L’Arredo Cucina Punta sul Digitale per Resistere al Covid

L’Arredo Cucina Punta sul Digitale per Resistere al Covid

03 Novembre 2020 Categoria: Design

La persistente incertezza causata dalla pandemia da Covid-19 continua a colpire tutti i settori dell’economia, non ultimo il comparto del mobile da cucina. Tuttavia, il settore non demorde e, forte di anni caratterizzati da buoni tassi di crescita e crescente popolarità sui mercati esteri, punta sull’innovazione digitale per affrontare l’emergenza.

Le più recenti previsioni del FMI relative all’economia italiana parlano di una caduta del Pil per il 2020 del -10,6% ed un rimbalzo che nel 2021 è visto pari al +5,6%. È da evidenziare che tutti i comparti dell’economia italiana sono colpiti, nessuno escluso, e tra questi anche quelli maggiormente apprezzati a livello internazionale risentono delle pesanti ripercussioni causate dall’attuale emergenza.

Tra questi, l’arredamento risulta fortemente penalizzato, ed il segmento dei mobili da cucina italiani appare particolarmente colpito a causa della profonda diminuzione dei consumi sia nazionali che su scala mondiale. Infatti, dopo quattro anni caratterizzati da ritmi di crescita superiori al 3%, nel 2020 le stime del Centro Studi Industria Leggera (CSIL) parlano di un crollo dei consumi pari al -12%, anche se nel 2021 è atteso un rimbalzo del 5%, un trend in ripresa che dovrebbe proseguire anche nei due anni successivi.

Da evidenziare anche l’importanza delle esportazioni per il settore degli arredamenti da cucina, anch’esse registrate in crescita nel corso del 2019, con un aumento del +2,5% per un ammontare di 836 milioni di Euro. Oltretutto, nel 2019 il Belpaese è stato il secondo esportatore europeo di mobili da cucina, secondo sola alla Germania, e terzo a livello mondiale, alle spalle di Germania e Cina. Le due principali destinazioni delle cucine italiane sono Francia (+1,1%) e USA (+6,7%), che insieme costituiscono il 35% dell’export totale, mentre rallenta la Svizzera (-2,3%), il terzo mercato. Tra gli altri Paesi di riferimento cresce il Regno Unito (+12,8%), stabile la Germania (+0,2%) che guadagna una posizione e si piazza al quinto posto, mentre diminuiscono le vendite verso la Russia (-7,1%). Degna di nota è poi la maggiore capacità di spesa degli acquirenti esteri, rilevata dal fatto che il segmento maggiormente apprezzato risulta quello delle cucine di fascia medio-alta, mentre nel mercato interno vanno per la maggiore i mobili di fascia media e bassa.

Come è facile intuire però, nel bimestre marzo-aprile 2020 le esportazioni del legno-arredo hanno registrato una caduta del 46,3% – pari a quasi 1 miliardo di euro in meno di vendite – che ha portato nei primi quattro mesi dell’anno ad una caduta delle esportazioni del 24,1%.

Non è da escludersi tuttavia che l’arredamento possa, invece, essere almeno in parte sostenuto dalle nuove abitudini affermatesi nel periodo di confinamento: i nuovi stili di vita incentrati maggiormente sulla permanenza nella propria abitazione, sia durante l’orario di lavoro sia nel tempo libero, potrebbero incentivare i consumatori all’acquisto di nuovi mobili e accessori per la casa, mitigando così l’effetto negativo della pandemia. Questa dinamica sembra essere evidenziata, ad esempio, dai dati sulla spesa per mobili della popolazione cinese nei primi cinque mesi del 2020: i tassi di crescita tendenziali di marzo, aprile e maggio (rispettivamente -22,7%, -5,4% e +3,0%) mostrano, infatti, un progressivo recupero dopo il crollo superiore al 30% registrato nei primi due mesi dell’anno.

Gli ultimi mesi di difficoltà, inoltre, hanno accentuato la tendenza, già presente nel comparto, ad investire nell’innovazione. Secondo uno studio del CSIL sono sempre più rilevanti gli aspetti relativi alla sostenibilità ambientale, con particolare riguardo alla scelta dei materiali utilizzati nelle produzioni, e lo sviluppo di arredamenti innovativi ed elettrodomestici che incorporano sempre più spesso soluzioni a carattere tecnologico. Quest’ultima tendenza è vista in continuo sviluppo anche nel corso dei prossimi anni e alcuni esempi della sua applicazione vanno dai cassetti con apertura motorizzata alle illuminazioni e sotto pensili controllabili e regolabili a distanza con l’ausilio dello smartphone e telecomandi.

Non solo innovazione di prodotto, sta cambiando anche il modo con il quale i produttori si relazionano con i clienti finali, quest’ultimi sempre più digitali come conseguenza delle nuove dinamiche scaturite dalle politiche di distanziamento sociale degli ultimi mesi.

Per questi motivi, sempre più aziende stanno adeguando e integrando i loro canali di comunicazione e contatto con il pubblico, per offrire un’esperienza virtuale in linea con le attuali aspettative della crescente popolazione digitale. Infatti, sono sorti negli ultimi mesi numerosi blog aziendali che riportano consigli per l’arredamento di interni, piattaforme virtuali entro le quali i professionisti dell’interior design offrono consulenze a distanza ed anche e-commerce per la vendita online dei prodotti del settore visto che i consumatori sono sempre più propensi ad utilizzare i canali digitali non solo per ricercare idee e informazioni, ma anche per procedere direttamente all’acquisto dei prodotti di loro interesse.

Il tutto in un’ottica di multicanalità totale e integrazione fra il fisico e il virtuale per favorire l’interazione tra aziende e consumatori che possono, ad esempio, cercare informazioni online e poi acquistare nel negozio fisico o, viceversa, informarsi e confrontare i prodotti in store per poi comprare sul web.

Il settore dell’arredo da cucina Made in Italy si è ormai avviato verso una strada ben definita, che vede al centro della strategia di resistenza e superamento dell’attuale crisi l’innovazione di prodotto e di servizio, che passa in primis dall’integrazione degli strumenti digitali per una più attuale e aggiornata attività di comunicazione e ricerca di clienti. Tuttavia, questa spinta innovativa deve essere necessariamente affiancata da un sostegno economico-finanziario, dato il periodo che vede una sempre maggiore scarsità di risorse interne nelle imprese da adibire agli investimenti.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Federico Milone, redazione@exportiamo.it

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