Oggi approfondiamo i piani di sviluppo della Costa d’Avorio, determinata a trasformarsi entro il 2020 in un Paese emergente, e scopriamo le opportunità d’investimento più interessanti per le PMI italiane.

7,9%, 8% ed 8,5%. Questi sono gli eccellenti dati di crescita del PIL della Costa d’Avorio nell’ultimo triennio: il Paese che sembra dunque aver intrapreso un positivo percorso di rilancio anche grazie ad una stabilizzazione del tasso di inflazione (ora di poco superiore all’uno percento) che per anni ha penalizzato l’economia reale rendendo complicate le condizioni di vita degli ivoriani.

Il Paese rimane comunque una realtà ancora sottosviluppata con un tasso di povertà ancora vicino al 50% della popolazione, complessivamente superiore ai 23 milioni di persone.

L’obiettivo dello stato africano, guidato dall’economista Ouattara, è quello di diventare un Paese emergente entro 2020 ed a tal scopo è stato varato, lo scorso anno, un Piano Nazionale di Sviluppo quinquennale che prevede investimenti per circa 45 miliardi di euro e che è considerato la vera piattaforma di politica economica del Governo.

Attraverso questo piano l’esecutivo vuole investire in diversi settori concentrando molto la sua attenzione sulle infrastrutture facilitando l’accesso a luce, acqua e costruendo una rete di autostrade moderne.

Parte del suddetto piano è poi dedicata alla formazione del capitale umano (ricordiamo che più del 60% degli ivoriani ha meno di 35 anni) attraverso un programma speciale volto a migliorare il livello medio d’istruzione, agevolare l’attivazione di tirocini e supportare le donne nella ricerca di un’occupazione.

E questo sembra essere uno degli aspetti più interessanti del piano anche in ottica business poiché la disponibilità di personale qualificato è certamente un fattore in grado di incrementare l’appeal della Costa d’Avorio agli occhi di possibili investitori.

Proprio al fine di supportare potenziali investitori opera il Centro di Promozione e Investimento del Paese (CEPICI), un organismo che fornisce innanzitutto preziose informazioni a tutti i soggetti interessati a fare business con la Costa D’Avorio. L’ente, inoltre, supporta gli imprenditori nel corso delle trattative oltre a svolgere attività di networking e di ricerca partner.

Nonostante tutto però l’economia della repubblica africana resta ancora fragile poiché basata principalmente sull’esportazione di materie prime e perché fortemente dipendente dal settore agricolo (quasi il 70% del popolo ivoriano è impiegato in qualche forma di attività agricola): il Paese è infatti fra i leader mondiali nella produzione ed esportazione di caffè e semi di cacao, due prodotti che rappresentano – da soli – il 40% delle entrate da esportazione e il 20% del PIL ivoriano.

Altre problematiche dell’economia locale sono rappresentate dalle fluttuazioni dei prezzi internazionali dei prodotti alimentari e dalle condizioni meteorologiche avverse che possono pregiudicarne le produzioni.

I rapporti con l’Italia

Il Belpaese già partecipa al processo di sviluppo della Costa d’Avorio attraverso una presenza imprenditoriale nei settori della lavorazione del legno, dei trasporti marittimi, dell’agroalimentare e delle infrastrutture.

Nel 2016 l’interscambio fra i due Paesi si è attestato intorno al mezzo miliardo di euro (479 milioni per l’esattezza) e la bilancia commerciale nettamente a favore del Paese africano per circa € 115 milioni.

In Costa d’Avorio vendiamo principalmente macchinari ed apparecchiature, prodotti in metallo, prodotti alimentari e chimici. Un’altra categoria di prodotti molto richiesta è rappresentata dai materiali da costruzione (cemento e tubature) ed accessori per l’edilizia, specialmente per le abitazioni di standard elevato, fra cui spiccano sanitari e rubinetterie.

Il consiglio è quello di continuare ad investire con decisione nel settore infrastrutturale poiché la riabilitazione della rete viaria terrestre di comunicazioni rappresenta un’assoluta priorità per il governo ivoriano.

Tra i settori più attrattivi per gli imprenditori italiani c’è quello agroindustriale poiché, al momento, nel Paese è quasi completamente assente il settore della trasformazione industriale dei prodotti agroalimentari. Altri settori interessanti, il cui sviluppo è giudicato prioritario dal Governo, sono il settore dell’energia, in particolare energie rinnovabili, ed il settore dei trasporti ma anche il trattamento dei rifiuti e delle acque sono altri due settori promettenti.

Si rileva infine un crescente interesse da parte delle aziende italiane nella produzione di biocombustibili e biomasse derivanti dagli scarti della produzione del cacao, degli anacardi e dell’olio da palma, nonché dallo stesso trattamento dei rifiuti.

Rischi economici ed operativi

Prima di investire nel Paese è bene tuttavia sapere che esistono alcuni rischi economici ed operativi da non prendere sotto gamba. Fra questi si citano il complicato accesso ai finanziamenti e l’elevato costo del denaro, spiegabile in ragione dell’alto rischio di mancato pagamento (anche da parte della Pubblica Amministrazione). Inoltre in Costa d’Avorio un gran numero di terreni non è censito ed appartiene alle comunità locali per consuetudine: per questo l’esistenza di un titolo di proprietà non sempre tutela da rivendicazioni di utilizzo e possesso. Infine si menziona la diffusa corruzione che, soprattutto in determinati settori, è agevolata dalla presenza di una normativa poco trasparente.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Alessio Gambino, redazione@exportiamo.it

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