Con Francesco Pensabene, direttore ICE di New Delhi, abbiamo fatto una panoramica sulle condizioni dell’economia e sulle incredibili possibilità di sviluppo che si aprono dinanzi a quella che è ormai diventata la decima economia al mondo in termini di ricchezza nominale prodotta.

Quali sono le principali caratteristiche del mercato indiano?

L’India sta emergendo tra le principali economie mondiali e gli stessi analisti internazionali prevedono una costante crescita del Paese per almeno i prossimi dieci anni. Sono significative le inziative dell’attuale Governo: pensiamo al “Make in India”, un ambizioso progetto che abbraccia 25 settori, tra cui elettronica, aviazione, tessile, telecomunicazioni, food processing e altri che ha anche lo scopo di innalzare i livelli di qualità delle produzioni locali e puntando ad attrarre capitali esteri ed investimenti in India.

Un’altra inziativa è la Digital India, lanciata per garantire che i servizi pubblici (l’e-Governance) siano disponibili ai cittadini elettronicamente (certificati, pagamento dei servizi, etc…), attraverso il miglioramento dell’infrastruttura tecnologica ed una maggiore connettività con banda larga: si punta in poche parole a trasformare l’India in una società con una competenza digitale.

Non va dimenticato poi l’ambizioso progetto Start-Up India che dispone di un fondo iniziale di 1,4 miliardi di euro stanziati dal Governo indiano con l’obiettivo di costruire un forte ecosistema per il miglioramento dell’innovazione e delle start-up nel Paese. Ciò porterà ad una crescita economica sostenibile e a generare opportunità d’occupazione. L’iniziativa fornisce numerosi benefici a coloro che intendono aprire una start up in India.

Vi è inoltre il Progetto Smart Cities, con un fondo di 14,1 miliardi di euro a supporto di settore immobiliare, infrastrutture e sviluppo urbano. Con tale inizitiva il Governo ha l’obiettivo di ammodernare 100 città in tutto il Paese rendendole più moderne. A febbraio 2016, sono state scelte le prime 20 città tra cui: New Delhi, Chennai, Japur, Surat, Kochi e Pune.

Un altro programma interessante è Skill India finalizzato a formare la nuova forza lavoro con competenze specifiche, con l’obiettivo di fornire un contributo all’industrializzazione ed al boom economico del Paese.

Il Governo intende fornire una formazione conforme agli standard internazionali e per far ciò l’India sta collaborando con diversi Paesi ed istituti universitari stranieri. L’obiettivo finale è quello di fornire ampie possibilità di occupazione.

Quali sono i rapporti commerciali che intercorrono fra India e Italia?

Tutte le previsioni indicano una ulteriore crescita delle esportazioni italiane che, nel 2017, hanno raggiunto i 3,5 miliardi di euro (+10,8% rispetto al 2016). L’interscambio tra i due Paesi è stato pari a 8,7 miliardi di euro con una crescita del 16,1%. I macchinari italiani si confermano la prima voce con oltre 1,6 miliardi, in crescita del 23% rispetto al 2016. Questo non fa che dimostrare che la tecnologia italiana è ampiamente apprezzata e riconosciuta.

Quali sono le prospettive economiche del Paese per i prossimi anni?

L’India rappresenta un mercato dalle significative potenzialità come dimostra il ritmo di crescita dell’economia nazionale, che resta tra i più elevati su scala globale. Nonostante il rallentamento dell’ultimo biennio, il Paese ha raggiunto il traguardo, stando ad i dati del Fondo Monetario Internazionale, di diventare la decima economia mondiale in termini nominali.

Le previsioni per il futuro sono positive: il Governo si è posto l’obiettivo di raggiungere, entro il 2025, la creazione di circa 100 milioni di nuovi posti lavoro. Sono stati lanciati una serie di piani industriali, principalmente volti a colmare il deficit energetico ed infrastrutturale del Paese. Secondo le stime più recenti diffuse dal FMI, la crescita dell’India dovrebbe accelerare al 7,7% entro il 2018, portandosi sopra l’8% nel successivo quinquennio.

Particolarmente rilevante il settore dell’Information Technology cresciuto ad un tasso medio annuale di circa il 50% dal 1993 ad oggi, con un giro di affari oltre i 30 miliardi di dollari.

Quali sono i prodotti italiani più apprezzati dai consumatori locali e qual è la percezione del Made in Italy nel Paese?

Vi è una positiva percezione del Made in Italy in India ed oggi nel Paese si riscontra la tendenza all’approfondimento dei fattori che identificano un prodotto italiano (tecnologia, creatività, innovazione, design), ovvero quei punti di forza che testimoniamo qualità artigianale, estetica e soprattutto uno stile ed un design unico. Il mercato indiano inoltre dimostra di apprezzare sempre più il livello tecnologico del nostro sistema manifatturiero: non a caso il settore della meccanica rappresenta circa il 40% delle nostre esportazioni in India.

Quali suggerimenti darebbe agli imprenditori italiani intenzionati a investire in India: quali sono i settori piu’ redditizi e quelli in maggiore espansione?

Tra i settori strategici per l’internazionalizzazione delle imprese italiane possiamo citare le infrastrutture, la meccanica e meccatronica, le energie rinnovabili, il comparto automobilistico, il settore delle tecnologie, quello agroalimentare e delle trasformazioni alimentari, solo per citare alcuni fra i principali. Ma esportare non basta: occorre puntare ai variegati profili della collaborazione industriale.

Può fornirci alcune informazioni sulla business etiquette che è bene tenere in considerazione se si opera a New Delhi e dintorni?

In India troviamo una società multilingue, multietnica e pluralista, e si possono osservare enormi differenze culturali tra i vari Stati. E’ importante che prima di un viaggio in India si conoscano alcune basilari regole comportamentali, da ricordare anche negli incontri di lavoro ed in particolare è bene tenere un atteggiamento non aggressivo ed orientato a far emergere il carattere distintivo delle nostre migliori capacità relazionali native mediterranee. Infine si ricorda che è importante il rispetto della forma e della gerarchia, senza per questo far mancare i profili relazionali tipici del nostro rapporto umano che anche gli indiani sanno apprezzare.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Flavia Triggiani, redazione@exportiamo.it

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