Pur essendo il 27° mercato di destinazione per l’export italiano (che ha superato quota 4 miliardi di euro nel 2016), il Canada è tra i Paesi più in crescita del G20 come dimostrano i dati macroeconomici storici e previsionali.

Nel 2016 Ottawa ha prodotto un PIL pari a 1.379 miliardi di euro che, secondo le previsioni di BPER, dovrebbero arrivare a 1.599 miliardi di euro entro il 2019 con una crescita stimata del 16%.

Inoltre i dati demografici sono altrettanto positivi grazie alle politiche di immigrazione decisamente meno stringenti se confrontate con quelle adottate dai vicini Stati Uniti: secondo una ricerca di Statistics Canada, ipotizzando uno scenario di crescita media, il totale della popolazione dovrebbe passare dagli attuali 36.5 milioni di abitanti a circa 50 milioni entro il 2036.

Inoltre, secondo il Fondo Monetario Internazionale, il PIL pro capite ad oggi si attesta a $ 43.413 e ciò rende il Canada il 3° Paese più ricco del G7 dopo Stati Uniti e Gran Bretagna.

Inoltre Ottawa gode di un ambiente “business friendly”: secondo Forbes infatti il Canada è al primo posto tra i Paesi del G20 per facilità di business e Toronto, Vancouver e Montreal sono nella top 5 mondiale tra le grandi città per i vantaggi che esse offrono in termini di tassazione sulle imprese.

Infine l’OECD classifica il Canada al primo posto per qualità della vita. Tutti dati che fanno del Canada un Paese molto interessante per l’export italiano anche in virtù del recente accordo sul CETA con l’Unione Europea che ha l’obiettivo di semplificare le dinamiche riguardanti gli scambi commerciali tra Ottawa e il blocco europeo.

Focus sul Quebec

Uno dei mercati più interessanti per le imprese nostrane è la provincia francofona del Quebec, che nel 2016 ha importato beni dall’Italia per 1,65 miliardi di euro.

I settori più importanti per il nostro export sono macchinari e apparecchi elettrici (€515 milioni), alimentari e bevande (€280 milioni), prodotti chimici (€142 milioni), trasporti (€118 milioni) e articoli tessili (€95 milioni).

A livello demografico il Quebec conta 8,164 milioni di abitanti e le città più importanti sono Montreal (1,7 milioni), Quebec City (531.902), Laval (422.993), Gatineau (276.245), Longuevil (239.700) e Sherbrooke (161.323).

Gli italiani censiti nel 2011 erano 299.655, concentrati soprattutto nella Greater Montreal (261.115 di italiani o discendenti d’origine). Anche in questo caso, secondo lo studio di Statistics Canada, la popolazione dovrebbe crescere del 9,6% entro il 2036.

Per quanto riguarda l’aspetto linguistico è importante sottolineare il bilinguismo: 4 milioni di abitanti parla solo francese, 363.860 solo inglese e circa 3,3 milioni padroneggiano entrambe le lingue.

Infine un riferimento al tasso attuale di disoccupazione che è del 6,2%, mentre gli stipendi medi si aggirano sui 650€ settimanali.

I settori più importanti

Il Quebec è la seconda provincia canadese per sviluppo economico, il settore di punta è sicuramente quello aerospaziale (oltre 42.400 dipendenti totali e circa 11 miliardi di euro esportati nel 2015) grazie alla presenza del colosso Bombardier, leader del settore a livello mondiale.

Montreal infatti è rinomata a livello internazionale per l’expertise nell’assemblaggio degli aerei, produzioni di motori, manutenzione, revisioni e riparazioni, avionica e carrelli di atterraggi ed è l’unico centro al mondo dove nel raggio di 200km è possibile incontrare tutti i fornitori utili per la costruzione di un aeroplano.

Non meno importanti sono i settori biomedico, multimediale, agroalimentare, logistica e informatica: il Quebec presenta un’alta concentrazione di aziende e multinazionali farmaceutiche con una rete importante di laboratori di ricerca dislocati sul territorio (come ad esempio l’NRC Biotechnology Research Institute).

Per quanto riguarda il settore energia il Canada (grazie soprattutto all’apporto del Quebec) è il secondo generatore mondiale di elettricità da fonti rinnovabili e rifiuti e il secondo produttore a livello mondiale di idroelettricità.

Attualmente il 73% dell’elettricità canadese proviene da fonti pulite, per il 2020 si prevede di toccare quota 90%.

L’impianto eolico più importante del Canada è quello di Le Nordais a Cap Chat e Matane, nella regione Gaspè del Quebec. Le 750 aziende cleantech presenti in Canada (circa 55.000 occupati) hanno generato nel 2015 un fatturato di €7,76 miliardi, con le esportazioni che hanno raggiunto quota €4,7 miliardi.

Infine un riferimento al settore estrattivo: Il Quebec è la provincia canadese col più alto numero di miniere metallifere (24).

L’industria mineraria è sicuramente una delle forze motrici del Canada, con circa 375mila addetti in tutto il paese che nel 2015 hanno contribuito per $57 miliardi alla crescita del PIL, mentre l’export è arrivato a circa $90 miliardi (18,2% del totale) con ulteriori $20 miliardi di investimenti in capitali, macchinari e attrezzature.

Inoltre il Canada è il primo Paese esportatore di carta per giornali, il secondo maggior produttore di alluminio, terzo paese al mondo per riserve di petrolio (dopo Arabia Saudita e Venezuela), quarto per produzione di alluminio e numero di riserve di uranio, quindicesimo per riserve di carbone.

Logistica

La via marittima del S.Lorenzo rappresenta il collegamento più importante tra Europa e Midwest americano e il corridoio Quebec-Ontario è il più importante del Canada. Ogni anno sono circa €478 miliardi le merci che passano in questo importante snodo logistico.

A tal proposito il governo ha investito circa 368 milioni di euro per costruire un polo logistico multifunzionale nella regione Vaudreuil-Solanges, vicino a Montreal. In generale la strategia marittima, priorità del governo liberale, vedrà la creazione di 30.000 posti di lavoro e investimenti tra pubblico e privato di circa 5 miliardi di euro nei prossimi 15 anni.

Infine il Quebec è un punto strategico per raggiungere Toronto, Boston, New York, Washington e Detroit.

Questo è un focus generale sul Quebec che può rappresentare innanzitutto un importante punto strategico per le PMI italiane che intendono esportare in Nord America; inoltre la crescita degli indicatori economici e demografici, l’entrata in vigore del CETA e la folta presenza di italo-canadesi potrebbero in previsione far crescere il totale dell’interscambio tra Ottawa e le imprese esportatrici del Belpaese.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it

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