Il trasporto aereo ha giocato un ruolo fondamentale durante i mesi di lockdown, assicurando spedizioni di merci e dispositivi medici in tempi brevi, ma più in generale svolge una funzione essenziale nella catena dell’export, soprattutto per quei prodotti che necessitano di una consegna più urgente.

Il 24 settembre presso la Sala da Ballo di Villa Blanc a Roma è stata presentata la ricerca “Il ruolo dei corrieri aerei internazionali: dall’economia dell’emergenza all’emergenza dell’economia” condotta da Luiss Business School in partnership con AICAI, l’Associazione Italiana dei Corrieri Aerei Internazionali, di cui sono parte i tre principali player mondiali del settore, DHL, FedEx e UPS.

Lo studio fotografa l’impatto dei corrieri aerei internazionali sull’economia italiana ed in particolare il ruolo cruciale che hanno svolto in occasione dell’emergenza sanitaria: durante i mesi del lockdown infatti, sono stati proprio i network proprietari dei tre grandi player ad assicurare la continuità dei rifornimenti ai presidi medici in tutto il mondo, oltre ad impedire il “fermo macchina” totale all’economia mondiale.

La ricerca mette inoltre in luce come il settore agisca da facilitatore per le imprese che esportano, in particolare per le PMI verso i Paesi extra-UE.

Ha aperto i lavori Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, che dopo una presentazione dei dati macroeconomici ha invitato a ragionare su modelli di business che creano valore nell’era post-Covid.

Per il Direttore la pandemia è stata un Cigno nero, ovvero un evento che produce effetti non prevedibili nella loro entità e nella loro manifestazione, poiché ha un impatto trasversale in tutti i settori ed in tutte le aeree del mondo. Un esempio del cambio di rotta dello sviluppo mondiale è fornito dal trend dell’urbanizzazione, considerata una tendenza inarrestabile fino a prima della pandemia, ma che negli ultimi tempi ha lasciato spazio al cosiddetto South Working, ovvero la tendenza per i dipendenti di molte aziende, di scegliere come sede di lavoro da remoto i centri abitati del Sud Italia anziché grandi città come Milano o Roma, approfittando dello smart-working.

A seguire l’intervento di Alessandro Lega, Presidente di AICAI, che ha sottolineato la necessità di semplificare le norme sia a livello nazionale, che regionale, per agevolare la crescita delle imprese e fornire loro servizi più strutturati, dando loro la possibilità di accedere a nuove competenze digitali. Così facendo il settore del trasporto aereo si svilupperà in filiera, a partire dal suo sottostante, l’economia italiana.

La società al giorno d’oggi si evolve più velocemente: basti prendere in considerazione gli sviluppi avvenuti negli ultimi dieci anni che hanno così acquisito la denominazione di Decade Smart, iniziata proprio con la nascita degli Smartphone, ormai elemento imprescindibile dello sviluppo economico e della vita quotidiana. E così come gli Smartphone, i corrieri aerei internazionali.

Ecco alcuni dati che possono creare consapevolezza dell’importanza dei corrieri internazionali:

• 800 mila spedizioni in import dall’inizio del 2020 (16% medical device);
• 670 mila spedizioni destinate alle persone fisiche;
• nel 2016 i cargo aerei hanno movimentato lo 0.74% dei volumi in export ma il 25% dei valori, quindi merci ad altissimo valore aggiunto;
• rappresentano il 40% dei ricavi del settore aereo;
• le caratteristiche fondamentali sono la capillarità e la celerità, trasportando le merci tra le 24h e le 72h, e sdoganando a destino in 120 paesi.

Da questi dati si può affermare con facilità che i corrieri sono degli integratori: un export facilitator ed un business partner essenziale delle imprese italiane che producono merce ad altissimo valore aggiunto.

Il presidente dell’Istituto Commercio Estero (ICE), Carlo Ferro, ha anch’egli parlato della logistica come uno strumento per aiutare le PMI ad affacciarsi sui mercati internazionali: in Italia si registrano 120 mila imprese logistiche che hanno svolto un ruolo fondamentale durante il lockdown.

Per quanto riguarda l’export, il 10% dei movimenti avviene con il trasporto aereo ed è diretto soprattutto in Asia Centro-orientale e USA.
Tuttavia questi dati potrebbero essere falsati a causa del cosiddetto Effetto Rotterdam: una sempre maggiore quantità di merci italiane infatti sbarca in grandi punti di logistica - come il porto di Rotterdam, l’aeroporto Schipol ad Amsterdam, Hong kong ecc – che quindi non sono le destinazioni finali ma si tratta di un mero transito. Inoltre in questi punti nodali non operano gli operatori logistici italiani e questa rappresenta invece un’opportunità da sfruttare.

L’Asia ha senza dubbio accelerato il suo sviluppo, spostando i flussi internazionali verso oriente. Questo unito ad altri fattori - quali la forte correlazione tra dimensione d’impresa e capacità di esportare, l’evoluzione del bilateralismo tra Cina e Usa, il cambio nelle abitudini di consumo ed il boom dell’E-Commerce -porterà ad un cambio radicale delle modalità di esportazione delle nostre aziende, rendendo sempre più necessario un modello end to end per accompagnare le imprese in tutte le attività della catena dell’ E-Commerce, dall’attivazione dell’account fino ad attività di servizi post vendita.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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