Le cosiddette “città intelligenti” sono un concetto sempre più diffuso e rappresentano un’opportunità a livello globale. Efficienza energetica, autoconsumo, gestione del traffico sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano la smart city del futuro.

Il concetto di smart cities o città intelligenti è stato messo in pratica per la prima volta già qualche anno fa, in particolar modo per le città a più alta densità demografica. L’idea nasce per cercare di gestire in maniera più efficace le risorse necessarie, che per definizione sono limitate, utilizzando le nuove tecnologie e gli strumenti digitali.

Oggi le città accolgono il 50% della popolazione mondiale e si stima che entro il 2050 si possa arrivare al 70%. È evidente, quindi, che le maggiori emissioni (più del 70%) provengano dagli agglomerati urbani ed è per questo motivo che urge mettere in pratica modelli di gestione più sostenibili.

La pandemia, dal canto suo, ha aperto un’interessante spunto di riflessione sul concetto di città intelligenti, sui metodi di lavoro e sulle problematiche del dislocamento. Carlo Ratti del MIT di Boston, considerato uno dei più importanti specialisti mondiali nel campo dell’innovazione urbana, ritiene che “l’emergenza sanitaria ha esercitato una pressione enorme sulle grandi città, sede di multinazionali e centri finanziari”. Probabilmente, siamo di fronte ad una trasformazione geografica e urbana, di cui a beneficiare saranno soprattutto le città di medie dimensioni.

Negli ultimi mesi, il tema delle smart cities è divenuto di centrale importanza perché è al centro dell’agenda del G20 Infrastrutture, conclusosi ieri a Genova e presieduto quest’anno dall’Italia.

Il Report dell’IEA

Proprio su richiesta della Presidenza italiana, l’IEA (International Energy Agency) ha presentato il rapporto “Empowering cities for a net zero future”.

Secondo l’IEA, “le nuove tecnologie e la maggiore connettività, così come la vastità delle metropoli del mondo, stanno aprendo enormi opportunità per ottimizzare la pianificazione urbana, migliorare i servizi e ampliarne l’accesso, creando allo stesso tempo nuove entrate, più posti di lavoro e numerose iniziative imprenditoriali”. Le città, pertanto, possono giocare un ruolo centrale verso l’implementazione di sistemi energetici più clean ed efficienti, resilienti e a basse emissioni.

Il report, servendosi di 100 casi studio di più di 40 città diverse, mostra opportunità e soluzioni per lo sviluppo delle città del futuro.

È la digitalizzazione la chiave di questa transizione energetica. Si stima, infatti, che entro il 2024 saranno connessi alla rete più di 83 miliardi di dispositivi, offrendo dati importanti su efficienza energetica, qualità dell’aria, modelli di traffico. I nuovi sistemi energetici dovranno sfruttare proprio questa vastità di big data, provenienti da edifici, elettrodomestici e mezzi di trasporto, per migliorare la stabilità della rete, ridurre il consumo di energia e offrire migliori servizi ai cittadini.

Le soluzioni che l’IEA prevede per le smart cities del futuro vanno dai lampioni intelligenti agli edifici auto-raffreddanti ai caricabatterie intelligenti per auto elettriche.

Su piccola scala, si parla di domotica, termostati wi-fi, illuminazione smart, che possano elaborare dati in base alle esigenze dell’utente.

Su una scala più ampia, invece, si prevedono soluzioni per una migliore gestione del traffico cittadino, l’illuminazione con lampioni intelligenti, i sensori per la rilevazione della qualità dell’aria o dell’inquinamento acustico.

A livello globale, alcuni esempi sono rappresentati dalle città di Jakarta e Vancouver. Nel primo caso, la smart city indonesiana ha integrato la gestione del trasporto pubblico e i sistemi di pagamento per aiutare a pianificare un sistema di trasporto bus rapido più affidabile, sicuro e conveniente. Nella città canadese, invece, ogni parcheggio residenziale nei nuovi sviluppi dovrà essere dotato di prese elettriche per caricare i veicoli elettrici.

Il ruolo dell’Italia

Sebbene si sia parlato molto di smart cities nell’ultimo periodo, la realizzazione di città intelligenti è un processo cominciato già qualche anno fa e l’Italia è uno de Paesi dove gli esperimenti in questo ambito stanno portando a risultati più che positivi.

A maggio 2021, la città di Pinerolo ha inaugurato il primo edificio residenziale ad autoconsumo in Italia. Il 90% del fabbisogno energetico totale è assicurato dal fotovoltaico, dal solare termico, dalla pompe di calore e dalla facciata ventilata che ne aumenta le prestazioni. In più, in tutti gli appartamenti la temperatura e l’illuminazione possono essere controllati da remoto.

Inoltre, le grandi aziende italiane, all’avanguardia nei settori dell’energia, comunicazione e sicurezza cibernetica, giocano un ruolo importante a livello globale per la realizzazione di smart cities in diversi Paesi del mondo. Un esempio è il Brasile, dove Enel/Enel X, Leonardo e Tim hanno firmato un accordo per offrire insieme delle soluzioni per un nuovo modello di smart city, da adattare poi alle necessità specifiche delle realtà a cui sarà applicato.

Le aziende svilupperanno progetti di “e-city, e-home, e-mobility e e -industry e servizi finanziari digitali”, al fine di garantire una maggiore sicurezza dei centri urbani, delle abitazioni e delle industrie.

Un primo esperimento è già stato messo in atto nella città di Maricà, nello Stato di Rio de Janeiro, che fungerà da laboratorio per implementare uno sviluppo sostenibile dell’area grazie a tecnologie all’avanguardia.

Mentre le emissioni di CO2 sono ritornate ai livelli pre-pandemia e le città sono tornate ai loro ritmi normali, trovare nuove soluzioni per un futuro più pulito diventa un obiettivo sempre più urgente. La collaborazione a livello mondiale sarà di primaria importanza e le opportunità per le aziende del settore non mancheranno.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Mariavittoria Petrosino, redazione@exportiamo.it

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