Il nuovo pacchetto include misure che colpiscono l’industria dei diamanti russi, l’esportazione di prodotti derivati dai metalli e l’elusione delle sanzioni sull’energia.

Nel corso dell’ultimo Consiglio europeo, lo scorso 18 dicembre, è stato approvato un nuovo pacchetto di sanzioni dell’Ue contro la Russia. Si tratta del dodicesimo da quando il 24 febbraio 2022 Mosca ha attaccato l’Ucraina. Vediamo cosa prevede nello specifico.

Diamanti

Il primo settore a essere coinvolto dalle nuove sanzioni riguarda quello dei diamanti. Nel documento approvato dal consiglio europeo, infatti, scatta ufficialmente il divieto di importazione, acquisto e trasferimento diretto o indiretto dalla Russia. Si tratta di una misura particolarmente pesante per Mosca in quanto la Russia è il più grande produttore di diamanti grezzi al mondo. Nel 2021, l’anno prima dell’inizio della guerra, il paese ha esportato diamanti per un valore di circa 4 miliardi di dollari (3,77 miliardi di euro), cifra che è diminuita solo leggermente nel 2022.

Le misure sul settore dei diamanti russi erano state richieste a gran voce dal governo ucraino, ma hanno incontrato a lungo la resistenza di alcuni paesi europei, ed in particolare del Belgio. Imporre sanzioni sui diamanti è stato difficile per la particolare conformazione del settore. I diamanti passano attraverso più mani fino a raggiungere il cliente finale: ad esempio quelli grezzi russi vengono solitamente tagliati e lucidati in India e poi commercializzati ad Anversa, in Belgio, da dove vengono spediti negli altri mercati del mondo, dagli Stati Uniti ad Hong Kong. Ciò significa che un rivenditore molto probabilmente non sarà in grado di individuare l’esatta origine di un particolare diamante, rendendo difficile separare i prodotti russi dagli altri. Unione europea e G7 hanno allora sviluppato un sistema internazionale per tracciare i diamanti lungo l’intera catena di approvvigionamento, dalle miniere ai negozi.

Il divieto si articolerà in 3 step successivi. All’inizio del mese, infatti, il G7 aveva annunciato una tabella di marcia in tre fasi graduali per il 2024, che verrà applicata anche dall’Unione europea:

  1. dal primo gennaio si applicheranno restrizioni alle importazioni di diamanti estratti e lavorati in Russia, esclusi quelli destinati a scopi industriali;
  2. dal primo marzo scatteranno le restrizioni alle importazioni di diamanti russi lavorati in Paesi terzi;
  3. dal primo settembre verrà messo in funzione un meccanismo di verifica e certificazione basato sulla tracciabilità per i diamanti grezzi che dovrà essere messo in atto nei Paesi occidentali che sono “grandi importatori” di diamanti grezzi (in Europa il Belgio).

Petrolio

Un altro obiettivo di questo pacchetto è colmare le lacune di un’altra misura restrittiva, il tetto al prezzo del petrolio russo, che i Paesi del G7 avevano fissato a 60 dollari al barile. Negli ultimi mesi, tuttavia la Russia era riuscita a vendere il suo petrolio ben al di sopra di tale cifra grazie a una flotta di “petroliere ombra” e ai servizi di società commerciali poco conosciute, con diversi Stati Ue che hanno continuato a acquistare derivati del petrolio di Mosca da navi che battevano bandiera di Paesi terzi, aggirando facilmente i vincoli commerciali imposti.

Le sanzioni non modificano il limite di prezzo, ma per mettere fine all’elusione Bruxelles ha escogitato un meccanismo rafforzato di condivisione delle informazioni e regole di trasparenza più severe che dovrebbero consentire una migliore identificazione delle navi e delle entità che attuano pratiche ingannevoli, come i trasferimenti da nave a nave utilizzati per nascondere l’origine o destinazione del carico, allo scopo di garantire che le vendite globali di petrolio rimangano entro la soglia stabilita. Inoltre, sarà introdotto l’obbligo di notifica per la vendita di navi cisterna, anche di seconda mano, a qualsiasi paese terzo. Infine, è stato introdotto un apposito embargo sul Gpl, il propano liquefatto, per un periodo transitorio di 12 mesi.

Prodotti derivati dai metalli e beni dual use

Con il dodicesimo pacchetto stop anche alle importazioni dalla Russia di prodotti derivati dai metalli: ghisa, fili di rame, fili di alluminio, lamine tubi e tubature, che l’anno scorso sono stati acquistati da imprese europee per un valore totale di 2,2 miliardi di euro.

Inoltre, il pacchetto amplia l’elenco di articoli soggetti a restrizioni che potrebbero contribuire al miglioramento tecnologico del settore militare, includendo prodotti chimici, batterie al litio, termostati, motori cc e servomotori per veicoli aerei senza pilota (i droni), macchine utensili e parti di macchinari.

Clausola “no-Russia” e divieto di riesportazione

L’ultimo pacchetto di sanzioni è intervenuto anche su un altro argomento spinoso, quello cioè dell’elusione delle norme. Nel corso del conflitto, infatti, molti prodotti ufficialmente vietati in Europa sono stati ugualmente commercializzati grazie ad escamotage da parte di imprese sia russe che europee che hanno messo in atto pratiche di riesportazione.

Bruxelles vuole quindi provare a dare un taglio anche su questo fronte introducendo la cosiddetta clausola “no Russia”, secondo la quale chiunque esporti beni e tecnologie sensibili al di fuori del territorio comunitario dovrà vietare contrattualmente la riesportazione verso la Russia. La clausola copre tutti gli articoli utilizzati nei sistemi militari russi rinvenuti sul campo di battaglia in Ucraina.

Lista delle aziende e delle persone sanzionate

Altre 29 nuove entità sono poi state aggiunte all’elenco delle aziende sanzionate, anche non russe, sospettate di aiutare il Cremlino ad impossessarsi di tecnologie avanzate prodotte nell’Ue, o di produrre beni “a duplice uso”, che potrebbero dunque essere impiegati sul campo di battaglia.

In questo dodicesimo pacchetto non manca infine un capitolo dedicato alle sanzioni individuali. Un capitolo corposo, con 147 nuovi ingressi – 61 individui e 86 entità – in un elenco che conta ora 1950 individui e entità soggetti a misure restrittive dall’inizio della guerra in Ucraina.

I cittadini con nazionalità russa non potranno inoltre possedere, controllare o ricoprire incarichi in organi direttivi di entità che forniscono portafogli di criptovalute, servizi di conto o custodia a persone e residenti russi. L’Ue ha deciso di imporre anche obblighi di notifica per il trasferimento di fondi al di fuori dei 27 paesi membri da parte di qualsiasi entità stabilita nell’Ue posseduta o controllata da un’entità stabilita in Russia.

L’impatto di queste nuove sanzioni è ancora tutto da valutare, ma è chiaro che l’Ue non intende arretrare di un passo: “Il nostro messaggio è chiaro – ha dichiarato infatti l’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell -, rimaniamo fermi nel nostro impegno nei confronti dell’Ucraina e continueremo a sostenere la sua lotta per la libertà e la sovranità”.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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