Botswana, un miracolo economico made in Africa

Botswana, un miracolo economico made in Africa

08 Maggio 2017 Categoria: Focus Paese Paese:  Botswana

L’economia del Paese sta finalmente cominciando a rendersi indipendente dalla produzione di diamanti ed è diventata fra le più ricche di opportunità di tutta l’Africa, anche grazie alle politiche di qualità portate avanti dalla classe dirigente locale.

La Repubblica del Botswana è uno Stato africano senza sbocchi sul mare confinante con Sudafrica, Namibia e Zimbabwe e che si è reso indipendente dal Regno Unito poco di mezzo secolo fa ed esattamente nel 1966.

Stiamo dunque parlando di uno Stato giovane che, a differenza di molti altri territori oggetto di colonizzazione, ha però avuto la fortuna di nascere senza che si creassero tensioni o conflittualità particolari con la madrepatria.

Il Paese è considerato da molti un eccezionale esempio positivo nel Continente Nero per il buon funzionamento delle sue istituzioni democratiche e per il rispetto dei diritti umani anche se, lo scorso anno, Survival International ha definito il Presidente Seretse Ian Khama, massima carica dello Stato ed esponente del Botswana Democratic Party (BDP), “la persona che ha dimostrato di avere il pregiudizio peggiore nei confronti dei popoli indigeni”.

Effettivamente il Presidente conservatore che guida il Paese dal 2008 ha dichiarato che i Boscimani del Kalahari “conducono una miserabile esistenza primitiva appartenente ad un’era passata” e si è fermamente opposto ad un reinsediamento della tribù nella loro terra natia per poterne sfruttare i giacimenti diamantiferi o di farvi sorgere villaggi turistici.

La questione dei Boscimani rimane quindi aperta ed intacca, almeno parzialmente, la credibilità di un Paese che vanta delle prospettive di crescita inusuali ed un reddito pro capite ($ 16.900) abbastanza sorprendente.

Economia

Il Botswana è scarsamente abitato (2,2 milioni di abitanti) e la sua capitale, Gaborone, ne rappresenta il principale centro economico con oltre 250mila residenti.

L’economia del Paese è fortemente condizionata dall’andamento del comparto diamantifero (terzo produttore di diamanti al mondo) e necessiterebbe di un’opera di profonda diversificazione che è stata comunque parzialmente avviata.

Nonostante ciò il Paese occupa il secondo posto nell’Africa Prosperity Report del Legatum Institute di Londra nel quale si evidenziano una serie di elementi positivi come le numerose opportunità offerte agli investitori stranieri e l’ottimo livello di salute, educazione e sicurezza.

Investire a Gaborone e dintorni è dunque un’ottima idea anche perché esistono una serie di incentivi che lo Stato africano mette a disposizione degli investor che si inseriscono in un contesto ampiamente vantaggioso, agevolato da un livello di tassazione per le imprese molto basso (22%) che scende fino al 15% per le società registrate nel quadro del Botswana Innovation Hub.

Fra i fattori da evidenziare vi sono le riforme sociali ed economiche implementate dai Presidenti del BDP che si sono succeduti dal 1966 ad oggi (il partito è al governo ininterrottamente da quando il Paese si è reso indipendente) e che hanno notevolmente agevolato lo sviluppo del Botswana capace di registrare un tasso di crescita superiore al 4% annuo nell’ultimo ventennio.

Il successo del Botswana è riscontrabile anche da un altro dato di fatto ovvero che il Paese, a differenza di molti altri soggetti dell’area, non ha più bisogno di avvalersi di programmi d’aiuto specifici destinati agli Stati in via di sviluppo.

Quello del Botswana è dunque un vero e proprio miracolo economico soprattutto se si pensa che alla fine degli anni ’60 esso era considerato uno dei Paesi più poveri al mondo mentre oggi, in base al recente rapporto “Indice sugli investimenti in Africa” condotto dalla Quantum Global Research il Botswana è considerato il luogo migliore per fare investimenti nel Continente Nero.

Come anticipato questi incredibili risultati sono il prodotto anche della qualità delle politiche portate avanti nei suoi primi 50 anni di storia. Politiche che lo hanno portato a diventare in assoluto il Paese meno corrotto del continente africano.

Opportunità per il Made in Italy

Per le aziende italiane interessate ad investire nel Paese si segnala che:

- Esistono alcuni progetti nel campo delle energie pulite (con specifico focus sul fotovoltaico) per i quali le tecnologie ed il know-how Made in Italy potrebbero rivelarsi preziose;

- Vi è la necessità di migliorare le infrastrutture locali anche perché non si dimentichi che il Paese non è dotato di sbocchi sul mare;

- Il settore turistico locale, riservato ad un pubblico abbiente visti i costi elevati da cui è caratterizzato (simili a quelli medi praticati nel Vecchio Continente), può costituire un’opportunità da non sottovalutare. Dal 1 giugno il governo ha annunciato l’introduzione di una tassa sullo sviluppo turistico pari a 30 $ a persona per tutti visitatori stranieri, esclusi quelli dell’area SADC (Southern African Development Community) che garantirà pieno accesso al Paese per 30 giorni.

Infine si evidenzia che, dallo scorso 10 ottobre 2016, è entrato in vigore l’accordo di partenariato economico (APE) tra l’Unione europea e gli Stati della SADC. Tale accordo consente a cinque Paesi dell’Africa australe (Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica e Swaziland) di accedere subito con le loro esportazioni al mercato dell’UE in esenzione da dazi e contingenti.

L’Unione europea è il maggiore partner commerciale degli Stati della SADC aderenti all’APE e, nel 2015, ha importato merci (soprattutto minerali e metalli) per un valore di quasi 32 miliardi di euro. Un valore grosso modo analogo hanno fatto registrare le esportazioni dell’UE nella regione, costituite principalmente prodotti di ingegneria, chimica e dell’industria automobilistica.

L’accordo sostiene direttamente l’integrazione economica della regione al fine di incentivare relazioni più strette fra i Paesi aderenti ma, cosa ancor più importante, con l’APE nascono anche istituzioni comuni per sostenere il dialogo ed agevolare il disbrigo di tutte le pratiche commerciali.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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