La Turchia rappresenta per l’Italia il 12° mercato di destinazione, il primo tra quelli Mediorientali. Da gennaio ad agosto dell’anno in corso, l’interscambio commerciale tra Roma e Ankara ha raggiunto quota 11,5 miliardi di dollari (in calo del -14,3% rispetto allo stesso periodo del 2018). Scopriamo insieme quali sono i settori più importanti per il Made in Italy in Turchia.

Secondo SACE SIMEST andamento dell’export italiano verso il mercato turco potrebbe crescere in valore del 2,7% fino al 2022. Nel 2018 l’interscambio con la Turchia si è chiuso a 13,51 miliardi di dollari frutto di esportazioni verso Ankara per 6,2 miliardi di dollari ed importazioni per 7,2 miliardi di dollari che dunque fanno segnare per il Belpaese un saldo negativo nella bilancia commerciale pari a 971 milioni di dollari.

A livello macroeconomico la Turchia ha registrato negli ultimi 20 anni una crescita media del PIL di circa il 5% annuo. Secondo l’ultimo rapporto World Economic Outlook pubblicato 15 ottobre 2019, la Turchia dovrebbe crescere del 3,0% nel 2020.

In base al Nuovo Programma Economico (NEP) per il periodo 2018-2020, gli obiettivi principali indicati dal governo turco sono:

• Riduzione deficit statale attraverso tagli alla spesa pubblica (target: 1,7% deficit/Pil nel 2021)
• 2 milioni di posti di lavoro aggiuntivi
• Sostenibilità dei target di crescita: 3,8% Pil 2019, 2,3% nel 2020, 3,5% nel 2021
• Investimenti aggiuntivi per stimolare la crescita dell’export turco e favorire l’equilibrio della bilancia commerciale.

La Turchia occupa il 43esimo posto nella classifica “Ease of Doing Business 2019 stilata annualmente dalla Banca Mondiale.

Commercio estero e settori d’interesse

A livello globale nel 2018 la Turchia ha prodotto un interscambio di 243,2 miliardi di dollari di cui 111 miliardi di esportazioni (+2,6% rispetto al 2018) e 131 miliardi di importazioni (-16,4%).

Tra i principali partner commerciali registra al primo posto la Germania con 21,6 miliardi di dollari interscambio (-12,8% rispetto al 2018), di cui 11,4 miliardi di dollari di importazioni (-19,2% rispetto al 2018) e 10,2 miliardi di dollari di esportazioni (-4,3% rispetto al 2018) con un saldo negativo per la Turchia di 1 miliardi di dollari; al secondo posto la Russia, con 17 miliardi di interscambio (0%), di cui 14,7 miliardi di import (-1,3%) e 2,4 miliardi di export (+9,0%) e un saldo negativo per la Turchia di 12,3 miliardi di USD. A seguire c’è la Cina con un interscambio di 13 mld di dollari, gli Stati Uniti con 12 mld di dollari e l’Italia con 11 mld di dollari.

Ankara esporta soprattutto autoveicoli, trattori e parti di ricambio (15% del totale, -2,4% rispetto al 2018), macchinari e apparecchiature meccaniche (10%, +4,4%), ferro ed acciaio (6%, -1,7%), abbigliamento ed accessori (5%, -0,2%) e macchinari di precisione ed attrezzature elettriche ed elettroniche (5%, -1,2%).

Per quanto riguarda invece le importazioni spiccano quelle di combustibili minerali, oli minerali (21%), macchinari e apparecchiature meccaniche (11%), ferro ed acciaio (7%), macchinari di precisione ed attrezzature elettriche ed elettroniche (7%) e materie plastiche e lavori di tali materie (6%).

Rapporto tra Italia e Turchia

L’Italia si posiziona quale 5° partner commerciale con 11,6 mld di interscambio totale (-14,3%) rispetto al 2018, di cui 5,6 mld di import (-22,7%) e 5,9 mld di export (-4,5%). Nel mese di agosto 2019 l’Italia si conferma quinto fornitore della Turchia dopo Russia, Cina, Germania e Stati Uniti e il terzo cliente dopo Germania e Regno Unito.

Nel dettaglio l’Italia nel 2018 ha esportato in Turchia principalmente:

- Macchinari e apparecchiature meccaniche: 2 miliardi di dollari (26% sul totale)

- Materie plastiche e lavori di tali materie: 498 mln di dollari (7% sul totale);

- Autoveicoli, trattori e parti di ricambio: 596 mln di dollari (6% sul totale);

- Macchinari di precisione ed attrezzature elettriche ed elettroniche: 398 mln di dollari (5% sul totale);

- Ferro ed acciaio: 282 mln di dollari (4% sul totale).

Le opportunità per le imprese italiane

Macchinari e apparecchiature

La domanda di beni strumentali italiani rimane molto elevata ma, in generale, il mercato turco offre interessanti opportunità a tutte le nostre aziende operanti nel settore macchinari e apparecchiature ed in particolare a quelle attive nel macchine tessili, lavorazione metalli, plastica, legno, marmi, pelli e calzature ed imballaggio.

Prodotti tessili

I tessuti e filati italiano sono molto apprezzati in Turchia e l’Italia gioca un ruolo importante in questo settore, essendo il primo fornitore di tessuti e filati della Turchia oltre che uno dei più importanti clienti. Un’attenzione particolare deve essere inoltre posta sui tessili tecnici che prevedono parecchi campi di applicazione (medicina, automotive, agricoltura, tessili per arredamento etc.).

Prodotti chimici

Pur contribuendo significativamente a determinati settori come la nanotecnologia, la bio-chimica, la genetica e la chimica organica, il comparto resta trasversale a tutti i settori produttivi (tessile-abbigliamento, elettrodomestici, meccanica strumentale, gomma e plastica, costruzioni, automobilistico) e rappresenta una tra le voci più importanti delle importazioni della Turchia. Anche per quello che riguarda questo genere di prodotti l’Italia si colloca tra i principali esportatori nel Paese, dove sono soprattutto attive le piccole e medie imprese.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it

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