Belgio: ecco come investire nel cuore dell’UE

Belgio: ecco come investire nel cuore dell’UE

19 Marzo 2018 Categoria: Focus Paese Paese:  Belgio

Situato al centro dell’Europa e fortemente orientato all’innovazione. Queste in estrema sintesi le caratteristiche peculiari del Belgio, uno stato che sebbene non abbia recentemente registrato picchi di crescita esaltanti (nell’ultimo triennio il PIL in media è cresciuto dell’+1,4%) riesce ad assicurare una buona qualità ai propri cittadini e delle ottime opportunità d’investimento agli imprenditori stranieri.

La più naturale associazione che sorge quando si parla del Belgio è quella con l’Unione Europea dal momento che Bruxelles è considerata la capitale dell’Ue ed ospita varie istituzioni, tra cui la Commissione europea, il Consiglio dell’Unione europea, il Parlamento europeo e l’headquarter della NATO.

Spesso tuttavia viene trascurata la struttura peculiare del Paese che è uno stato federale suddiviso in tre regioni sostanzialmente autonome - Fiandre, Vallonia e Bruxelles - e che dispone di tre differenti comunità linguistiche – fiamminga, francese e germanofona.

Ogni regione possiede alcune specifiche caratteristiche. La Vallonia, ad esempio, offre un ambiente orientato ad agevolare la collaborazione fra mondo imprenditoriale e ricerca e per questo il governo vallone ha creato sei poli competitività: Biowin (bioscienze), Skywin (aerospaziale e aeronautica), Wagralim (agroindustria), Logistics in Wallonia (trasporti e logistica), Mecatech (ingegneria meccanica) e Greenwin (tecnologie ambientali).

La Vallonia, inoltre, rappresenta una delle regioni europee con la più alta quota di export pro-capite ed offre notevoli incentivi economici alle imprese che investono e creano posti di lavoro all’interno dei suoi confini.

Fra i settori che possono beneficiare degli incentivi si segnalano le attività di produzione o di trasformazione, le attività di commercio all’ingrosso, le attività di servizi alle imprese, biotecnologia, chimica, aeronautica e aerospaziale e nuovi materiali.

La Vallonia incoraggia poi le imprese a realizzare un programma di investimenti che abbia come obiettivo la protezione dell’ambiente o l’uso sostenibile dell’energia. Per poter accedere a questa tipologia di aiuti, l’impresa deve fare un investimento per un ammontare minimo di 25.000 euro. Infine si ricorda che in Vallonia si parla il fiammingo.

Le Fiandre, di lingua francese, invece sono note per essere l’area più sviluppata del Paese dal punto di vista economico anche perché dotate di infrastrutture valide a tutti i livelli: stradale, ferroviario e portuale ((Anversa è il secondo porto più importante del Vecchio Continente dopo Rotterdam).

Qui si concentra il maggior numero di imprese appartenenti ad una serie di settori fra cui tessile, taglio dei diamanti, petrolchimico e chimico, meccanica, elettronica ed automotive.

La terza ed ultima regione, quella di Bruxelles, è bilingue e si sviluppa intorno alla capitale del Paese nonché centro nevralgico dell’UE, luogo in cui i leader mondiali si riuniscono per prendere decisioni di rilevanza globale. Per comprendere il peso delle istituzioni internazionali sull’economia della città è sufficiente dire che esse generano circa il 15% della ricchezza complessivo prodotta da quest’area.

Lo stato è fortemente industrializzato e si fonda sul settore terziario, che pesa per circa il 70% nella formazione del PIL nazionale con particolare riferimento ad i settori della logistica, della finanza e delle assicurazioni. Il benessere economico è abbastanza diffuso (PIL pro capite sui 46.300 dollari annui) ed anche per questo si riscontra nel Paese una cospicua presenza imprenditoriale italiana.

In generale il Belgio sembra comunque agevolare il fare impresa come si legge anche nel rapporto elaborato dalla Banca Mondiale, Doing Business 2018, in cui il Paese pur posizionandosi al 52esimo posto a livello mondiale spicca nella variabile “facilità di avviare un business” per la quale occupa la 16esima posizione su 190 Paesi presi in considerazione.

Inoltre non bisogna dimenticare che con circa 306 miliardi di dollari di export, il Belgio è un Paese a forte trazione esportatrice ed ha saputo adattarsi alla crescente integrazione dei mercati riuscendo a trasformare la sua dinamica economia in uno dei mercati più aperti e concorrenziali al mondo.

Un altro aspetto molto positivo riguarda la qualità della forza lavoro belga che dimostra un elevato livello di produttività soprattutto nel comparto manifatturiero e che ha il notevole vantaggio di conoscere alla perfezione (in larghissima parte) sia l’inglese che il francese.

Rapporti con l’Italia

Sebbene i dati non siano ancora definitivi (disponibili ad oggi solo i primi 11 mesi dello scorso anno) il Belgio anche nel 2017 potrebbe confermarsi il settimo mercato di sbocco per le esportazioni italiane, anche se insidiato dall’ottima performance della Cina, con una previsione di oltre 13,5 miliardi spesi per acquistare prodotti Made in Italy.

Il Paese acquista dal Belpaese soprattutto prodotti farmaceutici, macchinari ed apparecchiature, autoveicoli e mezzi di trasporto, prodotti chimici, prodotti del food&beverage, articoli d’abbigliamento, articoli in gomma e materie plastiche, prodotti in metallo ed articoli in pelle. Inoltre il Made in Italy esercita un fascino non indifferente su alcuni specifici prodotti come olio d’oliva, paste alimentari, vini, calzature, mobili, valvolame e rubinetteria.

Fra i settori su cui investire nel prossimo futuro merita una menzione il settore delle biotecnologie, in cui negli ultimi anni, sono stati investiti fondi per oltre 1 miliardo di euro. In particolare nel Paese si sta verificando una vera e propria “rivoluzione verde” che intende soddisfare entro il 2020 il 13% del fabbisogno energetico nazionale attraverso fonti rinnovabili.

In conclusione è bene evidenziare che sono sempre più numerosi gli italiani che si trasferiscono a Bruxelles e dintorni anche perché il Belgio offre uno dei migliori standard per quel che riguarda la qualità delle vita nel Vecchio Continente.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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