Questo mese è stato pubblicato dall’International Monetary Fund il report “World Economic Outlook” che si propone di indagare le prospettive della crescita globale del prossimo anno, entrando nel merito della recessione globale del settore manifatturiero e dell’innalzamento delle barriere commerciali. Nell’articolo abbiamo evidenziato gli spunti più interessanti in grado di aiutare ad orientare le imprese nella scelte delle strategie di espansione commerciale oltre confine.

La politica economica mondiale è in un momento molto delicato, la crescita pro-capite si prevede molto inferiore agli scorsi anni in qualsiasi blocco del globo, eccezione fatta per l’Africa sub-sahariana. Le condizioni di sviluppo sono molto complicate per un gran numero di economie emergenti che hanno ancora necessità di modificare in maniera sensibile le loro dinamiche macroeconomiche per adeguarsi agli standard dei Paesi avanzati. Sicuramente una delle maggiori priorità per promuovere gli scambi commerciali sarà il tentativo di superare le politiche di chiusura di alcuni paesi che rischiano di danneggiare ulteriormente i precari equilibri dell’armonia mondiale. Intento ultimo è quindi quello di creare il giusto clima di collaborazione favorendo al tempo stesso la crescita interna delle singole nazioni.

IL SISTEMA INTERNAZIONALE

La cooperazione multilaterale gioca quindi un ruolo fondamentale nell’abbattimento di queste difficoltà a breve e a lungo termine. Nasce la forte esigenza di promuovere la sostenibilità, creando dinamiche inclusive nella crescita globale in cui si dividono costi e benefici, oneri e responsabilità del cambiamento. La crisi sta dimostrando come il nostro sistema sia strettamente interconnesso per cui la crescita del singolo non è più unicamente vincolata alle singole politiche e performance nazionali. Il tessuto mondiale si è già modificato al punto in cui si fallisce o si ha successo globalmente. La necessità di un intervento multilaterale e la definizione di un obiettivo comune devono essere sostenute su diversi fronti: libero flusso di scambi commerciali, condivisione della tecnologia, la gestione dell’inquinamento globale, le emergenze umanitarie, la lotta alla corruzione, per citare le più importanti.

COMMERCIO INTERNAZIONALE

I governi dovrebbero cooperare per ridurre le tensioni commerciali, che hanno indebolito significativamente le performance economiche ed intaccato il clima di fiducia su larga scala. Sarebbe quindi opportuno abbandonare l’incertezza caratteristica delle politiche incentrate sul “pugno di ferro”, a favore di politiche a lungo termine atte a promuovere il riavvicinamento dei mercati. E per giungere a questo traguardo sarebbe auspicabile che i governi smettessero di utilizzare l’applicazione di tariffe come strumenti di leva negoziale. Riequilibrando gli scambi bilaterali compromessi si potrebbe evitare che a lungo andare le singole dispute possano creare delle lacune insormontabili in un sistema di scambi multilaterali più ad ampio raggio. In questo scenario la WTO potrebbe assumere il ruolo formale di arbitro per far rispettare tra gli stati membri gli accordi preesistenti e per mitigare le tensioni politico-economiche.

TECNOLOGIA

Oltre agli attriti sorti nel contesto degli scambi internazionali, è sentita la necessità di creare un regolamentazione dei nuovi canali digitali. Un primo argomento potrebbe essere, la ricerca di una gestione più sorvegliata delle transazioni sulle piattaforme digitali ed e-commerce. La delicata questione della cyber security che vede la necessità di sfruttare le nuove tecnologie per garantire la protezione dei sistemi informatici in termini di disponibilità, confidenzialità e integrità dei beni o asset informatici. Sono ancora molte le zone di penombra di questo canale, che viene utilizzato da una percentuale sempre più grande di acquirenti ma ha ancora una struttura in via di definizione. Senza contare che, sebbene siano molto importanti, le potenzialità digitali non sono ancora accessibili o pienamente sfruttate da tutti i paesi emergenti allo stesso modo. Si potrebbe dunque ipotizzare una condivisione di esperienze e di competenze per promuovere un’uniformità anche al nuovo livello digitale.

AMBIENTE E SFIDE SOCIALI

E’ dovere globale collaborare per allineare le politiche internazionali sul discorso dell’ambiente. L’abbattimento delle emissioni dei gas e del carbone è necessario per contenere le conseguenze associate all’aumento della temperatura terrestre. Ci troviamo anche in un periodo storico in cui la produzione industriale può essere rivista e migliorata, trasformando le economie a intensivo consumo di risorse fossili alle soluzioni eco-sostenibili. Le così dette green technologies, che attraverso la ricerca e lo sviluppo possono contribuire a diminuire l’impatto che gli impianti produttivi esercitano sui nostri eco-sistemi.

Da un punto di vista sociale ed umanitario sono ancora troppi i conflitti che affliggono alcune particolari aree geografiche. Ciò genera un’importante emergenza da gestire che si indentifica nel flusso di migranti che dalle aree a rischio cercano rifugio fuori dai propri confini nazionali. Questo fenomeno ha rivelato numerose difficoltà a livello gestionale soprattutto per i Paesi che accolgono i diversi gruppi di rifugiati. La cooperazione internazionale dorrebbe favorire politiche d’integrazione dei migranti nel tessuto sociale del paese accogliente, che sia a tempo determinato o definitivo.

A fronte di queste esperienze alcuni Paesi si sono già mossi per promuovere politiche pro-crescita divenendo più collaborative e considerando piani d’azione a medio-lungo termine. Le spese infrastrutturali o gli incentivi sugli investimenti (incluso le risorse di energia pulita o per l’integrazione sociale) sarebbero ideali per incrementare i benefici non solo nel breve termine ma anche nel lungo periodo, contribuendo in maniera importante alla creazione di un economia più sostenibile da diversi punti di vista. In generale, per garantire tale successo le economie avanzate devono definire attentamente i propri programmi politici allo scopo finale di rilanciare l’economia, rialzare i tassi d’occupazione e favorire la crescita della produttività attraverso investimenti pubblici nelle infrastrutture e nella ricerca e sviluppo.

Le future politiche nazionali strutturali che andranno ad incoraggiare mercati più aperti, cooperativi e flessibili, non serviranno solo ad aumentare la resilienza dei singoli mercati interni ma aiuteranno anche a ridurre le disparità tra i diversi paesi e apportare miglioramenti nel quadro globale.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Chiara Bongiovanni, redazione@exportiamo.it

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