Musiche di cetre e flauti, parate di centurioni, show di gladiatori, l’elezione della ‘Dea Roma’ e la spettacolare simulazione della presa di Masada con l’artiglieria romana in azione. Così Roma si prepara a festeggiare il suo “compleanno”, spegnendo il 21 aprile 2.773 candeline.

Benché si tratti di una data più leggendaria che storica, ancora oggi Roma celebra la ricorrenza della sua fondazione. Secondo la leggenda narrata anche da Varrone, Romolo, dopo aver ucciso il fratello Remo, avrebbe infatti fondato la città di Roma il 21 aprile del 753 a.C. L’indicazione di questo particolare giorno, si deve ai calcoli astrologici del matematico e filosofo del I secolo a.C. Lucio Taruzio Firmano, amico sia di Varrone che di Cicerone. Da questa data è derivata, poi, la locuzione latina Ab Urbe condita, ovvero “dalla fondazione della città”, che scandiva la cronologia romana prima dell’adozione del calendario gregoriano, a partire dal quale gli anni vengono tradizionalmente numerati a partire dalla nascita di Cristo (Anno Domini).

Naturalmente, questo evento mitico ha rappresentato uno snodo essenziale per la città sotto l’Impero e sotto la propaganda imperiale, la quale vedeva nel 753 l’inizio della potenza romana. Il primo imperatore a festeggiare in tal senso fu Claudio nel 47 e, nel 248, Filippo l’Arabo (così chiamato per le sue origini siriane) ebbe l’opportunità di festeggiare i 1000 anni di Roma, coniando monete per celebrare l’evento.

Successivamente, nell’età moderna, il 21 aprile è stato caricato di tanti e diversi significati. Da festa locale, caratterizzata da sfilate e spettacoli pirotecnici, il “Natale” di Roma divenne prima celebrazione nazionale di Roma Capitale quando nel 1871 venne issata la bandiera italiana sulla torre del Campidogli, poi assurse a simbolo mitico dell’ideologia totalizzante fascista, per tornare infine alla sua primordiale veste di festa civica che mette in risalto la vocazione universale della città.

Negli ultimi tredici anni, ad occuparsi dell’organizzazione dei quattro giorni di festeggiamenti ci ha pensato soprattutto il Gruppo Storico Romano, un’associazione culturale senza scopo di lucro nata nel 1994 dalla passione per l’antica Roma.

Quest’anno, la 14°edizione del “Natale di Roma” sarà dedicata al longus et unus annus, da Nerone a Vespasiano.

Tra tutte le manifestazioni ludiche e celebrative più significative si annovera “il tracciato del solco”. La rappresentazione, divisa in quattro atti, narra la storia della fondazione di Roma, così come è stata tramandata dagli storici. Gli spettatori potranno assistere allo sbarco di Enea sulle coste laziali, all’incontro tra il Dio Marte e Rea Silvia, la vestale che darà alla luce i due gemelli, al ritrovamento di questi ultimi da parte del pastore Faustolo e sua moglie Acca Larenzia, per finire con la scena del tracciato del solco, vero e proprio, e il fratricidio.

Inoltre una menzione speciale merita il corteo dei gruppi storici, evento clou del “natale” di Roma che richiama di solito migliaia di persone. Un vero e proprio viaggio nel tempo, dal 753 a.C. al IV sec. d.C.: questo è infatti l’arco temporale coperto dai vari gruppi che rievocano, oltre a tutte le figure dell’antica Roma, anche tutti quei popoli che sono venuti a contatto con l’impero romano.

I numeri della passata edizione parlano chiaro e dimostrano il successo di questa iniziativa: 2000 rievocatori appartenenti a 42 associazioni culturali provenienti da 10 paesi stranieri, e 35000 visitatori provenienti da tutto il mondo. Insomma, il più grande corteo storico dell’antica Roma nel mondo, un appuntamento suggestivo da non mancare.

Lo sapevate che…

il 21 Aprile durante il periodo fascista era il giorno della festa dei lavoratori. Benito Mussolini, infatti, la volle fortemente per celebrare la romanità e per far dimenticare alla popolazione la festa del primo maggio. Caduto il Regime, il 21 Aprile tornò a essere un giorno come gli altri tranne che, ovviamente, per i romani!

Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesca Simonelli, redazione@exportiamo.it

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