Dopo l’annullamento delle sanzioni economiche l’Iran si ritrova oggi a giocare un ruolo di fondamentale importanza nella complessa regione mediorientale.

L’economia iraniana dipende in gran parte dal settore degli idrocarburi e dal settore agricolo ed entrambi i settori, in termini industriali e finanziari godono della partecipazione attiva dello Stato.

L’UE, primo partner commerciale dell’Iran prima dell’avvento delle sanzioni economiche è diventato oggi uno dei soggetti maggiormente attivi nel ricercare una maggiore collaborazione con Tehran insieme ad altri Paesi, fra cui Cina, Emirati Arabi Uniti e Turchia.

L’Italia in particolare è stata tra i primissimi Paesi a cercare di riannodare i fili della collaborazione economica con l’Iran ed in tal senso va interpretata la visita istituzionale del presidente del Consiglio Matteo Renzi recatosi nella capitale iraniana lo scorso aprile.

La visita di un premier europeo in Iran ha concentrato nuove attenzioni commerciali su Teheran: sono infatti moltissimi i Paesi interessati a fare business con l’ex Persia e sono molteplici le imprese che stanno avviando investimenti sul territorio.

L’Italia rappresenta il secondo principale fornitore a livello europeo per l’Iran, grazie ad investimenti superiori ad un miliardo di euro, seconda solo alla Germania e seguita da Francia e Spagna.

Si prevede, oltretutto, che nel triennio 2014-2016 l’Italia possa esportare nel paese beni pari a tre miliardi di euro.

Secondo SACE se l’export italiano riuscisse a riproporre una crescita simile a quella osservata nel periodo pre-sanzioni, si raggiungerebbe un livello di esportazioni superiore a 2.5 miliardi di euro già nel 2018, tornando a superare il picco registrato nel lontano 2005.

In assenza di sanzioni, l’Italia avrebbe potuto cumulare maggiori esportazioni per un valore di circa 17 miliardi di euro nel periodo 2006-2018.

A livello settoriale l’automotive è senz’altro uno dei settori in maggiore ascesa tanto che in Iran si vendono già 1,5 milioni di automobili italiane ogni anno e si prevede di arrivare a 2 milioni entro il 2018.

In generale l’export Made in Italy a Tehran è così ripartito: meccanica (57%), prodotti chimici (8.4%), prodotti in metallo (7.7%), apparecchiature elettriche (5.8%), articoli in gomma, plastica e materiali da costruzione (5.3%) e prodotti farmaceutici (4.0%).

Le opportunità per il sistema produttivo italiano riguardano soprattutto la fornitura di macchinari ed attrezzature destinate all’industria iraniana, in particolare nella metallurgia, nel settore agroalimentare, nel packaging e infine nella lavorazione dei marmi, della ceramica, della plastica e nell’oreficeria.

Di un’ottima fama godono anche i prodotti italiani del settore agroalimentare che sono comunemente riconosciuti in Iran come eccellenti esempi di prodotti da consumare quotidianamente per chi ha a cuore un’alimentazione sana e moderna e per tale ragione molti brand italiani sono già largamente presenti nella GDO iraniana.

Anche il settore farmaceutico è in forte espansione grazie al deciso miglioramento delle possibilità di accesso ai medicinali da parte di una consistente fetta della popolazione verificatosi negli ultimi anni. Si stima che la crescita della domanda in questo comparto si collochi attorno al 30% su base annua.

Altri settori in crescita sono informatica, elettronica, diagnostica ed ottica. Infine l’arredamento: anche la qualità del design italiano è molto richiesta in Iran. Particolare attenzione è rivolta alla progettazione di strutture ed interni sia per uffici che per il settore dell’arredo casa.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it

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