In Brasile la crisi economica annunciata in questo 2015 si è materializzata e le conseguenze meritano un’attenta analisi per comprenderne cause e impatti sui diversi settori economici, oltre ad auspicare possibili soluzioni.

Ad oggi l’inflazione rappresenta uno degli effetti negativi con maggior incidenza sulla situazione economica dei brasiliani e delle imprese locali ed è stata purtroppo sottovalutata e affrontata con espedienti finanziari poco efficaci che non sono bastati ad arginarne la crescita e la conseguente perdita di valore della moneta locale.

I prezzi aumentano ogniqualvolta aumenta la domanda di un determinato prodotto senza che detto aumento sia accompagnato da un ampliamento dell’offerta, ma anche quando aumentano i costi di produzione o si verifica un’indicizzazione dei contratti ovvero l’aumento dei prezzi attuali genera inevitabilmente l’aumento dei prezzi futuri.

In Brasile si è realizzata una combinazione di questi fattori che si sono innestati in un contesto politico-economico sfavorevole, caratterizzato dall’aumento dei prezzi per acqua, elettricità e carburanti.

I dati dell’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica - IBGE registrano come l’aumento dei prezzi nel mese di luglio sia stato pari allo 0,62% (era 0,79% a giugno e 0,01% nello stesso periodo dello scorso anno). L’inflazione ufficiale ha dunque accumulato un aumento del 9,56% in 12 mesi, il più alto dal novembre 2003 quando l’accumulato in 12 mesi era stato del 11,02%, dati che vanno ben oltre le più buie previsioni del Banco Central, che si attestavano al 4,5%.

E’ stato proprio l’aumento dei prezzi relativi ai servizi (telecomunicazioni, acqua, energia, combustibili e trasporti pubblici) quello che ha maggiormente influenzato la crescita dell’inflazione nel 2015. Nel solo mese di luglio c’è stato un aumento del 17% per le tariffe di energia elettrica a San Paolo e del 14% a Curitiba così come i costi per i servizi essenziali sono cresciuti a Porto Alegre, Recife, San Paolo, Fortaleza e Campo Grande.

Gli aumenti erano stati fatti slittare in vista dell’ultima tornata elettorale ma a tutti era chiaro fin dal principio che il Governo li avrebbe applicati dopo la vittoria alle urne e anche a livello climatico, le limitate piogge hanno comportato un maggior uso di energia termoelettrica, più costosa rispetto all’energia idroelettrica e così è stato introdotto un sistema di “bandiere tariffarie”, in cui i colori verde, giallo e rosso determinano differenti livelli di prezzi in funzione delle condizioni di produzione di energia elettrica nel Paese.

A livello monetario invece, l’Euro ha abbondantemente superato quota 4,50 R$ mentre il Dollaro ha raggiunto la temuta barriera dei 4,00 R$, il valore più alto mai registrato dall’entrata in vigore del “Piano Real” nel 1994.

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Neanche le previsioni più pessimistiche facevano presagire l’attuale forte svalutazione del Real brasiliano rispetto al Dollaro americano che - dall’inizio dell’anno - ha accumulato un aumento di quasi il 50% rispetto alla valuta brasiliana, mentre l’Euro è cresciuto di circa il 25% negli ultimi due mesi.

Negli ultimi tempi, attraverso manovre di “finanza creativa”, il Governo brasiliano aveva tentato di mantenere il cambio con il Dollaro americano ad un livello artificiale attraverso l’iniezione giornaliera di enormi volumi di risorse che rappresentavano le riserve internazionali.

L’abbassamento del valore del Dollaro ha incoraggiato le importazioni con l’inevitabile conseguenza di minare la crescita dell’industria nazionale che ha portato a generare un enorme deficit della bilancia commerciale.

La volatilità tra Dollaro e Real continuerà nelle prossime settimane ed è praticamente impossibile calcolare quale sarà l’aumento complessivo alla fine dell’anno in corso.

La moneta è d’altronde il riflesso della situazione di un governo: se indebolito, la moneta ne segue il trend e le voci di rimpasto e di possibili dimissioni non sono certo segnali incoraggianti per l’economia nazionale.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Tommaso Tamponi Project Manager di IBS América Latina, redazione@exportiamo.it

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