Ghana, una “democrazia vera” nel Continente Nero

Ghana, una “democrazia vera” nel Continente Nero

31 Luglio 2017 Categoria: Focus Paese Paese:  Ghana

Scopriamo insieme il mercato ghanese e tutte le opportunità che esso offre alle PMI italiane soprattutto in ragione di una eccezionale stabilità politica.

Grazie ad una popolazione di 28,7 milioni di abitanti ed alla comprovata stabilità democratica, il Ghana, può essere considerato un approdo ideale per coloro che sono interessati a fare business all’interno di tutta l’area ECOWAS (Economic Community of West African States), che include mercati in forte espansione demografica.

Politicamente, il Paese, può contare su un sistema democratico multipartitico e stabile.

Le due forze politiche, alternatesi al governo in questi anni, sono il partito di centro-sinistra National Democratic Congress (NDC) e il liberal-conservatore New Patriotic Party (NPP).

Durante le ultime elezioni del 7 dicembre 2016 - le settime consecutive che si svolgono in Ghana in un clima pacifico da quando nel 1992 fu restaurata la democrazia - la vittoria è andata a Nana Akufo-Addo, rappresentante del NPP che anche conquistato la maggioranza dei seggi parlamentari.

Il Presidente eletto ha prestato giuramento il 7 gennaio 2017 ed assieme al nuovo governo ha promesso di rilanciare l’economia, ridurre la corruzione e promuovere un’industrializzazione accelerata del Paese.

Il territorio ghanese è ricchissimo di risorse minerarie tra cui: oro, diamanti, manganese (di cui è uno dei principali produttori mondiali) e bauxite. Inoltre da dicembre 2010 ha avuto inizio lo sfruttamento di alcuni giacimenti di petrolio. Un altro punto a favore del Paese è rappresentato dalla buona disponibilità di aree fertili tanto che per alcuni prodotti si possono realizzare anche due raccolti l’anno. Inoltre, dopo la Costa d’Avorio, il Ghana è il secondo produttore di cacao al mondo.

Economia

Tra il 2008 e il 2013 il Ghana ha fatto registrare uno dei più elevati tassi di crescita del Pil al mondo: l’aumento medio annuo è stato dell’8,7%, toccando nel 2011 un picco del 14%.

Negli ultimi anni l’economia del Paese ha attraversato però una fase di debolezza e la crescita del Pil nel 2016 non ha superato il +3,6%, registrando la performance più bassa degli ultimi 23 anni.

Nel biennio 2017-2018 le previsioni concordano su un incremento più consistente, dato il progressivo aumento della produzione di idrocarburi del campo offshore TEN (Tweneboa, Enyenra, Ntomme, località del Ghana) e dall’entrata in produzione, nel maggio 2017, del campo offshore OCTP (Integrated Oil and Gas Project).

Il rallentamento della crescita economica di quest’ultimo periodo è riconducibile ad una forte crisi energetica, all’andamento altalenante del prezzo del petrolio, alla diminuzione della produzione nazionale di cacao e all’elevato deficit fiscale, che ha comportato un inevitabile aumento del debito pubblico.

Nell’aprile 2015 il Fondo Monetario Internazionale ha approvato una linea creditizia ampliata (“Extended Credit Facility”) triennale di 918 milioni di dollari per il supporto ad un programma di riforme economiche di medio termine. Il programma è diretto a ripristinare la sostenibilità del debito pubblico e la stabilità macroeconomica, ad agevolare il ritorno ad un’elevata crescita economica e a stimolare la creazione di posti di lavoro.

Anche questo tipo di interventi da parte della comunità internazionale, dimostrano che la stabilità politica, il sistema democratico e l’attivismo del governo nel campo della lotta alla povertà, contribuiscono a rendere il Ghana un Paese ben visto dai maggiori donatori internazionali.

Infatti, nell’agosto 2014 anche l’Agenzia di cooperazione statunitense Millennium Challenge Corporation ha formalizzato un impegno di 498,2 milioni di dollari per sostenere la trasformazione del settore energetico ghanese. Secondo la definizione della Banca Mondiale, il Ghana ha lo status di “Lower Middle Income Country”.

Dove investire

Il settore delle costruzioni risulta decisamente promettente, in modo particolare per quanto riguarda il ramo abitazioni civili ed infrastrutture.

Stando a quanto riportato da uno studio della Banca Centrale del Ghana, nel Paese sarebbero necessarie circa un milione e mezzo di abitazioni civili di edilizia economica.

Sotto il profilo delle infrastrutture, invece, il Ghana ha necessità di ampliare la rete viaria e riabilitare le reti ferroviarie esistenti, oltre a costruire nuove centrali elettriche e reti di trasporto per gas e petrolio. Al momento è in corso l’ampliamento e la ristrutturazione dei due porti commerciali, quello di Tema e quello di Takoradi. Dovrebbe inoltre essere ampliato l’aeroporto internazionale di Accra con la costruzione di un terzo terminal.

Un settore collegato all’espansione del mercato immobiliare e degli edifici di arredo urbano è senz’altro quello dei serramenti in alluminio, ideali per il clima tropicale e facilmente sostituibili a i serramenti in legno, materia prima scarsamente reperibile in Ghana.

Il settore del turismo è molto poco sviluppato ed offre ottime possibilità d’investimento. Le coste del Paese sono caratterizzate da bellissime spiagge tropicali, soprattutto nella zona occidentale. Lungo tutta la costa, inoltre, sono presenti numerosi castelli, dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, un tempo utilizzati per la tratta degli schiavi ed oggi adibiti a musei. Vi sono inoltre diversi parchi, ma sono molto scarse le attrezzature ricettive.

Risultano invece favorevoli i collegamenti aerei nazionali e internazionali, coperti dalle principali compagnie aree europee ed americane.

Si è già accennato al fatto che il Ghana è il secondo produttore mondiale di cacao, ma nel Paese vi è scarsità di impianti di trasformazione che permetterebbero di esportare un prodotto a più alto valore aggiunto. Anche per il caffè mancano impianti di trasformazione in loco e lo stesso discorso vale anche per lo zucchero. Il Paese è produttore di frutta tropicale di buona qualità, ma anche in questo caso è sprovvisto di impianti di trasformazione per la produzione di conserve, succhi e frutta essiccata.

Un discorso mirato va fatto invece per quanto riguarda il settore energetico. Il quantitativo di energia elettrica attualmente prodotta non è sufficiente ad accontentare il fabbisogno nazionale. Sono in costruzione alcune centrali termiche ed inoltre il Governo ha espresso la volontà di raddoppiare la produzione di energia da fonti rinnovabili dal 5 al 10% entro il 2020.

Cosa esportare

I settori riguardanti il mercato del gas e del petrolio e dell’estrazione mineraria offrono buone potenzialità di vendita di macchinari da parte delle imprese italiane. E’ prevista la costruzione di nuove piattaforme petrolifere, sia al largo della costa occidentale che di quella orientale del Paese. Le imprese italiane possono dunque inserirsi nel mercato della vendita e della fornitura di macchinari e servizi per la costruzione di tali piattaforme.

Inoltre è necessaria tutta la gamma di servizi per la decontaminazione ambientale.

Per quanto riguarda il mercato edile, in fase di espansione soprattutto nell’area circostante l’aeroporto internazionale di Accra, sono in corso di realizzazione abitazioni di pregio, hotel ed uffici.

Grazie alla presenza di una comunità internazionale in crescita, l’apertura di nuovi ristoranti ed hotel offre buone possibilità per la vendita dei prodotti alimentari Made in Italy.

Inoltre, in conclusione, la continua interruzione nella somministrazione di energia elettrica richiede l’importazione di generatori, trasformatori e stabilizzatori di corrente. Anche in questo ramo sono buone le prospettive d’inserimento nel mercato per le imprese italiane.

Il bilancio delle importazioni ghanesi di prodotti italiani è piuttosto basso (appena sopra i 12 milioni di euro nel 2016), ma date le dimensioni del mercato e la redditività garantita dai settori d’interesse per le imprese italiane, è possibile ipotizzare una crescita sostenuta negli anni a venire ed in effetti SACE stima che, già a fine 2017, vi sarà un aumento del 7,6% dell’export italiano nel Paese africano.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Riccardo Ciabattoni, info@exportiamo.it

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