paese e che inevitabilmente frenano gli investitori internazionali.

L’export italiano in Papua Nuova Guinea nel 2016 si è attestato su una cifra irrisoria (20,7 milioni di euro) anche se in netto miglioramento (+67,3%) rispetto all’anno precedente.

La stragrande maggioranza dei prodotti italiani acquistati dalla Papua Nuova Guinea rientrano nella categoria della meccanica strumentale (89%) mentre il 5% degli acquisti dall’Italia è rappresentato da mezzi di trasporto.

Oggi comunque investire nel Paese significa assumersi dei rischi che sembrano molto più elevati delle opportunità e, per questa ragione, sembra difficile che la situazione possa migliorare in misura significativa nel breve periodo.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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