Hind Lafram, la stilista Made in Italy per le donne musulmane

Hind Lafram, la stilista Made in Italy per le donne musulmane

06 Novembre 2019 Categoria: Un'Italia da Export

La Modest Fashion è il settore della moda islamica femminile. Per abbigliamento dedicato alle donne musulmane non si intendono soltanto abiti scuri, pesanti, coprenti e dal design meno accattivante; si tratta invece di una vasta gamma di modelli per le ragazze che vogliono seguire la moda senza andare contro le regole dell’Islam. Con Hind Lafram, stilista di moda italiana per le donne di religione musulmana, abbiamo ripercorso la storia del marchio “HIND LAFRAM”. Hind ha 25 anni ed è nata in Marocco, ma da sempre ha vissuto a Torino. È in Italia da oltre 21 anni insieme alla sua famiglia.

Da dove nasce l’idea di Hind Lafram come brand di moda?

Dopo la scuola media, nonostante la passione nel disegnare capi di abbigliamento di tutti i generi, ho studiato 2 anni ragioneria per poi tornare sulla strada del mio sogno: la Moda. Nel 2014 ha creato una pagina su Facebook, dove condividevo le creazioni con le mie coetanee. In questo frangente ho scoperto che le mie creazioni non erano un surplus ma un’esigenza di una parte della clientela di cui nessuno si era preoccupato di soddisfare. E così ho cominciato a fare qualche capo su misura. Dopo un anno mi sono diplomata in moda presso una scuola statale di Torino. Dal 2015 al 2016 invece sono stata impegnata in diversi progetti presso la Web Fashion Academy, e presso un noto ufficio stile a Milano. Ho partecipato a diversi festival, mostre, eventi moda e bellezza, trasmissioni televisive e interviste da parte delle testate giornalistiche più importanti. Le mie creazioni hanno sfilato in eventi sia nel territorio Torinese, sia in altre importanti città italiane come: Roma, Bergamo, Rimini, Firenze, ed altre ancora. Nel 2017 ho deciso di registrare ufficialmente il mio marchio “HIND LAFRAM” creando la società “Modest Fashion Italia”, una realtà imprenditoriale che è nata dal coinvolgimento di due attori che mi hanno aiutato a creare industrialmente la mia prima collezione. Ho fatto sfilare la mia prima collezione a Luglio 2017 durante la Torino Fashion Week. Questo evento è stato il punto di lancio del nuovo ed unico brand italiano per donne musulmane. Un altro progetto molto interessante che ho avviato nel 2019 è stata la collaborazione con Allegro Natura, un’azienda che si occupa di prodotti biologici, dalla cosmesi alla pulizia della casa. La collaborazione nasce dalla mia idea di creare prodotti specifici per i capelli delle donne musulmane con il velo. La linea (Hind Lafram by Allegro Natura) ha gli stessi valori della linea di abbigliamento: qualità, Made in Italy, sostenibilità e innovazione.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Nel 2017 il team era composto da 3 soci: Hind Lafram, Adriano Speranza di Sportline e Paolo Biancone. Io mi occupava della parte creativa, Adriano della produzione e Paolo della comunicazione. Ad oggi invece lavoro principalmente da sola collaborando con professionisti esterni a seconda della collezione o del progetto. La cosa più importante del mio lavoro è non perdere l’obbiettivo di tutto il progetto, ovvero l’attenzione e la cura dei dettagli sui capi di abbigliamento per le donne musulmane. Offrire l’innovazione, la semplicità e l’utilità in un solo capo di abbigliamento. Raccontare una storia dietro ad ogni prodotto e promuovere l’acquisto dei soli capi necessari, o come spesso sottolineo: “pochi ma buoni”. Spesso la donna musulmana sceglie volontariamente di indossare il velo, vuole una scelta di modelli e colori, è una donna attiva nella società, pratica lo sport, ha eventi importanti in cui vuole essere elegante e a proprio agio in ciò che indossa nonché indossare l’abito che coniuga gusto italiano con il professare e praticare la religione musulmana.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

Nel mio caso la difficoltà sta proprio nella novità del prodotto e nel target a cui è indirizzato. Essendo un prodotto nuovo per l’Italia e per assurdo anche per le donne musulmane italiane, si fa fatica a capire le esigenze, i gusti e le quantità da produrre. Ma la cosa bella del progetto è anche questa, essere i primi a dover ricercare e conoscere tutto pezzo per pezzo, costruire tutto in base alle proprie ricerche e non in base a numeri o statistiche già presenti. Inoltre in Italia manca quel “credere” nelle novità per cui la ricerca di un socio o di un finanziatore è davvero difficile nonostante le potenzialità del progetto.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Il mercato principale del mio prodotto è l’Italia, e attualmente vendo solo qui. Ma l’obbiettivo è quello di strutturarmi bene per poter vendere in tutta Italia per poi espandermi in Europa e poi in qualche paese arabo che apprezzi il Made in Italy, come i Paesi del Golfo.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

Nella mia situazione non ha generato nessuna utilità se non la conoscenza di qualche informazione sul mondo dell’imprenditoria.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Devo dire la verità? Non saprei. Fino ad ora ho quasi sempre lavorato da sola, mi sono impegnata a produrre capi che possano attirare l’attenzione, mi sono immischiata in incontri e ho partecipato ad eventi su imprenditoria e commercio. Ho imparato qualcosa che mi porto sempre dietro, ma sono ancora “piccola” come realtà e a parte tante ma tante parole non ho ricevuto nessuna collaborazione pratica. Il mio consiglio è: impegnatevi, impegnatevi e impegnatevi. Non vi aspettate nulla da nessuno, non contate su nessuno ma solo sui vostri sforzi. Se poi ci saranno degli “aiuti” da fuori ben venga, altrimenti sappiate di dover contare solo sulle vostre forze. Cercate, informatevi, partecipate ad incontri su qualsiasi cosa inerente al vostro campo e non arrendetevi. Chi si impegna raccoglie qualche frutto e anche tanta soddisfazione. L’impegno non è mai vano.

Obiettivi per il futuro…

Industrializzare il mio prodotto, mantenere la qualità, renderlo il più accessibile possibile e creare sempre abiti che possano regalare gioia e autostima nelle donne che li indossano. Diventare il brand bandiera italiano della Modest Fashion e per le donne musulmane. Creare prodotti legati al benessere delle donne, prodotti innovativi e unici unendo tutte le donne sotto lo stesso brand, senza differenza di religione o provenienza. Il mio è e sarà per sempre un brand inclusivo, per tutte le donne del mondo che amano vestire il mio stile.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Valeria Gambino, redazione@exportiamo.it

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