Il biologico italiano va a gonfie vele, a confermarlo arrivano infatti i dati incoraggianti dalla principale manifestazione dedicata al settore in Italia, Il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale - SANA a Bologna dal 12 al 15 settembre.

A confermare il trend positivo sono i numeri di questa edizione con ben 700 espositori (+25% rispetto all’anno precedente), mentre sono quasi raddoppiate le presenze di buyer internazionali (+45%) per un totale di 4mila incontri b2b.

Inoltre, a riprova dell’interesse strategico per il bio-food, non sono mancate delegazioni straniere provenienti da ogni parte del mondo con folte rappresentanze da: Australia, Austria, Belgio, Cina, Francia, Germania, Danimarca, Polonia, Croazia, Slovenia, Ungheria, Giappone, Olanda, Svezia, Gran Bretagna, Russia e Usa.

La manifestazione bolognese é stata occasione per appronfondire il dibattito internazionale sull’alimentazione, sul cibo, sulla sostenibilità e presentare l’agricoltura del futuro, innovativa e sostenibile; e tra i prodotti che hanno incuriosito maggiormente i visitatori troviamo novità quali la pasta crudista, la birra spalmabile e i fiocchi di legumi.

Al centro della manifestazione bolognese anche approfondimenti e presentazioni di importanti studi scientifici, come il Nuovo Piano strategico per lo sviluppo del biologico in Italia presentato nella giornata inaugurale del 12 settembre da Andrea Olivero, Vice Ministro con delega al Biologico e l’indagine di Nomisma “Tutti i numeri del bio italiano”, condotta - con il supporto dell’ICE-Agenzia - per l’Osservatorio Sana.

L’indagine si é concentrata sull’export di prodotti agroalimentari italiani a marchio biologico prendendo a campione 150 imprese che con il bio sviluppano quasi un miliardo di fatturato, circa il 50% del totale dei ricavi e facendo registrare una forte propensione alle esportazioni: il 24% del fatturato raggiunge i mercati internazionali, a fronte di un 18% medio delle aziende agroalimentari italiane.

Così ben l’80% delle imprese bio é presente sui mercati internazionali e come sottolinea Silvia Zucconi, coordinatrice dell’area agroalimentare di Nomisma:

“Il bio made in Italy ha ottime performance soprattutto perché é in grado di offrire qualità, innovazione, garanzie aggiuntive: prima fra tutte la tracciabilità”.

Nel 2014 le vendite oltreconfine di prodotti agroalimentari di questa tipologia sono state pari a 1,4 miliardi di euro (+12,7%) e dal 2008 si assiste ad una crescita dirompente (+337%).

imm

A conferma della “buona salute” del settore é il quadro generale risultante anche dalla ricerca Ismea/Nielsen “L’alimentare e il biologico in Italia” commissionata da Assobio, l’associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici.

L’Italia risulta leader in Europa con il 10,8% delle superfici agricole dedicate alla produzione biologica, un dato in costante aumento dal 2011.

Il settore – che conta oltre 55mila operatori tra aziende agricole e industria della trasformazione - registra un valore di 2,5 miliardi di euro e una crescita del fatturato del 16% nei primi 4 mesi del 2015 e del 12% nel 2014. 

Il biologico riconosciuto come alimento con proprietà salutistiche e attento alla sostenibilità ambientale riscontra sempre maggiore successo sulle tavole degli italiani, e sono ben 18,4 milioni le famiglie che acquistano prodotti bio: 3,2 milioni (+14,8% rispetto all’anno precedente) sono clienti abituali e lo fanno tutte le settimane; 3,2 (+8,4%) acquistano bio una volta al mese e 12 milioni di famiglie ogni 3 mesi.

Tra i canali di vendita, oltre alle catene specializzate, la grande distribuzione non perde la scia positiva presentando un vasto assortimento merceologico di prodotti del settore con vendite pari a 850 milioni di euro all’anno, con un incremento dell’11% e un aumento in valore vicino al 20%, che allarga ulteriormente il gap con il trend dell’agroalimentare nel complesso, fermo nello stesso periodo a un +0,1%, e contribuendo per un buon 30% del totale delle vendite bio.

Una simile crescita non lascia indifferenti, e data l’attenzione mondiale sulle tematiche della salute e sostenibilità nutrizionale, anche in Paesi un tempo meno sensibili, il settore riserva ancora grandi potenzialità sia per il mercato interno che sui mercati internazionali.

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Annarita Summo,  redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
  • Digital Export manager
  • Missione Commerciale in Sud Africa
  • Yes Connect
  • CTrade

Hai un progetto Export? Compila il Form

Pubblicità
  • Servizi Digital Export
  • FDA
  • Exportiamo Academy
  • Esportare in Canada
  • Uffici negli USA
  • Missione Commerciale in Sud Africa
  • CTrade
  • Vuoi esportare in sudafrica?