Il governo gialloverde sta studiando una misura che prevede un taglio della tassazione per under35, over55 e piccole imprese. Scopriamo insieme a chi conviene questa misura e quali dovrebbero essere i requisiti per accedere a questi regimi fiscali agevolati.

Avvio di flat tax”. Così il ministro dell’Economia Giovanni Tria si è recentemente espresso sul tema del taglio delle tasse per le imprese, ormai ritenuto dagli addetti ai lavori come uno dei provvedimenti che certamente vedrà la luce nel processo che porterà all’approvazione della prossima legge di bilancio prevista per l’autunno 2018, ma di cui si sta discutendo già da tempo. Dunque se per la flat tax per le famiglie i tempi non sono ancora maturi, le Pmi italiane potrebbero, già da gennaio 2019, provare sulla propria pelle gli effetti di una delle misure più chiacchierate dell’ultima campagna elettorale italiana.

Ma in cosa consiste sostanzialmente la flat tax all’italiana? E cosa cambia rispetto al sistema fiscale vigente?

Al vaglio dei tecnici del Ministero dell’Economia e Finanza (Mef) ci sarebbe l’introduzione di due aliquote differenziate (per questo si parla anche di dual tax) a cui si aggiungerebbe una flat tax per le startup create da under 35 ed over 55.

Nello specifico le aliquote potrebbero essere strutturate come segue:

15% -> per tutte le imprese che realizzano fatturati annui inferiori ai 65mila euro;
20% -> per tutte le imprese che realizzano fatturati annui inferiori ai 100mila euro.

Un’altra importante novità consisterebbe nel fatto che sarebbero aboliti tutti gli adempimenti contabili, contributivi e fiscali mantenendo solo l’obbligo di compilazione del modello unico e dell’emissione delle fatture. Inoltre la riforma in cantiere non dovrebbe contemplare neanche la contabilità Iva che invece dovrebbero continuare a pagare le sole ditte individuali e le società personali che intendono proseguire a pagare le tasse secondo le aliquote Irpef.

La filosofia che sta alla base della misura è abbastanza facile da comprendere: creare un regime fiscale agevolato che riguardi anche società di capitali e società di persone, in modo da poter concedere uno sconto fiscale a tutti i possessori di Partita Iva ma anche alle Pmi con un giro d’affari limitato.

Ad esser precisi i possessori di Partita Iva possono già oggi accedere ad un’aliquota pari al 15% ma devono rispettare una serie di vincoli piuttosto stringenti fra cui:

- Ricavi massimi più bassi: fra 25 e 50 mila euro annui a seconda del codice Ateco relativo all’attività esercitata che invece passerebbero a 65mila euro annui;
- Spese per lavoro accessorio, dipendente o a progetto più basse: non superiori a 5000 euro lordi che invece passerebbero a 15mila euro lordi;
- Spese per acquisti di beni ammortizzabili, al lordo degli ammortamenti, più contenute, non superiori a 20 mila euro che invece passerebbero a 40mila euro lordi;
Per quel che riguarda le startup create da under 35 o over 55 che realizzano fatturati annui inferiori ai 65mila euro invece sarebbe introdotta un’aliquota unica al 5% ma l’agevolazione avrebbe una durata limitata, fra i tre ed i cinque anni.

Una misura che denota la volontà di estendere ad altri soggetti l’attuale regime forfettario startup che assegna, a seconda dell’attività svolta, diversi coefficienti di redditività e differenti limiti massimi di compenso (oggi oscillano fra i 30 ed i 50 mila euro). Così si agevolerebbero non solamente le nuove imprese ma anche le persone fisiche che ad esempio decidono avviare un’attività dopo aver perso il lavoro.

A chi conviene la flat tax per le imprese?

Sostanzialmente fra i principali beneficiari di questa misura ci sarebbero le società di capitali (S.R.L., S.R.L.S. e S.P.A.) con redditi inferiori ai 65mila euro che oggi oltre a dover pagare l’Ires, fissata al 24%, devono poi pagare anche le relative imposte sugli utili. Un discreto vantaggio dovrebbero avere anche le società di persone, le ditte individuali e in genere le partite IVA (che rientrano nei parametri sopracitati) che al momento sono sottoposti a ordinaria tassazione Irpef dal 23% al 43%.

In conclusione, come detto all’inizio, un avvio di flat tax ci sarà come confermato dalle recenti dichiarazioni del Ministro degli Interni, Matteo Salvini, che intende “far pagare almeno a un milione di italiani il 15% del loro fatturato” ma resta ancora da capire quali saranno i paletti introdotti dal governo per potervi accedere.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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