Marocco, una nazione fra progresso e conservatorismo

Marocco, una nazione fra progresso e conservatorismo

10 Settembre 2018 Categoria: Focus Paese Paese:  Marocco

Nella parte settentrionale del Continente Nero c’è un Paese politicamente stabile, il Marocco, in cui si intravedono sempre più nitidamente una serie d’interessanti opportunità per le imprese italiane. Scopriamo insieme quelle da non lasciarsi scappare.

Economia

Il Marocco è la sesta principale economia del continente africano dopo Nigeria, Sud Africa, Egitto, Algeria e Sudan – pur contando su un numero più esiguo di abitanti rispetto a questi cinque stati – con una popolazione complessiva che sfiora i 34 milioni di abitanti, concentrati per il 60% nelle principali realtà urbane del Paese (Casablanca, Rabat, Fes, Marrakech, Tangeri).

Inoltre, contrariamente ai propri vicini, il Marocco ha la fortuna di poter contare su una relativa stabilità economica e politica, non essendo stato significativamente coinvolto nella “primavera araba” a differenza di Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto. Anche per questo l’economia di Rabat ha vissuto e continua a vivere una costante accelerazione del Pil che dura ormai da diversi anni: basti pensare che, in termini assoluti il Pil è quasi triplicato dal 1999 e quasi raddoppiato dal 2006 ad oggi.

Nel 2017 il Pil ha fatto registrare una progressione pari al 4,2%, ben 3 punti percentuali più elevata rispetto alla modesta crescita del 2016 (+1,2%) e sensibilmente più vicina a quella del 2015 (+4,6%). Per il 2018 invece la Banca Mondiale prevede un rallentamento della crescita marocchina che dovrebbe fermarsi poco al di sopra del 3%.

Va poi detto che nell’ultimo rapporto “Doing Business 2018” l’istituzione internazionale con sede a Washington ha declassato di una posizione Rabat collocandola al 69esimo posto su 190 Paesi per facilità di fare business. Si sottolinea tuttavia che il Marocco rimane comunque il primo Paese africano in questo speciale ranking seguito da Kenya, Botswana e Sud Africa – rispettivamente all’80esimo, 81esimo ed 82esimo posto.

Oltre metà (56%) della produzione di ricchezza del Paese dipende dal settore terziario ma comparto industriale (29,1%) ed agricoltura (14,8%) mantengono un ruolo importante per l’economia locale. In generale fra i principali settori per l’economia del Marocco spiccano automotive, produzione d’energia pulita, estrazione e lavorazione dei fosfati, lavorazione del pellame, edilizia, turismo, food processing e produzione di cereali, ortofrutta e prodotti ittici.

Comunque il principale fattore di debolezza per l’economia locale rimane il fatto che Rabat esporta beni di media o bassa complessità produttiva (quindi generalmente poco costosi) mentre tende ad importare molti che richiedono processi di lavorazione più onerosi dando così origine a consistenti deficit di bilancia commerciale che, nel 2017, è stato superiore a 20 miliardi di dollari.

Politica

Sono in molti a ritenere che la mancata esplosione del malcontento popolare in Marocco sia il frutto anche della storia d’indipendenza del Paese, colonia francese e spagnola fino al 1956. In tale occasione infatti Muhammad V, nonno dell’attuale re, si batté in prima persona per l’indipendenza del Paese fino a diventare un simbolo per tutta la popolazione marocchina. Inoltre i marocchini, a differenza delle altre popolazioni nordafricane, hanno conosciuto una serie di riforme politiche, economiche e sociali promosse dall’attuale sovrano, Muhammad VI, sul trono dal 1999, considerato da buona parte della popolazione come una garanzia di pace e stabilità in funzione anti-integralista.

Effettivamente Muhammad è molto amato dai suoi sudditi anche perché è riuscito a rendere il Marocco un Paese relativamente sicuro, oltre a farlo diventare la nazione più connessa del continente africano. La politica del sultano si muove lungo un sottile sentiero fra conservatorismo e riformismo che – soprattutto rispetto agli altri Paesi dell’area – riesce a celare alcune gravi violazioni in termini di diritti.

Nonostante ciò, a testimoniare il carattere tutto sommato progressista della monarchia costituzionale marocchina, vi è un recente consiglio dei ministri tenutosi lo scorso 20 agosto durante il quale sono state individuate le questioni prioritarie da affrontare nell’arco dei prossimi mesi. Fra queste spicca il processo di decentramento amministrativo – che vuole promuovere lo sviluppo economico del Paese garantendo una maggiore autonomia agli enti locali – e la riforma dell’istruzione, che intende istituire un nuovo modello formativo accessibile a tutti i cittadini.

Opportunità per il Made in Italy

Il Marocco oggi rappresenta il 41esimo mercato di destinazione dell’export italiano con l’import di beni italiani che nel 2017 ha sfiorato 1,9 miliardi di euro (+17,9% rispetto al 2016), vale a dire il livello più alto registrato da dieci anni a questa parte. Anche il saldo commerciale risulta ampiamente a favore del Belpaese (vicino ai 900 milioni di euro) e fra i principali prodotti del Made in Italy acquistati dalla nazione africana si segnalano coke e prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio, macchinari ed apparecchiature, prodotti tessili, prodotti chimici ed autoveicoli.

Secondo Sace, poi, l’andamento delle vendite di prodotti del Belpaese in Marocco sarà molto positivo fra il 2018 ed 2021, con una crescita media annua prevista che si attesterà intorno al +7,5%. Fra i beni più richiesti nei prossimi anni vi saranno apparecchi elettrici (+9%), gomma e plastica (+6,9%), metalli (+6,6%) e chimica (+6,5%) ma un ottimo potenziale è assegnato anche a prodotti agroalimentari, prodotti in legno ed abbigliamento.

Non bisogna tralasciare il fatto che il Marocco si configura come una porta d’accesso strategica per l’Africa e, grazie ad una serie di accordi di libero scambio (55 oggi in vigore), sta riuscendo nel proprio intento di attrarre flussi di capitali esteri crescenti, fatto che però – d’altro canto – rende il Paese molto vulnerabile rispetto ad eventuali shock esterni.

Le Pmi interessate ad investire sul Paese devono sapere che il Marocco necessita know-how e strumenti all’avanguardia per migliorare le proprie produzioni agricole e manifatturiere e per cercare di far soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Per tutte queste ragioni non sorprende il crescente interesse dell’industria locale nei confronti delle eccellenze italiane nei campi della meccanica strumentale, food processing, energie rinnovabili e nella gestione delle risorse idriche.

In conclusione si segnala a tutte le imprese italiane operanti nel settore agroalimentare l’opportunità di partecipare al SIAB EXPO - International Exhibition of Food and Drinks, la principale fiera internazionale dedicata al settore Food & Beverage di tutto il continente africano, che si terrà dal 21 al 24 novembre 2018 a Casablanca.

Per maggiori informazioni cliccare qui.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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