Miss Miss: i gioielli perugini puntano il Nord America

Miss Miss: i gioielli perugini puntano il Nord America

25 Ottobre 2017 Categoria: Un'Italia da Export

Con Massimo Menozzi, ideatore e disegnatore dei gioielli di Miss Miss, abbiamo parlato di Miss Miss azienda di Perugia creata nel 2011 ma che può già contare su una rete distributiva che rifornisce 4 continenti Europa, Asia, America ed Oceania.

Ci racconti brevemente la storia di Miss Miss…

Miss Miss Gioielli è un’azienda giovane: nasce da una ventennale esperienza nel settore della gioielleria e si avvale di competenze e manualità sempre attente alle nuove tendenze. Le nostre collezioni in Argento e Crystal Swarovski sono preziosi gioielli Made in Italy semplici ed eleganti, rappresentano accessori per eccellenza della femminilità.

Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della sua azienda sul mercato attuale?

Creatività e Made in Italy da un lato e la partneship con il marchio Swarovski dall’altra, questo garanisce la qualità dei nostri prodotti, un controllo minuzioso del processo produttivo e distributivo ed un uso esperto di materiali e tecniche di lavorazione.

In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la sua azienda?

Nonostante la crisi, le parole chiave sono state creatività e stile; la scelta di rivolgersi a mercati internazionali è stata sicuramente una necessità ma è stata anche una grande opportunità: nel 2016, per esempio, abbiamo partecipato al JA Show di New York, la fiera internazionale di gioielli al Jacob Javits Center che accoglie le aziende innovative del settore orafo con un ottimo riscontro.

Qual è il “peso” delle attività internazionali oggi sul suo business?

La parte maggiore del nostro business viene svolto sul territorio nazionale ma abbiamo rivenditori in Europa (Francia, Belgio, Spagna, Germania, Portogallo, Irlanda), America, Australia e Sud Africa. L’attività e il business europeo e internazionale hanno comunque un certo peso (40% ca) sul fatturato aziedale.

Nel vostro percorso di espansione all’estero siete stati supportati da strutture pubbliche e/o da società di consulenza private?

Nel presentarci a mercati esteri non siamo stati supportati da strutture pubbliche, abbiamo piuttosto puntato ad incrementare autonomamente i buyer e ad appoggiarci a loro per eventuali richieste di carattere pratico e logistico.

Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

Non abbiamo trovato particolari difficoltà con la burocrazia estera nel presentarci a nuovi mercati, ciò che si evince dal modo di lavorare con estero è che una serrata puntualità e il rispetto delle scandenze (anche relative a pagamenti) sono dei must.

Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?

I piani futuri prevedono un ampliamento della rete di vendita locale/nazionale per rafforzare la nostra presenza in alcune regioni italiane ma anche un potenziamento della rete vendita internazionale, in particolare modo quella americana.

Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?

L’estero ha molto da offrire in termini di possibilità, per questo è importante lavorare bene e fare un lavoro di qualità. Questo premia indipendentemente dal mercato di riferimento ma ciò che è importante è l’esportazione del Made in Italy, far capire e conoscere la nostra filosofia di vita ed il nostro modo di lavorare.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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