Il nuovo programma di riforme in Cina

Il nuovo programma di riforme in Cina

dal   11-07-2014  al  11-07-2014
Tipologia: Fiere
Focus: Cina

Oggi la Cina è tra i Paesi in cui i redditi pro-capite hanno più probabilità di avvicinarsi a quelli dei Paesi avanzati nei prossimi due decenni. Il suo status di economia a medio - alto reddito e la crescita senza precedenti degli ultimi decenni sostengono in effetti questa prospettiva. La Cina continua a segnare una robusta crescita economica ed una relativamente forte crescita della produttività ed il governo sembra determinato a guidare l’economia attraverso una nuova serie di riforme per raggiungere lo status di Paese ad alto-reddito, attraverso tre obiettivi chiave:

 1) Il mantenimento di una crescita sostenuta;

 2) Una maggiore integrazione nel mercato internazionale;

 3) Il perseguimento di una crescita sostenibile;

Per raggiungere questi obiettivi, la Cina ha davanti a sé una serie di sfide da fronteggiare, cioè:

1) La diminuzione dei tassi di crescita;

2) L’invecchiamento della popolazione ed la riduzione della forza lavoro;

3) La decrescente efficienza degli investimenti;

4) L’aumento della diseguaglianza sociale;

5) I problemi ambientali;

 Grafico 1. La diminuzione dei tassi di crescita PIL reale della Cina 

 Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del Rapporto OCSE Development Centre “Perspectives on Global Development 2014: Boosting Productivity to meet the middle-income challenge”

Il nuovo governo cinese pertanto sta adottando una serie di misure per evitare una brusca decelerazione a partire dalla revisione del sistema di gestione macroeconomica e dall’eliminazione delle barriere strutturali alla crescita. Il programma di riforme del Presidente Xi prevede un rafforzamento dei meccanismi del mercato, un ripensamento del ruolo del governo nell’economia, la ristrutturazione dell’industria attraverso la rottura dei monopoli e la riforma delle imprese di proprietà statale.

La revisione pianificata del sistema macroeconomico copre tutti i principali settori, tra cui il tasso di cambio, i tassi di interesse ed il conto capitale, inoltre prevede un migliore coordinamento tra il decisore politico e le agenzie di regolamentazione attraverso un meccanismo di coordinamento di nuova costituzione. Nel medio termine è previsto un aumento della flessibilità del tasso di cambio in entrambe le direzioni in quanto dovrebbe iniziare ad essere determinato dalle forze del mercato e non più dalla Banca Centrale. Il processo di riforma, tuttavia, sarà graduale in questa fase di sviluppo del sistema finanziario al fine di ridurre i movimenti disordinati e la volatilità dei prezzi finanziari e dei tassi di cambio. 

Più in generale, le riforme dovrebbero rafforzare l’intermediazione finanziaria e tradursi in una più efficiente allocazione dei fondi nell’economia. Un prerequisito per il successo delle riforme, tuttavia, è la capacità delle istituzioni finanziarie di valutare i rischi e di fissare di conseguenza i tassi di interesse. Grazie ad una migliore allocazione delle risorse l’efficienza degli investimenti, che ad oggi mostra una tendenza al rallentamento, potrebbe migliorare e contribuire a sostenere l’accumulazione del capitale in altre aree. Lo stock di capitale complessivo è ancora basso in termini pro capite, nonostante decenni di alti tassi di investimento. Secondo i piani di riforma non solo gli investitori istituzionali nazionali qualificati, ma anche gli investitori individuali nazionali qualificati potranno attingere al mercato internazionale dei capitali per ottenere rendimenti più elevati. I tassi di interesse sui depositi, che attualmente danno un rendimento molto modesto ai risparmiatori, in ultima analisi dovrebbero essere liberalizzati. 

In Cina vi è un ampio sostegno nei confronti di queste misure dal momento che è ampiamente riconosciuto che il mantenimento dello status quo non sarà sufficiente per assicurare un avvicinamento agli standard dei Paesi avanzati.

Queste riforme, inserite nel libro guida della Terza Sessione Plenaria del Partito Comunista Cinese nel novembre 2013, dovranno essere messe in pratica in modo ordinato e tempestivo per stimolare la crescita nel medio termine, con una conseguente riduzione del rischio di un brusco rallentamento della Cina e del suo potenziale impatto negativo sull’economia globale.

 

Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del Rapporto OCSE Development Centre “Perspectives on Global Development 2014: Boosting Productivity to meet the middle-income challenge” , di Barbara Alessandrini, b.alessandrini@exportiamo.it

 

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