Nuove regole di Origine Preferenziale nel Pan-Euro-Mediterraneo (PEM) dal 1° settembre 2021, con prove di origine e certificati innovati e semplificazioni a scelta delle imprese che fanno export.

In un momento così burrascoso quale è il post COVID-19, saper sfruttare ogni opportunità di rilancio diviene indispensabile. In questo quadro le nuove e semplificate regole di origine introdotte dal 1° settembre per gli scambi con i 20 e più Paesi del Mediterraneo, permettono nuove opportunità anzitutto in ottica di strategie doganali e commerciali. Parliamo di un’area che ha coinvolto nel 2020 quasi il 40% di tutto il commercio preferenziale della UE, con picchi del 50% nel 2019, e per un valore di più di 380 miliardi di euro in esportazione, e quasi 300 miliardi di euro in import. Tale rivoluzione nelle Regole del commercio internazionale permette di poter applicare l’Origine preferenziale a prodotti dapprima esclusi.

Il background – PEM, come funziona e come cambia

I Free Trade Agreement (FTAs) sono strumenti ottimali per ridurre sensibilmente i costi delle proprie Supply Chain per le imprese stabilendo tariffe a dazio-zero e minori tributi all’importazione per quei prodotti che, soddisfacendo determinati requisiti (c.d. Regole di Origine), possono beneficiare di un trattamento preferenziale. Tra questi, la Convenzione Regionale sulle regole di origine preferenziale Pan-Euro-Mediterranea (Convezione PEM) mira a stabilire regole di origine e di cumulo comuni tra i Paesi partner e l’UE per facilitare gli scambi e integrare le filiere all’interno della zona di libero scambio. Ora, dopo un percorso frutto di quasi 10 anni di negoziati avviati nel 2012, la Commissione Europea ha adottato un pacchetto di norme che mirano a modificare i protocolli PEM sull’origine sostituendoli e rendendo le “regole di origine” in tali accordi più flessibili, moderne e favorevoli alle imprese.

Pertanto dal 1° Settembre 2021, il processo di modifica della Convezione PEM introduce un set di nuove regole semplificate di origine preferenziale nel Paneuromed che di fatto apre strade innovative per rivedere la propria filiera di approvvigionamento.

Va sottolineato come le stesse, in questa prima fase, siano applicabili su base opzionale e bilaterale affiancandosi a quelle della attuale Convenzione regionale sulle regole di origine preferenziali paneuromediterranee (Convenzione PEM), in attesa della revisione della Convenzione, attualmente in corso. Per questo le nuove regole sono state ribattezzate come “Regole Transitorie” PEM.

In altri termini, gli esportatori ora hanno l’opportunità di scegliere se avvalersi delle precedenti regole della Convenzione PEM o, in alternativa, se adottare le nuove regole “transitorie”. Queste ultime, tuttavia saranno applicabili solo a quei Paesi che attualmente hanno deciso di rivedere i protocolli bilaterali sull’origine e applicare l’appendice “A” revisionata. Ad oggi, tale innovazione coinvolge, oltre alla UE, i seguenti Paesi: Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Isole Fær Øer, Giordania, Palestina, Albania, e Macedonia del Nord, con cui è già applicabile, ed è in fase di adozione con Montenegro, Serbia, Kosovo, Turchia, Egitto, Georgia, Repubblica di Moldova, Ucraina, Bosnia ed Erzegovina, Israele e Libano.

Le novità – I cambiamenti Chiave PEM 2021

Non stupisce che l’Unione Europea sia interessata ad aumentare gli scambi con i Paesi limitrofi nella regione Pan-Euro-Mediterranea (PEM), contribuendo così alla ripresa economica a seguito dello scoppio del coronavirus e ad alleggerire gli effetti della crisi della logistica attualmente in corso. In sostanza, le norme di origine “transitorie” consistono in un insieme di semplificazioni, più business-friendly, tra le quali: 

  1. Norme di origine più semplici, le quali prevedono regole specifiche per prodotto meno stringenti. In altri termini, le lavorazioni sufficienti prevedono regole di lista facilitate, ad esempio con soglie più basse per le regole di valore aggiunto, nuove regole per i tessili (es. alcuni processi di finissaggio danno l’origine), e regole a scelta plurima per i prodotti chimici (es. le reazioni chimiche ora conferiscono l’origine);
  2. Flessibilità implementata con l’introduzione del cumulo “completo”, in base al quale le operazioni di produzione necessarie per acquisire l’origine per la maggior parte dei prodotti possono ora essere suddivise tra più Paesi;
  3. Abolizione del divieto di drawback per la maggior parte dei prodotti, il quale si sostanzia nella possibilità di restituzione dei dazi (rimborso dei dazi sui componenti importati) per la maggior parte dei materiali al fine di aiutare gli esportatori UE a competere in modo più efficace;
  4. Aumento delle soglie di tolleranza, cioè dei valori di materiali non originari che possono essere utilizzati nel processo produttivo senza compromettere l’origine del prodotto, i quali passano dal precedente 10% (PEM) al nuovo più agevole limite del 15%;
  5. Sostituzione della “regola del trasporto diretto” con un più moderno principio di “non manipolazione”;
  6. Regole più elastiche per permettere alle imprese l’adozione della separazione contabile;
  7. Possibilità di sostituire i Certificati di Origine Preferenziale (EUR1/EUR-MED) con dichiarazioni di origine emesse da esportatori registrati nonché di emettere Certificati EUR1 elettronici.

La rivoluzione delle Prove di Origine

Uno dei punti cardine dell’intero assetto è l’impatto sulle Prove di Origine, tipicamente previste per poter beneficiare del trattamento preferenziale nel Paese di destinazione. Se da un lato le stesse mantengono la medesima importanza, la forma e i documenti previsti mutano radicalmente, impattando sui Certificati EUR1/Dichiarazione di origine e sulle Dichiarazioni del Fornitore.

Per quanto riguarda i Certificati di circolazione la novità principale è l’abolizione del modello EUR-MED, per l’applicazione delle regole PEM “Transitorie”, venendo ora previsti solo il Certificato EUR 1 e la Dichiarazione su fattura ma da emettere con delle diciture specifiche attestanti il “Metodo di origine” applicato.

Inoltre, anche la revisione della catena di fornitura per gli esportatori deve essere rivista, in quanto viene previsto che le Dichiarazioni del Fornitore (Supplyer Declaration) contengano una specifica alle norme applicabili secondo le quali il prodotto è originario, ed in particolare se le norme di origine rispettate siano quelle della Convenzione PEM, le norme transitorie o entrambe, a seconda dei casi.

Le misure da adottare: Pianificazione e approccio Digital

Se tali nuove regole da una parte agevolano le imprese esportatrici, dall’altra molti operatori economici hanno sottolineato come l’applicazione di due serie di regole preferenziali, Convenzione PEM da un lato e Regole “transitorie” dall’altro, possano sollevare difficoltà pratiche per l’esportazione negli stessi Paesi.

Di fatto, per le aziende multinazionali o con Supply Chain complesse anzitutto, ma anche per tutte le PMI coinvolte, riallineare al quadro legislativo i propri calcoli di origine secondo i nuovi standard e contestualmente raccogliere le prove di origine (certificati di circolazione, dichiarazioni di origine e dichiarazioni dei fornitori) rilasciate rimanendo conformi con entrambi i regolamenti si può rivelare una sfida complessa.

In aggiunta, diviene imprescindibile adeguare il proprio sistema informatico in modo che l’origine di un prodotto esportato in un Paese possa essere dimostrata in base a entrambi i set di regole di origine. Questo non può essere fatto senza una corretta pianificazione, in quanto le imprese hanno bisogno di tempo sufficiente per adattarsi al nuovo scenario. In tal senso la stessa Commissione UE è intervenuta con dei chiarimenti.

Come sempre la conoscenza e il Training da un lato e il Customs Planning dall’altro si rivelano volano fondamentale per fruire delle agevolazioni che i Trade Agreements della UE mettono a disposizione.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sella – Customs & Global Trade Advisor, redazione@exportiamo.it

Marco Sella è un consulente e doganalista esperto in ambito di Diritto Doganale e di Commercio Internazionale. Ha una maturata esperienza formativa come relatore e docente di diversi Master e per numerose Associazioni di categoria. È autore di articoli e pubblicazioni per testate editoriali di logistica, economia e di export.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
  • Digital Export manager
  • Missione Commerciale in Sud Africa
  • Yes Connect
  • CTrade

Hai un progetto Export? Compila il Form

Pubblicità
  • Servizi Digital Export
  • Exportiamo Academy
  • Esportare in Canada
  • Uffici negli USA
  • Missione Commerciale in Sud Africa
  • CTrade
  • Vuoi esportare in sudafrica?