“Made in Italy”: a Firenze, Milano e Vicenza numeri e ottimismo per il 2015 non mancano

“Made in Italy”: a Firenze, Milano e Vicenza numeri e ottimismo per il 2015 non mancano

23 Gennaio 2015 Categoria: Marketing Internazionale Paese:  Italia

L’edizione 87 di Pitti Immagine Uomo (Firenze, 13-16 gennaio 2015) si é conclusa con numeri da record, confermando le ottime aspettative comunicate nei giorni della manifestazione: 24.000 compratori (+15% rispetto alla precedente edizione invernale) per un totale di 8.660 buyer stranieri (+11%) e oltre 15.300 italiani (+17%) e oltre 35.000 visitatori.

Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, non può che essere soddisfatto nel commentare i risultati dell’edizione appena conclusa:

“Ribadisco: un clima fantastico e non solo in termini meteorologici. Un’edizione di Pitti Uomo più che incoraggiante, un’ottima partenza di stagione che porta con sé grande fiducia e ottimismo. Non possono essere che questi gli aggettivi e i toni per un bilancio di questa edizione: una crescita nelle presenze che non riguarda solo il fronte estero, ma anche - e aggiungo con soddisfazione - il nostro paese, e questo non può che farci che piacere. Senza dubbio il record iniziale di aziende partecipanti a questa edizione - quasi 1.200 in totale, sommando anche le aziende di Pitti W, l’area espositiva dedicata a preview, capsule e progetti speciali di moda donna  - é stata la premessa per il record di affluenza finale.

Il merito di questo risultato é in primo luogo proprio delle nostre aziende: sono stati loro i protagonisti assoluti, grazie al loro impegno incredibile nel realizzare e presentare collezioni sempre più creative, e con un livello di qualità altissimo”.

Tra i buyer stranieri sempre in testa il Giappone (+2%), seguito dalla Germania (+10%), e più in generale dalla crescita di quasi tutti i paesi europei (Gran Bretagna +16%, Olanda +2%, Grecia +32%, Spagna +18%, Svizzera +24%, Portogallo +46%). La Francia, da qualche stagione primo mercato di riferimento per il menswear italiano, ha fatto registrare addirittura un +35% così come da record é la crescita di buyer da tutti i paesi del Nord Europa  (Svezia +37%, Danimarca +50%, Norvegia +61%, Finlandia 52%).

I dati confermano in modo chiaro quanto per una precisa area geopolitica, Pitti Uomo, sia sempre di più punto di riferimento indiscusso mentre sul versante extra-europeo, la Cina mette a segno un +20%, gli Stati Uniti registrano un +5% (un incremento con un peso specifico ancora maggiore considerando la qualità dei buyer d’oltreoceano, rappresentati di grandi department store e gruppi del retail di grande portata) e le ottime performance per tutto il Medio Oriente, per Canada, Messico, India, Sud Africa, Singapore, Taiwan e Thailandia. Unici cali, già ampiamente prevedibili, per i buyer provenienti da Russia (-33%) e da Ucraina (-38%).

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I numeri sono incoraggianti e sono interessanti anche le tendenze emerse dalle anteprime fiorentine di Pitti Immagine, che hanno trovato conferma anche a Milano dal 17 al 20 gennaio con la settimana della moda maschile, Milano Moda Uomo78 collezioni, 40 sfilate e un calendario che ha soddisfatto gli addetti ai lavori con un incremento sul numero delle presentazioni.

 

I due eventi rappresentano, a inizio anno, un naturale momento di riflessione, in cui si tirano le somme dell’anno appena trascorso e si pongono gli obiettivi per quello a venire oltre ad evidenziare le tendenze in atto. Ad emergere é l’evidente superamento dei confini di genere ed é lo stesso Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, a confermare questo dato oltre che ad esprimere la sua soddisfazione:

 

“Lo trovo più giusto e più adatto alle specificità del settore uomo. Mentre la donna é più legata all’elemento estetico della sfilata, dell’evento, le collezioni maschili hanno più bisogno di mostrare l’accuratezza dei dettagli.

Il 2014 ha visto un incremento del fatturato di quasi il 4% e le esportazioni sono aumentate di quasi il 5%. Abbiamo difficoltà a fare previsioni sul 2015, perché se da un lato il cambio modificatosi in così breve tempo parrebbe favorire molto le nostre esportazioni, qualche preoccupazione su alcuni mercati, vedi la Russia e il Sudamerica, é presente. Per fortuna l’America va assolutamente bene, per conto suo e per l’effetto dollaro. Io sono ottimista.

Le previsioni segnalano una crescita del 2%, ma io spero in meglio.”

 

Dunque ottimismo, sano e in controtendenza rispetto agli ultimi anni ma anche impegni concreti da parte di tutti.

 

La via per uscire dalla crisi é ancora lunga, la certezza é che il vero “Made in Italy” sa dare risposte e l’impegno e il sostegno da parte delle istituzioni non mancherà.

 

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E’ stato lo stesso Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, a illustrare a Pitti Uomo i piani governativi mettendo in chiaro come sarà importante agire sull’attrazione dei buyer stranieri come leva strategica nel breve e medio periodo:

 

“La moda é uno dei settori su cui il governo investe di più e rafforzeremo tutti gli eventi, l’idea é quella di investire sulle fiere e sulle iniziative che hanno un valore internazionale, mettendole anche al riparo dalla concorrenza.

Il 2015 sarà l’anno più forte da sempre per la moda italiana: il governo ha varato un piano complessivo per il made in Italy di 260 milioni di euro, che vuol dire sei volte in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni e di questi 36 milioni di euro, otto volte la media di quanto investito nei cinque anni precedenti, sarà destinato al Sistema Moda e 16 milioni saranno rivolti ad azioni sulla grande distribuzione organizzata. Spenderemo moltissimi soldi soprattutto negli Usa attraverso incentivi in cambio dell’acquisto di prodotti italiani di brand belli e ben fatti che non siano già in referenza con nuovi marchi che entreranno nei department store e moltiplicheranno l’export italiano.”

 

Serve una strategia complessiva e le iniziative non mancano come l’idea di affiancare “temporary export manager” alle imprese interessate a conquistare nuovi mercati e aprire opportunità per le imprese fuori dai confini italiani. E’ stato lo stesso Calenda, davanti a circa 300 imprese presenti ieri nella tappa di Genova del Roadshow organizzato dall’ICE “Italia per le Imprese, con le PMI verso i mercati esteri”, a presentare questa nuova iniziativa concreta e che va a colmare la mancanza di personale specializzato nelle nostre PMI oltre alla necessità di ampliare il proprio raggio di azione ai nuovi mercati emergenti quelli dove si sta formando una classe media sensibile e pronta a farsi conquistare dal “Made in Italy”.

 

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L’approvazione di una legislazione europea sul “Made in” - che consentirebbe molte più tutele ed il rilancio delle produzioni d’eccellenza come le nostre - sarà al centro dei colloqui del Premier Renzi durante la visita in Italia del Cancelliere tedesco Angela Merkel, iniziata proprio ieri a Firenze. La Germania é  infatti a capo della cordata dei Paesi a cui il “Made in” non va a genio perché i Paesi dell’Europa del Nord, storicamente, fanno molti più affari con il commercio e la logistica, piuttosto che con la produzione. Nel semestre di presidenza italiana UE Renzi, come abbiamo già visto su Exportiamo, ha tentato di far passare il provvedimento senza però riuscirvi e sui 28 Paesi dell’Unione, 18 sono contrari. L’idea é quella di superare lo stallo offrendo un compromesso e limitando l’applicazione del “Made in” a tre settori, per noi fondamentali: tessile, abbigliamento e calzaturiero; ceramiche; mobili e arredamento. Sarebbe un buon compromesso per i nostri interessi anche se raggiunto ai “tempi supplementari” se non ai “rigori” dando continuità e senso alle priorità italiane in Europa.

Da oggi fino al 28 gennaio si avvia il calendario fieristico internazionale del settore “jewellery”  con VicenzaOro January. Saranno oltre 1500 i brand provenienti da 30 Paesi esteri e un pubblico accreditato di buyer, giornalisti, opinion leader e operatori internazionali. Il tema di questo primo appuntamento 2015 é “The Future. Now.”

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Innovazione al centro e quest’anno si presenta per la prima volta VicenzaOro The Boutique Show, ispirato da uno studio sui nuovi scenari della produzione e della distribuzione della gioielleria a livello globale, questo nuovo format espositivo prevede un’innovativa riorganizzazione merceologica con la creazione di comunità omogenee di aziende chiaramente riconoscibili per valori di riferimento, posizionamento, tipologia di produzione, sistemi di distribuzione e immagine complessiva e cerca di venire incontro alle esigenze più dinamiche della domanda internazionale del settore.     

Un ruolo centrale nella manifestazione verrà ricoperto anche dai Trend Forum, aree che offriranno una rappresentazione degli ultimi trend del settore. e lo svolgimento della manifestazione sarà accompagnato da T-Gold con l’obiettivo di offrire una panoramica di filiera presentando macchinari e tecnologie per la lavorazione dei gioielli, con un focus sulle novità nel campo dell’alta tecnologia.

Anche l’appuntamento di Vicenza dimostra come il “Made in Italy” continua ad avere idee e non prescinde dalla qualità, indiscutibile e globalmente apprezzata (e copiata), ma il dato più importante é che l’ottimismo finalmente inizia a prendere il sopravvento!

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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