Il “wedding travel coordinator” che parla mandarino è la professione del futuro

Il “wedding travel coordinator” che parla mandarino è la professione del futuro

14 Febbraio 2018 Categoria: Management & Servizi Paese:  Italia

Il fascino esercitato dai luoghi della love-story più conosciuta e amata in tutto il mondo, Romeo e Giulietta, colpisce ancora. E sembra anche che la sua eco giunta nel lontano oriente abbia avuto e continui ad avere un’enorme risonanza se oggi il Belpaese è tra le mete preferite degli sposi del Dragone che sognano le loro nozze da favola all’estero.

Tra le mete più richieste (non solo da cinesi, ma anche da americani e indiani) ci sono quindi Verona, proprio per il richiamo alla tragedia shakespeariana, e ovviamente Roma, la città eterna, e Venezia, la città degli innamorati; molto amate anche la Toscana e la Costiera Amalfitana, e in crescita le regioni del sud, soprattutto Puglia e Sicilia, in linea con la tendenza degli sposi a chiedere sempre più spesso delle location più particolari o dei paesaggi meno noti.

A identificare i numeri del settore è il report “Destination Wedding in Italy” del Centro Studi Turistici di Firenze: nel 2016 (dato più recente) il giro d’affari del turismo matrimoniale è stato di 440,8 milioni di euro, e secondo i dati della Fondazione Italia-Cina, il business dei matrimoni cinesi all’estero è in crescita.

Sulla scia dell’aumento dei matrimoni stranieri anche in Italia sta prendendo piede la figura del “wedding travel coordinator”, ossia un organizzatore a metà strada tra il wedding planner e l’ agente di viaggio che accoglie e accompagna i turisti matrimoniali nel loro soggiorno ma si occupa anche di selezionare i ristoranti, organizzare i servizi fotografici e il trucco fino all’evento finale. Deve gestire anche l’aspetto burocratico delle nozze, gli spostamenti e i pernottamenti. Perciò deve conoscere le tradizioni dei matrimoni cinesi, a cominciare dai colori, come “rosso e oro”, i riti, ma anche la lingua.

Ecco come il wedding travel coordinator diventa un’alternativa professionale per quei 17.500 studenti italiani (dato Fondazione Intercultura) che studiano mandarino già dalle scuole superiori, piuttosto che lasciare che i turisti cinesi vadano in Svizzera perché sono più preparati per le loro esigenze, o in Francia, dove esiste un circuito che promuove le nozze di Romeo e Giulietta.

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