WTO: Previsioni Commercio in Calo

Le nuove stime della World Trade Organization gettano un’ombra sulle prospettive del commercio internazionale, tra escalation protezionistiche e catene globali in evoluzione. Quali implicazioni per le imprese esportatrici italiane?
Il commercio globale si trova oggi al centro di una profonda trasformazione. Se nel biennio 2021–2022 il sistema aveva dato segnali di ripresa post-pandemica, nel 2023–2024 le tensioni geopolitiche, la guerra in Ucraina, l’instabilità energetica e l’inflazione hanno riacceso dinamiche protezionistiche e accentuato la polarizzazione tra blocchi economici.
Il nuovo rapporto WTO di aprile 2025, che rivede le stime sul commercio mondiale da un +2,7% a un -0,2%, è un campanello d’allarme per governi, imprese e operatori della logistica internazionale.
Il motore di questa inversione di tendenza è eminentemente politico. La nuova politica commerciale statunitense — tornata fortemente protezionista — ha portato all’introduzione di tariffe fino al 145% su prodotti cinesi. La reazione di Pechino non si è fatta attendere, e la prospettiva di una guerra commerciale a pieno regime ha fatto crollare la fiducia degli operatori.
Secondo il WTO, la riduzione dell’80% degli scambi USA–Cina potrebbe costituire il più significativo arretramento di flussi commerciali bilaterali mai registrato nella storia moderna.
Ma non si tratta di un caso isolato: i flussi commerciali tra Paesi dell’OCSE e mercati emergenti stanno rallentando ovunque, mentre crescono barriere non tariffarie, restrizioni agli investimenti esteri e interventi pubblici diretti sulla produzione.
A livello settoriale, l’impatto delle tensioni commerciali non è uniforme. Il WTO individua:
Settori in sofferenza:
Settori resilienti o in crescita:
Il commercio estero è da sempre uno dei pilastri della crescita italiana. Secondo l’ISTAT, nel 2024 l’export ha rappresentato circa il 32% del PIL nazionale. I principali settori trainanti restano:
Nel nuovo scenario delineato dal WTO, le imprese italiane dovranno riconsiderare i propri piani di internazionalizzazione con un approccio più data-driven, proattivo e meno “monocanale”.
Il WTO sottolinea la necessità di un ritorno alla cooperazione multilaterale. In un contesto in cui le regole comuni sono sempre più contestate o ignorate, l’Organizzazione si propone di rilanciare:
Tuttavia, senza una volontà politica condivisa da parte delle grandi potenze economiche, il sistema multilaterale rischia una progressiva marginalizzazione, con l’ascesa di accordi bilaterali e regionali spesso sovrapposti o in conflitto tra loro.
Il 2025 si presenta come un anno cruciale per il futuro del commercio globale. Le imprese esportatrici italiane dovranno affrontare mercati più incerti, costi in aumento e normative più complesse, ma potranno anche cogliere nuove opportunità di posizionamento in un mondo che si sta ristrutturando.
Le parole chiave per il futuro?
Diversificazione, resilienza, innovazione, visione strategica.