È un futuro ancora in crescita, nonostante le incertezze e le complessità degli scenari globali, quello che si prospetta per l’export italiano nel 2019 e nel triennio successivo. Lo segnala l’ultimo Rapporto Export del Polo SACE SIMEST, “Export Karma: il futuro delle imprese italiane passa ancora per i mercati esteri” presentato lo scorso 30 maggio a Milano. Giunto quest’anno alla sua tredicesima edizione, lo Studio vede ancora una volta confermato il ruolo cruciale dell’export per l’economia nazionale e tratto distintivo del fare impresa in Italia.

Dopo aver chiuso un 2018 con aumento del 3,1%, il nostro export è pronto a proseguire il suo cammino a un passo analogo anche nel prossimo futuro, con previsioni di crescita al 3,4% per il 2019, che saliranno al 4,3% medio annuo nel triennio successivo 2020-2022. A questo ritmo, le vendite estere di beni italiani arriveranno a toccare il valore di 500 miliardi nel 2020, superando i 540 miliardi nel 2022. In crescita anche l’export di servizi, che entro il 2022 dovrebbe superare quota 120 miliardi di euro.

Il passo di crescita dell’export italiano è ancor più significativo se letto nel quadro di un contesto globale complesso in cui le tensioni protezionistiche, il rallentamento della Cina, dell’Eurozona e degli Stati Uniti, la questione Brexit ancora irrisolta e le difficoltà di alcune economie emergenti si sono già tradotte in un calo delle previsioni di crescita del commercio internazionale, scese al 2,5%, in volume, per l’anno in corso (ben al di sotto del 4,8% del 2018 e ancora inferiore rispetto al 6,5% del 2017).

“L’export italiano ha sempre dimostrato di avere le risorse giuste per affrontare congiunture avverse e complessità e anche questa fase non fa eccezione – ha dichiarato il Presidente di SACE, Beniamino Quintieri –. Le nostre imprese esportatrici stanno raccogliendo i frutti di un lavoro di riposizionamento verso un’offerta di sempre più alta qualità, fattore che ci contraddistingue sui mercati esteri e che è strategico in questa congiuntura perché ci mette, almeno in parte, al riparo dalle conseguenze dirette di dinamiche quali la guerra commerciale. Questa la direzione per rafforzare la nostra competitività, che deve essere valorizzata tramite strategie che aiutino le nostre imprese a espandere e diversificare i propri mercati di riferimento, raggiugendo quote sempre maggiori e all’altezza del proprio potenziale. Un percorso da compiere consapevoli che l’export è la vocazione e il motore dell’Italia”.

In questa cornice, l’attenzione delle nostre imprese dovrà focalizzarsi sempre più verso quei Paesi che stanno varando programmi di upgrade industriale, miglioramento infrastrutturale e sviluppo urbanistico per sostenere la crescita, dimostrando maggiore apertura alle partnership estere. Tra questi in particolare Brasile, India ed Emirati Arabi, che da soli nel 2022 domanderanno dall’Italia 2,5 miliardi di euro di export aggiuntivo rispetto al 2018, secondo le stime di SACE SIMEST.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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