Il Coronavirus, limitando fortemente la nostra libertà di movimento, ha profondamente trasformato le nostre esigenze legate a viaggi e vacanze, delineando nuove tendenze che l’industria turistica non potrà più ignorare. Scopriamo insieme quali saranno i trend del turismo post-Covid.

Il Covid-19 continua ad influenzare i viaggi costringendo i governi a imporre divieti e restrizioni specifici per i vari Paesi. Tuttavia, con l’avvio dei programmi di vaccinazione, molti sperano di tornare a viaggiare in un prossimo futuro, anche se non immediatamente.

Ma quali saranno i fattori che influenzeranno le nostre decisioni di viaggio nell’era post-pandemica?

Vacanze “Covid-free” e alla ricerca del benessere

Sicuramente, nell’era “post Covid”, vincerà chi sarà in grado di offrire più garanzia di sicurezza e salute. Un orientamento che il mercato turistico internazionale sta già mettendo in luce con chiarezza: le destinazioni più gettonate dai vacanzieri sono infatti quelle che si promuovono come “Covid free”, o comunque, quelle dove vengono applicate le massime misure anti-contagio.

Secondo Katerina Antoniou, esperta di turismo dell’University of Central Lancashire, i turisti nell’era post-COVID, infatti, saranno meno disposti a scendere a compromessi nei loro viaggi, avranno aspettative molto più elevate nei confronti dei fornitori di servizi di ospitalità e saranno molto più esigenti. Per stare al passo, l’industria turistica dovrà dare priorità all’offerta di servizi, strutture ed esperienze che si rivolgono alla salute e al benessere generale, e dovrà concentrarsi su standard igienici elevati.

Non sorprende, inoltre, vedere crescere in popolarità tendenze come il turismo della salute, il turismo del benessere, il turismo spirituale e potenzialmente religioso. Grazie alla pandemia, infatti, i turisti stanno prestando sempre più attenzione a queste esigenze, sia che si tratti di problemi di salute urgenti, trattamenti di lusso o ricerca del benessere fisico, intellettuale e spirituale.

Turismo delle relazioni umane

Secondo l’accademico del turismo Fabio Carbone, il turismo post-Covid dovrebbe concentrarsi più sulle persone che sulle destinazioni. Coloro che desiderano allontanarsi da misure come il distanziamento sociale probabilmente useranno i viaggi per riallacciare le relazioni esistenti con i propri cari che vivono all’estero oppure per cercare nuovi incontri. Carbone suggerisce che il turismo post-Covid ruoterà verso la priorità dello sviluppo umano, del dialogo e della pace.

È quindi probabile che saranno sempre più popolari i viaggi per visitare amici e parenti, il turismo di volontariato, che essenzialmente significa fare volontariato in Paesi in via di sviluppo o in comunità svantaggiate, ed il turismo della pace che in genere comporta la visita a memoriali della pace o zone di conflitto con l’obiettivo di imparare dagli errori delle guerre passate e aiutare a risolvere o prevenire i conflitti esistenti.

Revenge Tourism

Un’altra tendenza che sembra delinearsi con sempre più forza è quella del cosiddetto “revenge tourism” (letteralmente, turismo di vendetta o turismo di rivalsa), ovvero la tendenza a voler fare turismo dopo un periodo di austerità come quello del lockdown. Dopo mesi di limitazioni negli spostamenti, infatti, sono in molti a considerare l’esperienza del viaggio come una liberazione.

Smart Tourism

Il cambiamento delle modalità di lavoro, col prevedibile parziale mantenimento delle attività svolte a distanza, porrà poi la sfida di un’offerta turistica che riesca a soddisfare i clienti desiderosi di immergersi in una vacanza stimolante ma anche di dedicare alcuni momenti della propria giornata al lavoro. Diventerà allora cruciale il ripensamento degli spazi e delle infrastrutture di comunicazione per rendere praticabile lo smart working, come già stanno facendo ad esempio alcune località in Grecia e Spagna.

In questo senso sarà di cruciale importanza per molte località, soprattutto quelle più periferiche e isolate, o comunque distanti dai grossi centri cittadini, affrontare numerose sfide che vanno, ad esempio, dal colmare i vuoti nella diffusione dei servizi a banda ultra-larga alla promozione di pacchetti che soddisfino la nuova figura del turista-telelavoratore.

L’industria del turismo ha dunque un’opportunità unica per ripensare il proprio futuro, ma se vorrà sopravvivere, non avrà altra scelta che rimodellare le vacanze in base ai desideri dei turisti e dare priorità alla fornitura di esperienze di qualità e convenienti che mettano i clienti al primo posto.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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