La República Bolivariana de Venezuela rappresenta uno dei maggiori Paesi produttori di idrocarburi al mondo e può contatre inoltre su un’elevata disponibilità di risorse naturali.

Il settore petrolifero è croce e delizia per il grande paese latinoamericano, contribuendo a sostenere l’economia locale con il 50% delle entrate fiscali e rappresentando praticamente le esportazioni del Paese (90%).

Non bisogna trascurare però la presenza e le opportunità in altri settori (turismo, agricoltura, infrastrutture e metallurgia) che se adeguatamente sfruttati si possono tranquillamente considerare ad elevato potenziale economico.

Il periodo attuale caratterizzato da forti oscillazioni delle quotazioni di petrolio, rende il Paese vulnerabile, ma non mancano opportunità d’investimento.

Il Governo del Venezuela è impegnato nel favorire lo sviluppo delle diverse regioni del Paese attraverso il potenziamento della produzione nazionale e il trasferimento tecnologico con la collaborazione di partner stranieri come il nostro Paese che intrattiene ottimi rapporti con Caracas.

Il provvedimento “Ley de Regionalización Integral para el Desarrollo Socio-productivo de la Patria” recentemente approvato mediante legge abilitante dal Presidente Nicolás Maduro, prevede tre Zone Economiche Speciali e di Sviluppo Strategico per contribuire alla crescita, alla diversificazione dell’economia e accelerare la produzione nazionale.

La “Zona Economica Speciale del Paraguaná” nello Stato Falcón punta a potenziare la capacità di generazione dell’energia elettrica mediante lo sfruttamento dell’energia eolica e lo sviluppo di parchi tecnologici e scientifici. Qui si concentra la specializzazione nelle attività petrolifere in particolare con l’estrazione di coke, ma esistono anche importanti allevamenti caprini e si produce aloe. Rilevante anche il settore dell’acquacoltura con attività di lavorazione del pesce come gamberi, tonno e frutti di mare.

Nello Stato di Tachira è invece la “Zona Economica Speciale Ureña-San Antonio” strategicamente dedicata al potenziamento del settore industriale, commerciale e agricolo anche in ragione della vicinanza della frontiera internazionale con la Colombia. Sono qui presenti molte industrie e in particolare la zona è specializzata nel taglio e lavorazione del cuoio, nell’agricoltura e nella produzione di capi d’abbigliamento.

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La “Zona Economica Speciale di Morón-Puerto Cabello”, di prossima creazione includerà invece il maggiore porto del Paese e oltre a rappresentare la porta sul Mar dei Caraibi punta a divenire la principale zona industriale del Paese con un ottimo potenziale di sviluppo nel settore automotive.

Le Zone Economiche Speciali (ZEE) nella visione governativa devono essere un sistema coordinato e in sinergia con le autorità per sfruttare appieno le risorse del territorio.

L’obiettivo primario è lo sviluppo del potenziale endogeno del territorio, cercando di fondere gli intenti di sviluppo governativi con quelli delle comunità locali, obbedendo ai principi di equità, sostenibilità ambientale e democrazia partecipativa.

Le aree delimitate come zone Economiche godono inoltre di agevolazioni economiche e fiscali per le esportazioni e la fornitura di servizi relativi al commercio internazionale.

In particolare godono dei seguenti incentivi a seconda del periodo d’installazione dell’attività economica intrapresa e così nel primo anno di attività è prevista un’esenzione totale dell’I.S.L.R. - Imposta sul reddito – che dal secondo al decimo anno scende al 75% e dall’undicesimo anno in poi al 50% della quota corrispondente.

In conclusione - dopo questa breve panoramica - bisogna sottolineare come le criticità restano ancora numerose e le prospettive economiche non sono tra le più rosee per la República Bolivariana alle prese con un’inflazione alle stelle e con la produzione nazionale quasi ferma, ma non bisogna dimenticare che stiamo comunque parlando di uno dei Paesi più importanti e strategicamente influenti del Sud America e che le evoluzioni politiche locali potrebbero avere ripercussioni sull’intera area.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Annarita Summo, redazione@exportiamo.it

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