Un “Paese Emergente” per la Banca Mondiale ha un reddito medio pro-capite inferiore alla media mondiale ma presenta cicli di crescita oltre la media e, se questa é la prospettiva, la Thailandia pur uscendo da difficoltà di non poco conto continua a crescere.

Monarchia costituzionale dal 1932, ei fu Regno di Siam, prima di adottare l’attuale denominazione in ragione dell’etnia dominante “thai”, storicamente la Thailandia é l’unica nazione del Sud-Est asiatico riuscita a sfuggire alla dominazione coloniale. Oggi invece Bangkok fa i conti con la minoranza musulmana separatista (4%) che vive nel sud del paese e dopo sei mesi di instabilità politica tra il 2013 e il 2014 é al potere dal 22 Maggio 2014 una giunta militare.

Alla guida c’é il generale Prayuth Chan-Ocha, Primo Ministro, che ha recentemente annunciato che non si terranno consultazioni elettorali almeno fino al 2016 confermando però l’impegno a realizzare le necessarie riforme.

L’economia invece continua a crescere e nel 2015 le stime del governo oscillano tra il 3,5% e il 4,5%, la Banca Mondiale si ferma al 3,5% mentre la Banca di Thailandia vede realistica una crescita del 4%.  

La sfida si gioca innanzitutto sulla realizzazione dei grandi piani di sviluppo infrastrutturale che avranno un ruolo fondamentale insieme al programma di sviluppo di 6 “Zone Economiche Speciali” nelle aree di confine del paese mentre sullo sfondo rimane prioritaria la lotta alla corruzione e sempre più necessaria una riforma fiscale.

A partire dall’inizio del prossimo anno fiscale - il 1° ottobre 2015 - il Ministero delle Finanze prevede un incremento della spesa pubblica del 2,9% a livello centrale e addirittura in alcuni casi del 30% a livello locale.

All’interno dell’Associazione delle Nazioni dell’Asia Sud-Orientale (ASEAN) la Thailandia con i suoi oltre 65 milioni di abitanti rappresenta dopo l’Indonesia la seconda economia e il terzo partner UE.

La Thailandia é un paese produttore che a livello mondiale ha il primato assoluto per la gomma naturale e sintetica e per gli hard disk oltre ad essere il 13° produttore di autoveicoli, potendo vantare inoltre nella componentistica e le parti di ricambio per automobili la più alta qualità tra i paesi dell’ASEAN.

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Certamente l’economia thailandese offre importanti opportunità alle nostre aziende in diversi settori (automotive, meccanica, medicale, agroindustria, agroalimentare e turismo).Nel Settembre 2013 si é svolto a Roma, presso la sede della Confindustria, un Forum di Cooperazione tra le due nazioni. Nel periodo 2013-2014 i beni di consumo hanno riportato una crescita continua, grazie alla presenza di una classe media che, ad esempio nella capitale Bangkok una città sempre più affollata, dispone di un reddito pro capite superiore alla media nazionale e proprio in questa dinamica vanno ricercate le prospettive più interessanti per il “Made in Italy” e per le nostre tradizionali eccellenze che tutto il mondo apprezza (agroalimentare, arredamento, design, gioielleria e oreficeria, moda e vino).

Sotto il profilo economico-commerciale, il potenziale inespresso nei rapporti bilaterali é dimostrato dall’andamento dell’interscambio che dopo il record raggiunto nel 2011 con una crescita di quasi il 30% delle nostre esportazioni si é attestato nel 2013 al di sotto dei 3 miliardi di euro e, anche nel 2014, i dati ISTAT fotografano una situazione più o meno stabile e bisogna tener conto anche delle turbolenze che hanno attraversato il paese negli ultimi due anni.

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L’Italia rimane tuttavia solo al 22° posto tra i fornitori della Thailandia, esportando soprattutto macchinari e prodotti chimici e, in misura crescente, beni di consumo, grazie ad un’espansione della classe media urbana che offre prospettive interessanti al Made in Italy e tra questi soprattutto i vini e i prodotti agroalimentari in parte frenati da alti dazi e divieti all’importazione.

Anche i settori ad alto contenuto tecnologico come offrono importanti opportunità (trasporti, energie alternative e biotecnologie)

Pietro Beccari, CEO e Presidente di Fendi (Gruppo Lvmh) recentemente ha dichiarato che tra i mercati nuovi la Thailandia “sta letteralmente esplodendo” mentre a fine 2014 le Assicurazioni Generali hanno firmato un accordo decennale con Kiatnakin Bank, un’intesa che rafforza il gruppo assicurativo di Trieste in un’area in cui l’acceso assicurativo é basso e i tassi di risparmio sono elevati.

Per i rappresentanti dei grandi gruppi italiani operanti in Thailandia, pur nella generale soddisfazione degli investimenti effettuati, non mancano elementi di preoccupazione perlomeno nel breve periodo. Al netto dei vantaggi apportati dal deprezzamento dell’Euro per i nostri marchi dell’export, la ripresa ci sarà solo a partire dalla seconda metà dell’anno.

Al contempo risulterà fondamentale come visto realizzare le misure economico-finanziarie annunciate dal Governo, non solo nel settore infrastrutture  ma anche in agricoltura, acciaio ed automotive.

Stiamo parlando pur sempre del paese che nell’ultimo ranking Banca Mondiale “Doing Business” é al 26° posto, nella “Top 30” quindi i fondamentali, evidentemente ci sono e le misure del governo potranno far espandere appieno le aspirazioni della tigre thailandese.

 

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Fabrizio Andreoli, redazione@exportiamo.it

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