Quando i canali tradizionali di accesso al credito si rivelano difficili da percorrere, PMI e startup innovative non devono soffocare la propria creatività, ma possono chiedere aiuto alla “folla” per finanziare i propri progetti attraverso il Crowdfunding. Scopriamo insieme come pianificare una campagna di successo.

Non è un segreto che per le piccole e medie imprese, soprattutto dopo la crisi del 2008, ottenere finanziamenti dalle banche non sia esattamente una passeggiata. Le difficoltà, poi, si moltiplicano per le startup che, essendo state costituite da poco tempo, non hanno le garanzie per ricevere prestiti e fidi.

Come uscire allora dalla cosiddetta “morsa del credito” ed accedere alle risorse finanziarie necessarie per lo svolgimento delle proprie attività? La risposta oggi si chiama finanza alternativa, espressione con la quale si indicano diversi strumenti tra cui Minibond, Invoice Trading, Direct Lending, Private Equity, Venture Capital e Crowdfunding, che rappresentano tutte fonti di finanziamento alternative al credito bancario.

Crowdfunding: cos’è e come funziona

In particolare il Crowfunding ha conosciuto, negli ultimi anni, una crescita sbalorditiva. Letteralmente “finanziamento dalla folla”, il Crowdfunding non è altro che un processo di raccolta di denaro di tipo collettivo, realizzato tramite piattaforme online, attraverso le quali molte persone destinano fondi di diversa entità, con lo scopo di favorire lo sviluppo di un progetto o di una iniziativa, ricevendo talvolta in cambio una ricompensa.

Questa forma di finanziamento alternativo, che può definirsi la raccolta fondi del nuovo millennio, rappresenta uno dei tanti ritrovati della sharing economy che per funzionare si avvale del mezzo più efficiente a disposizione nell’era 4.0, il web, dove le idee scorrono veloci, l’informazione si diffonde in tempi rapidi e gli strumenti messi a disposizione per “farsi pubblicità” sono i più disparati. Primi fra tutti, ovviamente i social network: in un mondo che viaggia su Twitter, Facebook, LinkedIn e Youtube, tanto per nominarne alcuni, il successo di una campagna di Crowdfunding passa dalla capacità delle piattaforme di coinvolgere ed emozionare un vasto numero di persone attraverso un efficace “storytelling” del proprio progetto che possa indurre la gente a sostenerlo economicamente.

In base al tipo di ricompensa che i finanziatori ottengono in cambio del denaro conferito, è possibile distinguere 4 modelli principali di Crowdfunding:

REWARD: si tratta del modello maggiormente diffuso, in Italia e nel mondo, grazie alla sua capacità di remunerare, seppure in maniera simbolica, il supporter con ricompense emozionali o materiali normalmente di valore inferiore alla donazione. La declinazione di questo modello in settori fortemente creativi e sperimentali ha portato alla pratica del pre-selling, in cui il promotore offre come ricompensa il prodotto stesso ad un prezzo inferiore rispetto al futuro prezzo di lancio.

DONATION: questo modello è utilizzato per lo più da enti ed organizzazioni no-profit che si rivolgono alle folle affinché queste sostengano economicamente una causa sociale, etica o filantropica. Il donatore in tal caso non ottiene alcuna ricompensa materiale dal sostegno alla causa.

LENDING: conosciuto anche come peer to peer (prestito tra privati), è un modello che consente a privati risparmiatori di prestare risorse monetarie a tassi agevolati, senza dunque il ricorso ad intermediari tradizionali come le banche. Trattandosi di una norma di intermediazione creditizia, l’attività è sottoposta alla normativa sul credito e alla vigilanza della Banca d’Italia.

EQUITY: si ha quando tramite l’investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società. In tal caso, la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa.

Il modello equity rappresenta l’unica forma di Crowdfunding disciplinata in Italia, che tra l’altro ha il primato di essere stato il primo Paese a normarlo. Nel giugno 2013 la Consob ha emanato un apposito Regolamento che consente di gestire piattaforme di Equity Crowdfunding previa autorizzazione dello stesso organo di vigilanza. Con l’aggiornamento del regolamento, pubblicato da Consob nel gennaio 2018, le piattaforme autorizzate possono pubblicare campagne di raccolta di capitale di tutte le società offerenti qualificate come Piccole e Medie Imprese, e quindi non più soltanto le PMI e le startup innovative come avveniva in precedenza.

I vantaggi del Crowdfunding

Il Crowdfunding può offrire qualcosa di più dei semplici vantaggi finanziari:

  • può essere un modo per radunare una comunità intorno alla propria offerta: costruendo un network professionale, commerciale e finanziario si possono acquisire utili conoscenze sul mercato e raggiungere nuovi clienti.
  • Il Crowdfunding può anche essere un potente strumento di marketing: puntando direttamente sulle persone che saranno probabilmente i clienti aiuta a creare un mercato per i propri progetti suscitando interesse prima ancora che il prodotto sia entrato in produzione.
  • Può aiutare ad ottenere altre forme di finanziamento: una campagna coronata da successo evidenzia anche il fatto che esiste un mercato per la propria attività e che le persone ci credono. Questo è estremamente utile quando si cercano finanziamenti addizionali da altri tipi di finanziatori come ad esempio le banche, i fondi di venture capital, gli investitori informali (angel investor) poiché l’investimento in quella attività potrebbe sembrare loro meno rischioso o si potrebbero ottenere termini e condizioni migliori.

I rischi del Crowdfunding: come gestirli e superarli

Il Crowdfunding presenta molti vantaggi, ma anche rischi potenziali di cui è bene essere a conoscenza per saperli gestire:

  • il rischio di imbattersi in piattaforme fraudolente: prima di presentare un progetto ad una qualsiasi piattaforma è buona prassi verificare che il gestore del portale sia iscritto al Registro dei Gestori di Portali tenuto dalla Consob, ed in ogni caso è opportuno scegliere piattaforme affermate e rispettabili che hanno buona fama e non presentano indicazioni di irregolarità.
  • La proprietà intellettuale di un’idea diventa di dominio pubblico: circolando online ed essendo visibile a tantissime persone c’é il rischio che qualcuno possa copiarla. Per tutelarsi è consigliabile affidarsi ad un esperto che saprà identificare le modalità più idonee per proteggere i propri diritti.
  • Costi da non sottovalutare: sarà necessario destinare delle risorse prima, durante e dopo la campagna per coprire costi legali, burocratici, di marketing, etc… Dunque è estremamente sconsigliato partire allo sbaraglio senza aver prima identificato costi e marginalità del progetto ed averne definito i punti chiave in un business plan redatto da una persona esperta che sappia valutare anche l’incidenza di eventuali “costi nascosti”;

È evidente dunque che progettare e gestire una campagna è tutt’altro che banale: richiede conoscenze di marketing, legali, finanziarie, di PR, di social media management, capacità di studio e analisi del settore a cui la campagna si rivolge e altre skill come l’uso di servizi di email marketing o di editing video. Occorre avere molto tempo a disposizione, capacità organizzative e di pianificazione, costanza, determinazione e un’ottima conoscenza di fondo delle dinamiche di questa forma di auto-finanziamento.

Se state riflettendo su come finanziare una nuova impresa o una nuova idea imprenditoriale con una campagna di Crowdfunding e sapere quali sono le piattaforme più note ed affidabili, non partite allo sbaraglio ma affidatevi ad un team di esperti in grado di guidarvi e supportarvi in tutte le fasi del vostro progetto.

Per informazioni e consulenza compilate questo form oppure chiamateci al numero 06 5919749.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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