“Il paese ha scelto la stabilità e l’integrità nazionale” con queste parole Recep Tayyip Erdogan ha celebrato la vittoria che gli ha permesso di riconquistare la maggioranza assoluta a soli cinque mesi di distanza dalle precedenti consultazioni che, a sorpresa, avevano interrotto ben tredici anni di dominio incontrastato dell’AKP ( Adalet ve Kalkınma Partisi – Partito per la Giustizia e lo Sviluppo).

Per Erdogan la scommessa è stata un successo ed il suo partito ha guadagnato il 9% rispetto a giugno sfiorando il 50% dei consensi e può ora contare su ben 40 seggi in più della maggioranza assoluta, solamente 15 in meno di quelli necessari a modificare la costituzione.

I repubblicani del CHP (Cumhuriyet Halk Partisi - Partito Popolare Repubblicano) espressione della principale forza d’opposizione, con oltre il 25% dei consensi si confermano ai livelli dello scorso giugno mentre arretrano i nazionalisti dell’MHP (Milliyetçi Hareket Partisi - Partito del Movimento Nazionalista) che si fermano all’11,9% ed il partito filo-curdo HDP (Halkların Demokratik Partisi – Partito Democratico del Popolo), la vera sorpresa delle precedente consultazione poiché era riuscito, per la prima volta nella sua storia, ad entrare nel parlamento turco, si attesta al 10,3%.

Per Demirtas leader dei filo-curdi il risultato è positivo perchè il suo partito, nonostante abbia lasciato per strada un milione di voti, è riuscito a confermarsi al di sopra della soglia di sbarramento del 10% necessaria per entrare in parlamento.

“La strategia della paura” di Erdogan ha fatto breccia sulla popolazione turca che vuole recuperare la stabilità perduta e lo dimostra l’affluenza record (oltre 87% degli aventi diritto), sui risultati ha inciso non poco anche la strage di Ankara di appena 20 giorni fa.

Lo scorso giugno il fattore più rilevante che aveva contribuito a ridimensionare lo strapotere del partito islamico-conservatore era stato la congiuntura economica più sfavorevole rispetto al recente passato.

elezioni turchia

Se solo un paio d’anni fa il PIL della Turchia cresceva a ritmi sostenuti, in media il 6% nel decennio 2003-2013, arrivando anche a sfiorare la doppia cifra, oggi le previsioni per il 2016 si aggirano intorno al 3-4%; il tasso di disoccupazione è tornato ad aumentare attestandosi sopra l’11% e per questo durante il periodo estivo il 48% dei turchi si dichiarava insoddisfatto riguardo la situazione economica del paese.

Oltre al rallentamento del PIL, l’economia turca soffre anche altre problematiche strutturali quali l’eccessiva dipendenza dal settore edilizio (i turchi sono i più grandi produttori di cemento in Europa), scarse competenze nel settore high-tech e bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Nel complesso però la Turchia offre un ambiente economico con condizioni di investimento competitive, parità di trattamento per tutti gli investitori e solida cultura industriale e dei servizi, basta pensare che l’imposta sulle imprese è una delle più competitive tra i paesi OCSE.

Inoltre la Turchia è un mercato chiave per l’Europa ed in particolare per l’Italia. Nel 2013 erano circa 36.950 le aziende con capitale estero attive in Turchia e di queste, ben 1.200 erano italiane.

La vittoria di Erdogan, criticato aspramente per il bavaglio alla libertà di stampa ed i numerosi arresti - ben 37 solo nel mese di settembre - di giornalisti “poco accomodanti” ribadisce come non esistano alternative credibili all’AKP per dare un governo stabile al paese, alle porte di una regione mediorientale sempre più frammentata e ingestibile.

La stessa reazione delle borse dei principali paesi europei che hanno accolto con entusiasmo l’esito elettorale ne è la dimostrazione, senza dimenticare che la Turchia ospita 2 milioni di profughi pronti a tentare l’approdo nel “Vecchio Continente” qualora la situazione del paese dovesse degenerare e questo è un rischio che in Europa non vuole assolutamente correre nessuno.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
  • Uffici negli USA
  • made in italy

Hai un progetto Export? Compila il Form

Pubblicità
  • Simest
  • made in italy