L’Africa è passata in una decina di anni dall’essere un paese senza speranza, a rappresentare una grande risorsa per il futuro, non solo in relazione alla crescita dell’economia, ma anche allo sviluppo umano. Ecco alcuni spunti sui Paesi e sui settori chiave da esplorare per chi vuole investire nel continente africano.

L’immagine dell’Africa come quella di un continente immobile e fuori dalla storia è ormai inadeguata. Il mondo di domani, ben più che a New York e Londra, si sta costruendo oggi a Lagos, a Kinshasa e a Luanda. Negli ultimi 10 anni, grazie alle riforme economiche e a una migliore governance, l’economia africana ha registrato infatti la più rapida crescita al mondo (4-7%), e secondo un rapporto della African Development Bank, il continente è destinato a crescere ancora, anzi, ad accelerare, nei prossimi anni.

Stando ai dati dell’ultimo rapporto di Ernst&Young (EY) sull’attrattività delle economie africane, l’Italia è il primo Paese europeo per valore degli investimenti diretti esteri realizzati nel 2016 in Africa, con un totale di 20 progetti per complessivi 4 mld di dollari (il 4,3% del totale degli Ide nel continente). A livello mondiale il nostro Paese è dietro solo a Cina, Emirati Arabi Uniti e Marocco. Ciò significa che l’Italia è riuscita ad agganciare un treno che sembrava ormai perso se consideriamo che, nel periodo 2009-2014 si posizionava al 17o posto. Entrando più nel dettaglio, emerge come questo aumento sia legato in larga parte ad alcuni progetti del gruppo Eni. Ciò non significa tuttavia che non vi sia spazio per altre aziende, anzi, oggi anche l’universo delle Pmi italiane comincia a guardare con curiosità al continente africano e ai suoi nuovi mercati in crescita.

Perché Africa?

  • Un territorio immenso e ricco di risorse naturali: l’Africa si estende per più di 30 milioni di km2 e si stima che contenga oltre il 65% delle risorse naturali dell’intero pianeta (oro, petrolio, rame, ferro, bauxite, ecc.) e una risorsa immensa: la terra coltivabile;
  • Una popolazione giovanissima…e in crescita vertiginosa: il 70% degli africani ha meno di 30 anni, e dagli 1,2 miliardi attuali si passerà a fine secolo alla cifra esorbitante di 4 miliardi di abitanti, che saranno sempre più urbanizzati;
  • Diversificazione economica e una migliore politica fiscale: le economie africane si stanno impegnando maggiormente nella diversificazione della produzione, rispetto all’attuale focus sulle esportazioni di materie prime. Dal punto di vista fiscale, inoltre, molte economie africane hanno iniziato ad attuare politiche anticicliche, attenuando l’impatto economico derivante dalla volatilità dei prezzi delle commodities;
  • Le infrastrutture stanno migliorando rapidamente: in tutto il continente sono in costruzione nuovi aeroporti, strade, porti e centrali elettriche;
  • Meno guerre, meno malattie e più istruzione: il continente ha registrato, negli ultimi venti anni, un’importante riduzione dei conflitti armati e un miglioramento delle condizioni politiche, oltre che di tutti i principali indicatori sociali. Sace ha peraltro ampliato la copertura dei rischi di natura politica, come guerre, disordini civili, esproprio e restrizioni valutarie. C’è comunque una tendenza verso una maggiore trasparenza, elezioni libere, economie aperte, deregolamentazione e maggiori scambi all’interno dell’Africa e con il resto del mondo. È di pochi giorni fa la notizia di un’intesa raggiunta da 44 Paesi, sui 55 che compongono il continente, per la creazione di un’area di libero scambio, l’AfCFTA (African Continental Free Trade Area Agreement) che impegna i Paesi firmatari a eliminare i dazi alle importazioni e le barriere tariffarie sul 90% delle merci.

Dove investire?

Ogni anno la società di ricerca Quantum Global Research Lab, pubblica l’Africa Investment Index (AII) allo scopo di fornire agli investitori una guida dei mercati migliori del continente per investire o avviare un’attività. I criteri presi in considerazione nello stilare questa lista comprendono tra gli altri la copertura sui pagamenti delle importazioni, il saldo delle partite correnti, la stabilità delle aziende locali, la facilità nel fare impresa, il posizionamento geografico, l’aumento degli IDE, la presenza o meno di un ambiente favorevole all’innovazione e allo sviluppo economico, l’urbanizzazione, il tasso di crescita del PIL.

Dalla graduatoria emerge che il Paese più attraente per investire in Africa è il Botswana, seguito da Marocco, Egitto, Sudafrica e Zambia. I primi cinque Paesi del ranking nel complesso sono riusciti ad attirare IDE per 13,6 miliardi di dollari.

Leggendo i risultati dello studio emerge chiaramente che nonostante la caduta dei prezzi del petrolio e di altre materie prime, molte nazioni africane stanno dimostrando una buona capacità di conseguire una crescita sostenibile, diversificando le loro economie e favorendo l’introduzione di politiche mirate per l’attrazione investimenti esteri.

Su quali settori puntare?

  • Agroalimentare: secondo la Banca Mondiale, l’agroalimentare africano varrà 1000 miliardi di dollari nel 2030. Anche se sono stati effettuati significativi progressi (la produzione è cresciuta del +160% negli ultimi 30 anni), la ridotta meccanizzazione limita ancora la produttività. L’Africa ha oltre il 60% della terra arabile non coltivata del mondo. Le potenzialità per investire in Africa nell’agrifood sono dunque numerose nelle coltivazioni ad alto valore aggiunto (frutta, ortaggi, erbe officinali, funghi, ecc.), nella trasformazione alimentare, nel packaging e marketing, oltre che nella conservazione;
  • Energie rinnovabili: l’Africa gode di una delle migliori esposizioni solari del mondo (oltre 300 giorni all’anno). Ciononostante l’intera popolazione del continente consuma meno energia di 150 milioni di cittadini europei. Investire in Africa nel settore dell’energia solare significa quindi seguire una domanda molto concreta con un positivo impatto ambientale proponendo soluzioni tecniche di qualità (per differenziarsi da quanto fanno già cinesi e indiani). Una piattaforma preziosa per investire in Africa in questo settore è RECP, su cui si possono trovare dati di mercato, progetti in sviluppo, eventi e spunti per l’accesso alla finanza.
  • Costruzioni: il “mattone” è un settore tanto tradizionale quanto fondamentale, che sta avendo un vero e proprio boom in ogni paese africano. Aspetti essenziali sono la qualità e l’affidabilità attraverso cui ci si può differenziare dalle imprese locali e asiatiche. Ben oltre le sole infrastrutture, ovunque ci sono opportunità per investire in Africa nel residenziale privato (di alta gamma ma anche nel “social housing” focalizzato su soluzioni accessibili a volte finanziato da donors). Ci sono poi opportunità lungo tutta la catena del valore, come l’importazione di macchinari e materiale da costruzione.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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