Il Futuro è in Sudafrica: Esplora le Opportunità nel settore Agroalimentare e Agrifood con la nostra Missione!

Con oltre 60 milioni di abitanti e una classe media in crescita, il Sudafrica rappresenta un mercato molto promettente per il settore agroalimentare italiano. Partecipa alla nostra esclusiva missione commerciale a Johannesburg per cogliere le migliori opportunità per la tua impresa!
Il Sudafrica si distingue come la più grande e la più avanzata tra le economie dell’Africa subsahariana, grazie a un’abbondanza di risorse naturali e a una base industriale diversificata. Con una popolazione di quasi 60 milioni di persone, è una destinazione d’affari attraente per le imprese internazionali grazie al suo mercato in crescita e all’ambiente imprenditoriale accogliente. Il Paese funge anche da punto di ingresso per altri paesi dell’Africa meridionale.
L’economia del Sudafrica nel 2023 presenta un quadro contrastante. Da un lato il PIL del Paese si attesta a 357,8 miliardi di euro, con una quota di export mondiale dello 0,5%, e un incremento dello +0,6% rispetto al 2022. Dall’altro, diversi fattori frenano la crescita sudafricana: vincoli fiscali, lentezza nelle riforme e bassa produttività del lavoro. Le previsioni per il 2024-2025 comunque indicano una crescita tiepida (+1,80%), mentre una ripresa più sostenuta è attesa per il 2026-2027.
Nonostante il suo immenso potenziale, l’Africa si trova ad affrontare una crisi alimentare di proporzioni drammatiche. Le proiezioni della Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa (ECA) hanno stimato un aumento esponenziale delle importazioni alimentari annuali, da 15 miliardi di dollari nel 2018 a 110 miliardi di dollari entro il 2025. Alla base di questa crisi vi sono molteplici fattori. L’utilizzo di metodi agricoli arretrati e la bassa adozione di tecnologie innovative limitano la produttività e le rese. La monocultura, la mancanza di rotazione delle colture e una cattiva gestione del suolo sono ancora diffuse in molte zone, impoverendo la terra e rendendola meno fertile. La carenza di infrastrutture efficienti, come strade, sistemi di irrigazione, strutture di stoccaggio e di lavorazione, ostacola l’accesso ai mercati e causa ingenti perdite post-raccolta.
Anche il rapporto del 2023 “Empowering Africa’s Food Systems for the Future” stilato da AGRA (Alliance for Green Revolution in Africa) evidenzia l’urgente necessità di trasformare i sistemi alimentari africani, aprendo la strada ad un percorso sostenibile e resiliente per le generazioni a venire. Si tratta di un imperativo non solo agricolo o economico, ma anche morale, sociale ed ecologico. Il rapporto propone soluzioni concrete per migliorare tali sistemi: rivoluzionare l’agricoltura con pratiche sostenibili, ridurre le perdite post-raccolto, incentivare finanziamenti innovativi in modo tale da mobilitare capitali pubblici e privati, rafforzare la ricerca, l’istruzione e la formazione in campo agricolo. Per raggiungere la sicurezza alimentare e nutrizionale, quindi, è necessario un approccio olistico che combini maggiore produttività, migliori infrastrutture, accesso al mercato e pratiche resilienti al clima. Questo approccio stimolerà investimenti, commercio e collaborazione tra i settori, favorendo la crescita economica e la riduzione della povertà.
Il Paese si posiziona come un hub redistributivo di primaria importanza per l’intera area sub-sahariana grazie al ruolo chiave di due accordi commerciali di grande rilevanza: SADC, la Southern African Development Community, che promuove la cooperazione e l’integrazione socio-economica tra 15 paesi dell’Africa australe; l’African Continental Free Trade Area o AfCFTA, un trattato che comprende 54 dei 55 Paesi africani, il cui accordo è stato firmato il 1° gennaio 2021 e che ha come obiettivo l’apertura delle frontiere e la creazione di un’immensa area di libero scambio tra i Paesi membri.
Il governo sudafricano ha, inoltre, adottato una politica mirata ad attrarre investimenti esteri che favoriscano lo sviluppo del paese. Lo scopo è quello di generare trasferimenti di tecnologia, promuovere l’impiego di manodopera locale e sostenere la produzione di beni destinati all’esportazione. L’agroalimentare emerge come uno dei settori prioritari.
In questo contesto, il Sudafrica rappresenta un mercato interessante per le imprese italiane dei settori alimentare e agrifood. Il Paese ha bisogno di modernizzare il suo settore agricolo e le imprese tricolore possono fornire tecnologie innovative e macchinari efficienti. I settori maggiormente promettenti per le imprese italiane sono, quindi:
Nel 2023, l’interscambio commerciale tra Italia e Sudafrica è stato pari a 4,5 miliardi di euro, confermando il Sudafrica come il 46° mercato di destinazione dell’export italiano. Le esportazioni italiane verso il Sudafrica hanno registrato un valore di 2,21 miliardi di euro, con una variazione negativa del -6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante la flessione economica, l’Italia si conferma il secondo partner europeo e il 9° fornitore a livello mondiale del Sudafrica, con una quota del 2,3% nel 2023. Oltre 260 imprese italiane operano già in Sudafrica, con un fatturato di 1,85 miliardi di euro e circa 12 mila addetti.
Le principali categorie delle esportazioni nazionali includono:
Il Sudafrica vanta la più vasta superficie agricola del continente africano e un’ampia varietà di colture. Il settore agricolo, pur impiegando circa 870.000 persone e contribuendo al 2,4% del PIL, riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale del Paese.
Il consumo di olio d’oliva in Sudafrica è aumentato molto nell’ultimo decennio (36 milioni di euro stimati nel 2024). La domanda interna supera la produzione locale: il Paese importa circa 2/3 dell’olio d’oliva che consuma. L’Italia è il secondo fornitore del Sudafrica, con una quota di mercato del 30%. L’olio d’oliva italiano è apprezzato per la sua alta qualità, anche se il suo prezzo è generalmente più alto rispetto ai prodotti concorrenti.
La domanda di prodotti di alta gamma nel settore lattiero-caseario è in aumento, trainata da un ceto medio in espansione e da una maggiore consapevolezza dei benefici nutrizionali del latte e derivati. La produzione locale non è ancora in grado di soddisfare la domanda interna, creando un’opportunità per le importazioni dal Belpaese. Il consumo di formaggio è raddoppiato negli ultimi 15 anni, sebbene concentrato principalmente tra i cittadini con un reddito medio-alto. L’import di formaggio ha raggiunto 40 milioni di euro nel 2020, con l’Italia al terzo posto come fornitore (14%).
Il consumo di aceto balsamico in Sudafrica è in aumento, segno che i gusti dei consumatori sudafricani si stanno orientando verso sapori più raffinati e ricercati. Il Paese si conferma un importatore netto di aceto: quasi la metà (47%) delle importazioni proviene dall’Italia, che si posiziona come fornitore d’eccellenza di questo prodotto.
Il mercato del vino segna una variazione positiva (circa 2 miliardi di euro nel 2020) e una tendenza recente verso i vini di qualità medio-alta. L’Italia è il secondo fornitore (10%), dopo la Francia che detiene il 60% del mercato.
Il Sudafrica sta investendo molto nella modernizzazione e meccanizzazione dell’agricoltura. Tradizionalmente, il mercato è stato dominato da due tipi di macchinari, ossia trattori e mietitrebbiatrici, che riflettono le principali colture estensive cerealicole da campo; negli ultimi anni, tuttavia, vanno assumendo un ruolo crescente anche altri tipi di attrezzature. Alcuni dei macchinari italiani con maggiore potenziale di esportazione includono:
Il Sudafrica offre un terreno fertile per le imprese italiane del settore agroalimentare, sia in termini di beni alimentari che di macchinari. L’alta qualità dei prodotti italiani, la reputazione del made in Italy e la domanda crescente del mercato sudafricano aprono scenari favorevoli per l’export e la collaborazione tra i due Paesi.
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Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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