Kibou, la startup ecologica fondata da un 19enne

Kibou, la startup ecologica fondata da un 19enne

01 Agosto 2018 Categoria: Un'Italia da Export

Con Marco Belluzzo, Founder di Kibou, abbiamo parlato del nuovo brand di t-shirt ecologiche Made in Italy che si rivolge prevalentemente ad un target di consumatori under 35.

Da dove nasce l’idea di Kibou?

Il mio progetto è maturato dallo studio di alcune materie che ho affrontato all’Istituto tecnico di chimica, materiali, biotecnologie e ambiente “Grazia Deledda” di Trieste. Dall’età di 17 anni le mie ricerche mi hanno portato a presentare la mia start up come tesina per l’esame di maturità. Ho impiegato due anni per concretizzare Kibou e a 19 anni ho deciso di mettermi in gioco: ho iniziato utilizzando il cotone biologico trattato senza pesticidi, i colori all’acqua per le stampe e trovando i fornitori giusti per la mia idea. La mia azienda rispetta l’ambiente in tutta la filiera, imballaggi, marketing e vestiario.

Il nome “Kibou” ci incuriosisce, qual è il suo significato?

“Kibou”, tradotto dal giapponese, significa “speranza”, in tutta la molteplicità di significati che questo termine può comprendere: esso infatti delinea la speranza come un’ideale di libertà, lungimiranza, dignità e audacia . La scelta del nome è stata molto difficile perché la mia intenzione era di trovare un nome significativo in cui qualunque persona interessata, potesse rintracciare il messaggio aziendale. Infine per il logo che identifica il brand abbiamo deciso di utilizzare un’aquila che simboleggia la perseveranza e le aspirazioni elevate.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

In questo momento mi occupo io dei principali problemi aziendali ma ho due collaboratori che mi aiutano sul marketing e sull’organizzazione di collaborazioni digitali. Le competenze più importanti riguardano proprio il marketing, attività nella quale investiamo più tempo, perché abbiamo un canale di vendita esclusivamente online ed una copertura a livello europeo.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

Le principali difficoltà sono di norma molto simili in tutte le startup che si lanciano in un nuovo progetto indipendentemente dal settore e dal Paese. Farsi conoscere dalle persone e acquisire una fiducia reciproca è molto importante ma per realizzare tutto ciò bisogna armarsi di pazienza e ogni giorno provare a raggiungere piccoli obbiettivi.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Il mercato più attrattivo per il nostro business è il Nord Europa: lì i consumatori sono più consapevoli ed attenti a temi come rispetto dell’ambiente e benessere della persona. In quest’area è anche più facile trovare investitori ma, ora come ora, la strada per entrare in questi mercati è ancora molto in salita.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

La vita da startupper è molto dura soprattutto agli inizi. Non è un impegno che può prendere chiunque, proprio per il fatto che devi essere motivato e determinato a realizzare questi progetti; bisogna partire dal presupposto che chi intraprende questa “avventura” non lo deve fare pensando esclusivamente a quanto l’investimento potrà essere una fonte di guadagno immediata. Chi sceglie di gettarsi in questo mondo lo deve fare per inseguire un sogno, un progetto e un messaggio ponderato. Quindi, nonostante i migliaia di problemi che ti affliggono ogni giorno, i soldi che non bastano mai e le tasse che devi pagare, bisogna rimanere sempre consapevoli dei sacrifici e del sudore che questo tipo di lavoro ti impone.

Obiettivi per il futuro…

Il nostro principale obbiettivo è di continuare la vendita online, realizzare collaborazioni digitali per farci conoscere e per trasmettere il nostro messaggio aziendale. Però un’altra aspirazione importante è di aumentare i prodotti presenti sul sito con tessuti ed idee innovativi e magari riuscire anche a portare alcuni prodotti in qualche negozio fisico.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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