Raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento che estenderà il sistema delle indicazioni geografiche (IG) dell’UE a prodotti industriali e artigianali non agroalimentari, come gioielli, tessuti, pizzi, pietre naturali, posate, vetro e porcellana.

Lo scorso 2 maggio il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE hanno raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento inteso a proteggere le indicazioni geografiche (IG) dei prodotti artigianali e industriali, ovvero di quei prodotti le cui qualità sono essenzialmente legate alla zona di produzione, come il cristallo di Boemia, la porcellana di Limoges o le posate di Solingen.

Attualmente, infatti, non esiste una protezione delle IG a livello dell’UE direttamente applicabile per esempio ai gioielli, ai prodotti tessili, al vetro, alla porcellana, ecc. Ad oggi, l’UE dispone di norme specifiche per la protezione delle IG solo per quanto riguarda vini, bevande spiritose, prodotti alimentari e altri prodotti agricoli. Lo Champagne e il Prosciutto di Parma sono noti esempi di IG agricole.

La protezione delle IG per i prodotti artigianali e industriali porterà a una maggiore innovazione e maggiori investimenti nell’artigianato, aiutando gli artigiani e i produttori, specialmente le PMI, a promuovere e tutelare il loro know-how tradizionale a livello dell’UE, nel rispetto delle norme dell’UE in materia di concorrenza.

Principali punti dell’accordo

L’accordo politico raggiunto tra le due istituzioni:

  • assicura la coerenza con le norme sulla protezione delle IG per i prodotti agricoli applicando il concetto di “indicazione geografica protetta” (cosiddetta “IGP”), che garantisce l’attrattività delle indicazioni geografiche per i produttori che mantengono un forte legame tra le caratteristiche dei prodotti e la loro origine geografica;
  • prevede procedure efficaci di controllo e verifica per la protezione delle IG introducendo, come procedura standard, un sistema basato sull’autodichiarazione che gli Stati membri rafforzano con controlli;
  • fa sì che la protezione delle IG artigianali e industriali si applichi anche allo spazio dei nomi di dominio e all’ambiente online;
  • facilita le procedure di registrazione delle IG, in particolare per le PMI, e garantisce nel contempo un elevato livello di protezione giuridica assegnando all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) un ruolo importante per quanto riguarda le procedure di registrazione delle IG artigianali e industriali. Nello specifico, il nuovo regolamento prevede che i produttori registrino la loro IG presso le autorità nazionali, che poi presenteranno la domanda all’EUIPO. Il Parlamento europeo, inoltre, ha voluto garantire che i produttori possano inviare la domanda di registrazione online, mentre le autorità nazionali dovranno sostenere le PMI nella preparazione della richiesta.

Prossime tappe

L’accordo provvisorio deve ora essere approvato e formalmente adottato da entrambe le istituzioni. Consiglio e Parlamento europeo sperano di avviare le discussioni sul testo entro la fine di questo mese, con l’obiettivo di raggiungere un accordo finale sotto la presidenza spagnola del Consiglio dell’UE nella seconda metà del 2023. Il testo concordato entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, mentre il regolamento si applicherà due anni dopo questa data. La Commissione dovrà poi valutare i risultati dell’applicazione ogni cinque anni.

Il regolamento è una delle principali proposte del piano d’azione sulla proprietà intellettuale, presentato dalla Commissione europea nel novembre 2020 ma non rappresenta soltanto una questione interna. Nel novembre 2019, infatti, l’UE ha aderito all’Atto di Ginevra dell’accordo di Lisbona sulle denominazioni di origine e le indicazioni geografiche (un trattato internazionale dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale), che riguarda le IG per i prodotti sia agricoli che non agricoli. La proposta consentirà all’UE di rispettare i suoi obblighi internazionali derivanti da tale trattato e di sfruttare appieno le opportunità che esso offre.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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