Martedì 20 settembre 2016 a Milano si è tenuto nel Centro Svizzero il convegno dal tema “Iran, The place to Be, come entrare oggi nel mercato di domani”, evento organizzato da Milano Finanza e Dentons, uno dei primi studi legali nel mondo. Il convegno ha visto un eccellente riscontro di pubblico, sia dal punto di vista numerico che della composizione. Sono intervenute infatti numerose imprese dei vari settori, studi legali, ecc. e sono state anche presentate alcune delle esperienze di successo avviate sul mercato iraniano.

Nel corso del convegno sono stati inoltre forniti strumenti per affrontare al meglio i cambiamenti in atto in Iran.
Nei saluti introduttivi Gabriele Capolino, ceo Class Editori, si è soffermato sull’importanza del ruolo dell’Italia in questa grande competizione internazionale e sul grande appeal di cui gode Made in Italy nel Paese.

Dopo l’introduzione, i lavori sono stati aperti da Federico Sutti, managing partner Dentons Italia, che ha svolto un’attenta analisi dell’andamento del mercato iraniano e ha spiegato che, dopo la firma degli accordi sul nucleare, l’Iran è diventato la destinazione di migliaia di aziende in cerca di nuovi territori. Le aziende italiane, ha sottolineato Sutti, sono ancora in una fase iniziale di penetrazione di questo mercato ma la direzione intrapresa è quella giusta e le imprese Made in Italy oggi guardano con un occhio sempre più interessato alle opportunità di business che si possono sviluppare con lo Stato asiatico.

Successivamente, Rosario Alessandrello, Presidente della Camera di Commercio italo-iraniana, ha descritto l’Iran come un Paese molto giovane ed indipendente che tuttavia non ha ancora la capacità di portare avanti progetti troppo onerosi da un punto di vista economico.
La parola è quindi passata a Alessandro Terzulli, Chief economist di SACE, che ha parlato di come si esplorano le opportunità offerte da nuovi mercati rimarcando anche che “le entrate in valuta per il Paese rimangono per un 25-30% al di sotto del periodo in cui vigevano le sanzioni”.



Terzulli è poi passato ad evidenziare i punti di debolezza e i punti di forza del sistema Paese iraniano. Di seguito riportiamo i principali.

Punti di forza:

  • popolazione giovane ed istruita;
  • un’economia diversificata.

Punti di debolezza:

  • forte presenza economica statale e para-statale;
  • sanzioni economiche residue ancora in vigore;
  • accesa rivalità per le leadership regionali.

La riflessione si è poi focalizzata sul sistema bancario: “Il sistema bancario in Iran rappresenta una delle sfide più importanti, ci sono 31 banche di cui 8 pubbliche e 23 private con un attivo superiore ai 510 miliardi di dollari. La Banca Centrale del Paese (Central Bank of Iran - CBI) adeguerà il sistema bancario del Paese ai requisiti di Basilea III entro il 2017 ed intende spingere le banche sotto capitalizzate a non distribuire i dividendi e per velocizzare l’assorbimento dei crediti”.

L’export Made in Italy in Iran

Secondo gli ultimi dati, l’export italiano verso l’Iran è cresciuto del 20% nella prima parte del 2016 e del 50% rispetto al 2005. A livello settoriale esportiamo moltissimi prodotti della meccanica strumentale (57%) seguiti da prodotti chimici (11%), apparecchi elettronici (7%), metalli (6%) ed articoli in gomma e plastica (3%).
L’Italia deve sfruttare l’occasione di incrementare la propria presenza in settori fondamentali per l’economia del Paese asiatico come oil&gas, infrastrutture, meccanica strumentale, petrolchimico, energia ed automotive capendo in anticipo quali sono le esigenze del mercato e selezionando le opportunità più profittevoli.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it

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