Il Qatar rappresenta oggi - a dispetto di un tempo - una delle realtà più dinamiche e in crescita non solo all’interno della regione del Golfo, ma anche a livello globale e nel 2014 secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, risulta essere il Paese con il più alto PIL pro capite al mondo.

L’Economist registra come nell’ultimo anno l’economia abbia registrato il tasso di crescita medio più alto (+6,0%) tra i Paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG).

Naturalmente la ragione principale è dovuta alla presenza di grandi giacimenti di petrolio e soprattutto di immense riserve di gas, vera ricchezza del Paese.

Il Qatar detiene, infatti, la terza riserva al mondo di gas naturale liquefatto (GNL) dopo Russia e Iran con una quantità stimata in circa 890.000 miliardi di metri cubi, il 15% di tutte le riserve mondiali.

L’industria degli idrocarburi è controllata dalla compagnia statale Qatar Petroleum, che ha ereditato il controllo della produzione petrolifera dalla British Petroleum nel 1976, e contribuisce con la sua gestione per oltre il 60% del PIL qatarino: le esportazioni di petrolio e gas rappresentano la principale fonte delle entrate dello Stato e contribuiscono al finanziamento di numerosi progetti sotto il coordinamento governativo.

Il piccolo emirato del Golfo, di dimensioni paragonabili all’Abruzzo, vanta il secondo più alto tasso di crescita della popolazione al mondo (5,6%), ma non per natalità, bensì per il continuo flusso di immigrati che lavorano nei settori dell’industria degli idrocarburi e delle costruzioni.

Negli ultimi anni inoltre molti occidentali in particolare europei, con una folta presenza di italiani, hanno iniziato ad occupare posizioni lavorative nei più disparati settori, dal turismo alle costruzioni, dalla ristorazione all’impiego negli ospedali e nei centri di ricerca o addirittura presso holding locali o nelle imprese controllate direttamente dalla famiglia dell’emiro Al Thani.

Il Paese ha saputo mettere in atto politiche innovative e di lungo periodo, che ne hanno determinato uno sviluppo economico costante cercando di andare oltre la totale dipendenza dal settore energetico.

L’obiettivo degli ultimi anni è stato quello di mettere in atto una diversificazione dell’economia del Paese, riservando grande attenzione allo sviluppo e favorendo l’afflusso di investimenti privati ed esteri non solo nel settore petrolchimico, ma anche in settori ritenuti fondamentali per garantire crescita e prosperità (servizi finanziari, welfare, sanità, ricerca scientifica, istruzione e formazione, turismo e sport).

Il governo infatti pur continuando a investire principalmente in progetti prioritari in settori strategici (trasporti, energia e infrastrutture idriche) mostra un crescente interesse per il settore green, per lo sviluppo dell’industria e dei servizi tecnologici.

L’occasione di poter ospitare i Mondiali di Calcio nel 2022, garantirà non solo un’importante opportunità di sviluppo ed espansione delle aree più commerciali e votate al turismo, ma anche un’importante vetrina internazionale.

Oggi il Paese del Golfo è associato quindi oltre che alle grandi quantità di risorse naturali possedute, anche al mondo del lusso, della cultura e dello sport.

Alcune compagnie qatarine si sono imposte a livello internazionale, diventando in pochissimo tempo leader del proprio settore di mercato, come accade alla Qatar Airways nell’aviazione civile e ad Al Jazeera nell’informazione e nell’editoria.

L’Emirato è diventato altresì uno dei più grandi investitori del mondo, con un patrimonio detenuto dal fondo sovrano - Qatar Investment Authority - stimato tra i 100 e i 200 miliardi di dollari. I fondi hanno puntato su asset di alto profilo, da Barclays a Shell, passando per la nuova city finanziaria di Londra e per marchi come Porsche, Chanel e per l’Italia tra gli altri la Maison Valentino e la Pal Zileri, la Costa Smeralda, il Four Seasons di Firenze, e l’Hotel Gallia di Milano.

Il Qatar si è imposto economicamente e politicamente alla ribalta internazionale in un periodo relativamente breve.

Lo ha fatto con un’intelligente strategia, astuzia e perseveranza, ribaltando anche gli equilibri geopolitici dell’area ed entrando negli interessi economici del mondo occidentale. Nel torneo degli scacchi mondiali il piccolo paese arabo si è meritato a torto o ragione un posto dal quale difficilmente potrà essere estromesso.

Fine prima parte

II^parte

Fonte: a cura di Exportiamo, di Alessio Gambino, redazione@exportiamo.it

Articolo tratto da Newsmercati n.201

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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