Nonostante gli input provenienti dal leader della più grande potenza economica mondiale vadano in direzione opposta, fra i più giovani di mezzo mondo si sta diffondendo una cultura eco-friendly che mescola innovazione ed efficienza.

In questo senso deve essere letta l’iniziativa di quattro ragazzi milanesi con un background professionale nel campo della low carbon economy e delle fonti rinnovabili (Pietro Valaguzza, Gabriele Pizzuti, Ilaria Bartolo e Alessandra D’Ettorre) che intendono migliorare la mobilità urbana attraverso Spine, un’e-bike di ultima generazione.

La filosofia dietro Spine è semplice: “più pedali, più guadagni”. In effetti il giovane brand italiano di mobilità elettrica urbana su due ruote propone una vera e propria evoluzione della mobilità sostenibile che premia chi percorre più chilometri.

La bici è collegata a un’app che, grazie al bluetooth, riesce a rilevare le pedalate di ogni utente ed accredita 50 centesimi di euro per ogni chilometro percorso – nel wallet digitale dell’applicazione.

L’utente potrà poi scegliere di spendere gli Spinecoin (che potranno anche essere scambiati tra gli utenti) presso gli store aderenti al network di Spine, per acquistare oggetti, abbigliamento ed accessori dei marchi convenzionati.

Spine inoltre, grazie ad un lucchetto intelligente, trasforma la bici elettrica privata in un mezzo condiviso. Così l’utente-proprietario dell’e-bike Spine, potrà condividere in qualsiasi momento la propria ebike con gli altri membri della community (in famiglia, al lavoro, con chi e dove si vuole).

Per il momento è possibile acquistare due modelli di Spine: Zona12 con batteria integrata (in preordine a 1.450 euro anziché 1.700 euro, oppure con rate da 77 euro/mese), ed Eixample (in preordine a 1.700 euro anziché 2.000 euro, oppure con rate da 88 euro/mese) ed è stato calcolato che con un chilometraggio medio di 6 km al giorno sarà possibie ripagare l’investimento nel giro di 24 mesi.

Il progetto ha già una dimensione internazionale è stato lanciato, al momento, a Milano e Barcellona, con l’obiettivo di creare il primo brand europeo di “urban mobility”.