L’Uzbekistan Sceglie di Proseguire sul Sentiero delle Riforme

L’Uzbekistan Sceglie di Proseguire sul Sentiero delle Riforme

28 Ottobre 2021 Categoria: Focus Paese Paese:  Uzbekistan

Al fine di garantire apertura e trasparenza nelle elezioni presidenziali della Repubblica dell’Uzbekistan, tenutesi domenica 24 Ottobre, sono stati accreditati 1672 rappresentanti di media locali e stranieri nella capitale Tashkent. Exportiamo è stata l’unica testata italiana a seguire in loco queste elezioni. La nostra cronista Narmin Rahimova si è recata a Tashkent per questo evento rilevante per l’intera area centroasiatica.

Queste sono le seste elezioni presidenziali dell’Uzbekistan da quando il Paese, che oggi conta circa 35 milioni di abitanti, ha ottenuto l’indipendenza dall’ex Unione Sovietica nel 1991. Shavkat Mirziyoyev, 64 anni e presidente uscente, ha vinto la competizione elettorale dopo la prima elezione nel 2016 a seguito della morte di Islam Karimov, che ha governato l’Uzbekistan per 27 anni. Da allora Mirziyoyev è stato più volte apprezzato in ambito internazionale per aver aperto il Paese dell’Asia centrale a una maggiore integrazione economica e culturale con il resto del mondo lanciando un esteso programma di radicali riforme chiamato “Nuovo Uzbekistan”.

I risultati sono stati tangibili: l’economia del Paese è cresciuta del 24%, l’industria del 34%, le esportazioni sono aumentate di 1,5 volte e il volume degli investimenti esteri è triplicato. La crescita economica si è accompagnata a una maggiore equità sociale grazie alla lotta al lavoro minorile e al lavoro forzato nelle piantagioni di cotone, e al contenimento dell’apolidia attraverso la concessione della cittadinanza a migliaia di persone. Il Paese confina con l’Afghanistan ed è anche considerato un attore chiave – come dimostrato anche dalla recente visita del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio a inizio settembre - nell’impedire che il disordine politico si diffonda nella regione.

Il rispetto degli standard internazionali di regolare svolgimento delle elezioni

L’interesse dell’Europa e degli Stati Uniti per le elezioni è stato vivo poiché molti governi sostengono le riforme di Mirziyoyev di apertura economica del Paese, che sta diventando sempre più attraente per gli investitori internazionali. L’Uzbekistan ha mantenuto l’impegno verso l’Occidente di riammettere i media stranieri e le organizzazioni internazionali durante le elezioni, precedentemente bandite da Karimov.

Per la prima volta le elezioni si sono svolte seguendo le regole del codice elettorale, apertamente e pubblicamente. Il capo della Commissione Elettorale Centrale (CEC) della Repubblica, Zainiddin Nizamhodjaev, ha dichiarato che le elezioni presidenziali dell’Uzbekistan sono state seguite da 971 osservatori internazionali, di cui circa 20 organizzazioni internazionali. In particolare, 631 osservatori rappresentavano l’Assemblea parlamentare dell’OSCE e l’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODHIR) del’OSCE, l’Organizzazione di Cooperazione di Shangai, l’Assemblea della CSI, l’Unione parlamentare di cooperazione dei Paesi Turkofoni, l’Organizzazione di cooperazione islamica; gli altri 340 osservatori internazionali provenivano da 50 Paesi.

La nostra impressione visitando i seggi elettorali è stata quella di una accurata preparazione delle elezioni. È stato particolarmente rilevante l’accresciuto interesse della popolazione nei confronti delle elezioni - come testimoniato dall’alta affluenza alle urne - rispetto alle precedenti tornate elettorali in cui vigeva una certa indifferenza dei cittadini rispetto a questo importante processo politico. A tal fine sono stati fatti significativi sforzi per pubblicizzare il più possibile le elezioni e la loro importanza attraverso tutti i tipi di canali, in particolare quelli digitali.

È stato notevole registrare l’interesse tra le giovani generazioni nell’ottica di contribuire al futuro sviluppo del loro Paese. L’Uzbekistan ha un’età media di 28 anni e il coinvolgimento delle giovani generazioni è indubbiamente necessario per garantire la solidità delle istituzioni. Molti componenti dello staff e dei volontari che hanno aiutato a gestire i seggi elettorali, nonché gli accompagnatori dei rappresentanti dei media internazionali, erano giovani e fortemente interessati alla buona riuscita delle elezioni.

Il risultato delle elezioni presidenziali del 24 ottobre in Uzbekistan

La Commissione Elettorale Centrale ha riportato una affluenza alle urne, nel corso della giornata di domenica 24 ottobre, dell’80,4%, per un totale di 16.036.914 elettori. Il presidente uscente Shavkat Mirziyoyev ha vinto le elezioni presidenziali con l’80,1% dei voti.

Il resto dei voti si è distribuito tra Maksuda Varisova (PDPU; 6,6%), Alisher Kadyrov (Milliy Tiklanish; 5,5%), Narzullo Oblomurodov (Partito Ecologico; 4,1%), Bahrom Abdukhalimov (SDP Adolat; 3,4%).

La vittoria di Mirziyoyev sembra riflettere il vasto consenso popolare al corso di riforme amministrative, giuridiche ed economiche a cui ha dato inizio nel suo primo mandato e i cui risultati in termini di maggiore benessere economico sono concretamente percepiti dai cittadini uzbeki.

Tra il 2017 e il 2021 la strategia d’azione politica si è sviluppata lungo cinque direttive strategiche per lo sviluppo della dell’Uzbekistan:

i) ammodernare l’apparato statale e le infrastrutture pubbliche;

ii) garantire il rispetto dello stato di diritto e riformare il sistema giudiziario;

iii) sviluppare e liberalizzare l’economia;

iv) aumentare significativamente l’occupazione e i redditi reali;

v) garantire la sicurezza, l’armonia interetnica e la tolleranza religiosa, attuando una politica estera equilibrata.

La vittoria di Mirziyoyev porterà presumibilmente l’Uzbekistan ad aprirsi ulteriormente al commercio estero e agli investimenti. Il presidente ha ricostruito i legami sia con la Russia sia con l’Occidente, piuttosto tesi sotto il suo predecessore.

L’Uzbekistan ha giacimenti di gas naturale, petrolio e carbone, e per sfruttare appieno le sue potenzialità ha bisogno di attrarre investimenti stranieri, non solo dalla Cina ma anche dall’Occidente, sia in ambito energetico sia nell’industria manifatturiera in un’ottica di diversificazione dell’economia. Si prevede che gli Stati Uniti continueranno a sostenere Mirziyoyev dopo la sua rielezione principalmente come partner interessato alla gestione dei problemi di sicurezza internazionale della regione.

In prospettiva, la politica regionale aperta, costruttiva, pragmatica e amichevole dell’Uzbekistan ha un riflesso positivo sulle tendenze in atto in Asia centrale, interessando quasi tutte le sfere, da quella politica ed economica a quella culturale e umanitaria. Ne segue un aumento dei contatti tra i capi di Stato della regione, una crescita del commercio intra ed extra area, e dei viaggi reciproci dei cittadini, nonché l’attuazione di grandi progetti infrastrutturali comuni.

La formazione di un clima politico collaborativo nella regione è fondamentale, soprattutto a seguito del ritorno al potere dei talebani in Afghanistan, per continuare sul percorso di stabilizzazione dell’area e di crescente integrazione commerciale ed economica. A tal fine, un tassello fondamentale sarà il probabile ingresso in tempi brevi dell’Uzbekistan nella Organizzazione Mondiale del Commercio.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Narmin Rahimova, redazione@exportiamo.it

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