Intervista a Jo Tarnawsky, Incaricata d'Affari presso l'Ambasciata d'Australia

Intervista a Jo Tarnawsky, Incaricata d'Affari presso l'Ambasciata d'Australia

18 Marzo 2016 Categoria: Exportiamo Incontra Paese:  Australia

L’Italia è un Paese meraviglioso ma ha la necessità di stringere relazioni commerciali sempre più approfondite con il resto del mondo per incrementare la conoscenza del Made in Italy sul palcoscenico internazionale e per far crescere l’appeal delle proprie eccellenze sui mercati esteri. A questo proposito un punto di vista privilegiato è senza dubbio quello fornito dalle delegazioni diplomatiche internazionali che possono vantare preziose esperienze dirette in materia.

Oggi la Redazione di Exportiamo.it ha il piacere di ospitare il contributo di Jo Tarnawsky, Incaricata d’Affari presso l’Ambasciata d’Australia, che svolge le veci dell’Ambasciatore australiano. Ancora non è stata infatti formalizzata la nomina di un nuovo Ambasciatore d’Australia dopo che Mike Rann ha concluso, lo scorso 8 gennaio, il suo mandato.

L’intervista con la dott.ssa Tarnawsky offre spunti particolarmente interessanti per comprendere quali saranno i trend futuri nelle relazioni economiche, e dunque nell’interscambio commerciale italo-australiano.

Come sono cambiate nel tempo le relazioni economiche tra i nostri due paesi?

L’Italia e l’Australia hanno da molto tempo relazioni economiche stabili. L’Italia rappresenta per l’Australia uno dei partner commerciali più importanti nell’ambito dell’Unione Europea e, nel biennio 2014-15, l’Italia è stata per l’Australia a livello globale il 15° partner commerciale per l’importazione dei beni. Nel 2014-15 il commercio bilaterale di beni ammontava a Euro 4.4 miliardi, di cui le esportazioni italiane verso l’Australia rappresentavano quasi il 90%. Prodotti come lana, carbone, grano e manzo costituiscono la maggior parte delle esportazioni australiane in Italia, mentre le importazioni provenienti dall’Italia sono varie e comprendono farmaci, pompe industriali, impianti elettrici, nonché motori e macchinari non elettrici. Le esportazioni italiane in Australia hanno registrato negli ultimi anni un costante aumento.

Un fattore fondamentale nello sviluppo del rapporto bilaterale è il crescente livello di investimenti reciproci. Diverse aziende italiane come Ferrero, Luxottica ed ENI sono presenti in Australia da molti anni e recentemente sono state raggiunte da alcune aziende leader nel settore delle infrastrutture come Ghella, Salini Impregilo e Rizzani de Eccher, che contribuiscono fortemente allo sviluppo e alla valorizzazione delle esigenze infrastrutturali dell’Australia, particolarmente nei settori stradali e ferroviari.

Abbiamo inoltre assistito ad un aumento degli investimenti australiani in Italia, con aziende sul territorio già da diversi anni come Po Valley Energy e Lend Lease, mentre recentemente altre grandi società sono entrate nel mercato, tra cui Westfield, con un progetto di Euro 1.4 miliardi per lo sviluppo del più grande centro commerciale d’Europa a Milano, ed il Gruppo Macquarie, con ingenti investimenti nel settore delle energie rinnovabili.

Come viene percepito il Made in Italy in Australia e quali opportunità offre l’Australia alle imprese italiane?

Il Made in Italy rappresenta una forte attrattiva per l’Australia, che risulta evidente dalla quantità di esportazioni italiane nei diversi settori merceologici. La qualità del Made in Italy parla da sé ed in Australia trova un mercato particolarmente accogliente per la significativa presenza italiana nella comunità australiana. Secondo il censimento del 2011, 916.120 australiani dichiarano di avere origini italiane, di cui 185.402 sono residenti australiani nati in Italia. Per molti marchi di lusso italiani l’Australia rappresenta uno dei migliori mercati. Il fatto che l’economia australiana sia cresciuta senza sosta negli ultimi 25 anni e che la popolazione sia in aumento influisce naturalmente su tali tendenze.

Permettetemi di offrire un esempio specifico che riflette lo stretto rapporto commerciale tra i nostri due paesi. L’Australia è nota per la qualità della lana merino ed i migliori prodotti di questo settore trovano i principali acquirenti nel settore della moda italiana, in aziende come Ermenegildo Zegna e Loro Piana. La lana acquistata da queste aziende viene utilizzata per articoli di abbigliamento di lusso venduti in tutto il mondo. In cambio, l’Australia offre uno dei migliori mercati per tali prodotti. Ermenegildo Zegna ha negozi monomarca sia a Sidney sia a Melbourne. Un altro aspetto interessante di questo settore è rappresentato dai giovani stilisti australiani emergenti, che spesso lavorano con le maggiori case di moda italiane.

Guardando più in generale alle opportunità che l’Australia può offrire, un importante settore è quello della difesa. Il Governo australiano ha recentemente pubblicato il Libro Bianco sulla difesa, che definisce i significativi piani di investimento previsti per i prossimi anni. Aziende italiane come Finmeccanica e Fincantieri e le innovative piccole e medie imprese italiane sono ben posizionate nell’ambito della supply chain, per poter sfruttare tali opportunità.

L’economia australiana, efficiente ed in fase di crescita, l’aumento della popolazione ed il solido andamento commerciale sono fattori che forniscono molteplici opportunità alle imprese innovative nel settore infrastrutturale, della produzione e lavorazione alimentare avanzata, delle scienze dei materiali, delle infrastrutture digitali e manifatturiero avanzato.

Quale sarà la prossima tendenza economica in Australia?

Le prospettive per l’economia australiana rimangono positive. L’OCSE ha recentemente previsto una crescita del 2.6% nel 2016, con un rialzo nel 2017 verso il 3%. Tali cifre saranno leggermente in ribasso rispetto alla crescita media del PIL degli ultimi anni, tuttavia riflettono ancora l’immagine di un’economia molto solida ed in continua crescita. L’Australia non è immune dall’attuale rallentamento dell’economia globale, in particolare dal rallentamento della crescita in Cina, tuttavia l’economia è diversificata ed è in grado di sostenere tali cambiamenti. In effetti il settore dei servizi australiani genera circa tre quarti della produzione economica australiana, in particolare i servizi per i settori manifatturieri, edili, e finanziari, l’assistenza sanitaria, nonché le industrie professionali, scientifiche e tecniche. I recenti dati relativi all’ultimo trimestre del 2015 indicano come la crescita potrà essere sorprendentemente forte nel 2016.

Perché un imprenditore italiano dovrebbe scegliere l’Australia per investire?

L’Australia è semplicemente un’ottima destinazione commerciale. Ho già menzionato come la forte domanda di prodotti Made in Italy rappresenti un ottimo canale di ingresso per le imprese italiane. Vorremmo incoraggiare gli imprenditori italiani a spingersi oltre l’iniziale domanda di esportazioni e prendere in considerazione le numerose ragioni per investire in Australia.

A livello globale l’Australia ha uno degli ambienti maggiormente favorevoli per il business, in termini di trasparenza e regolamentazione, pertanto la stabilità politica ed il quadro normativo trasmettono agli investitori fiducia e sicurezza. Per sette anni consecutivi l’Australia si è classificata tra i primi cinque paesi dell’Index of Economic Freedom.

Offriamo un’economia solida che, nonostante il numero relativamente ridotto di abitanti, risulta al dodicesimo posto tra le più importanti al mondo. Siamo al 25° anno di crescita annuale ininterrotta, con una crescita media annua del PIL del 3.3% tra il 1992 e il 2015. L’Australia gioca un ruolo fondamentale nei settori che risulteranno trainanti nella futura crescita globale: agroalimentare, istruzione, turismo, risorse e fondi gestiti. In effetti, in Australia l’insieme delle attività relative ai fondi gestiti è il settimo al mondo ed il principale nella regione asiatica, con un patrimonio totale in fondi gestiti pari a Euro 1.700 miliardi. Questa è una delle motivazioni che hanno indotto Azimut, leader italiano nel risparmio gestito, ad investire massicciamente in Australia nel corso degli ultimi 18 mesi.

L’Australia, come l’Italia, pone una forte attenzione su innovazione e scienza, riconoscendo come ciò sostenga la crescita del paese, la prosperità economica, la competitività e la creazione di occupazione. Il Governo australiano ha lanciato un programma nazionale di innovazione e scienza, una serie di iniziative volte ad incoraggiare gli australiani ad accogliere nuove idee, accettare il rischio, aumentare la collaborazione tra industria e ricercatori e a sviluppare e attrarre talenti di classe mondiale per i lavori del futuro. Molti ricercatori italiani attualmente lavorano in Australia, apportando un prezioso contributo al futuro del paese.

L’Australia offre moderne infrastrutture informatiche, alti livelli di investimento, generosi incentivi fiscali alle imprese per ricerca e sviluppo ed una forte protezione della proprietà intellettuale. L’Australia è impegnata in ricerca e sviluppo, con una spesa lorda per questi settori che cresce del doppio rispetto alla media OCSE, essendo sede di alcune delle migliori istituzioni accademiche e di ricerca al mondo.

Tra gli altri fattori non dimentichiamo che la forza lavoro australiana è tra le più istruite, multiculturali e multilingue al mondo. L’italiano è la terza lingua più comunemente parlata in Australia, dopo l’inglese ed il cinese mandarino. L’Australia ha il più alto tasso di iscrizione all’istruzione secondaria del mondo e dispone di una forza lavoro culturalmente eterogenea, composta per il 30% da lavoratori nati all’estero. Questi fattori, parallelamente ai diversi accordi di libero scambio che l’Australia ha firmato con i paesi chiave nell’Asia-Pacifico, la rendono un ponte ideale nella regione. Nel 2014 dieci tra i primi dodici mercati di esportazione di beni e servizi per l’Australia si trovavano nella regione asiatica, mentre gli investimenti esteri ammontavano quasi a Euro 2.000 miliardi nel giugno 2015.

In breve, vorrei incoraggiare gli imprenditori italiani a considerare l’Australia come una valida destinazione commerciale e di investimento.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesca D’Agostino, redazione@exportiamo.it

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