Un'Italia da export: intervista con Guido Maggi

Un'Italia da export: intervista con Guido Maggi

11 Gennaio 2017 Categoria: Un'Italia da Export

Nella nostra rubrica “Un’Italia da Export” abbiamo il piacere di ospitare i contributi delle eccellenze targate Made in Italy che con competenza e coraggio si affacciano sui mercati internazionali. Tra queste c’è Guido Maggi, un’azienda che si occupa della produzione di calzature rialzate di alta moda per venire incontro alle esigenze di chi vuole diventare più alto realizzando una vastissima collezione di scarpe, per tutte le stagioni e tutte le occasioni d’uso. Ne abbiamo parlato proprio con il CEO dell’azienda, Emanuele Briganti, che ha voluto dare un suggerimento particolare a tutti gli imprenditori che intendono proiettarsi sui mercati internazionali…

Ci racconti brevemente la storia della sua azienda

Guido Maggi è un’azienda che affonda le sue radici in una antica tradizione di artigiani italiani della calzatura. Una storia fatta di passione, competenza e dedizione che ebbe inizio intorno ai primi anni del secolo scorso. Il mio bisnonno - Guido Maggi appunto - era un mastro calzolaio che coadiuvato da un gruppo di calzolai realizzava scarpe e stivali artigianali. Intorno alla metà degli anni ’50 la produzione venne dismessa a causa della sua morte ma la tradizione artigianale, a distanza di circa mezzo secolo, è stata ripresa con entusiasmo da me e da altri familiari. Attualmente l’azienda, oltre a tramandare orgogliosamente il nome del nostro avo, ne segue meticolosamente la filosofia e la cultura del lavoro.

Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della sua azienda sul mercato attuale?

Sono tanti gli uomini di bassa o media statura nel mondo che chiedono scarpe in grado di aumentare la statura in modo discreto ed invisibile senza dover rinunciare al comfort ed alla qualità. Le nostre scarpe, grazie ad un prodotto qualitativamente superiore ed innovativo, sono riuscite a rompere il monopolio dei prodotti industriali e standardizzati delle aziende asiatiche offrendo calzature realizzate con i pellami più nobili, i materiali più pregiati e tecniche artigianali consolidate come le cuciture Blake o Goodyear.

In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la sua azienda?

La scelta di andare sui mercati internazionali è scaturita dal fatto che noi ci rivolgiamo ad un target di persone ben preciso, in particolare quelle che hanno una statura “non alta” e che ovviamente si trovano in tutto il mondo. Dunque, per certi aspetti, proiettarsi sui mercati esteri è stata una necessità per la nostra azienda.

Quale metodologia d’ingresso ha adottato per fare business all’estero ed in quali mercati siete oggi presenti?

Abbiamo scelto la strada dell’innovazione adottando la strategia che consente di vendere tramite il web, vale a dire l’e-commerce. Crediamo, e i dati confortano la nostra scelta, che quello online sia il canale di vendita del presente e soprattutto del futuro.

Qual è il peso delle attività internazionali oggi sul suo business?

Oltre il 90% del nostro fatturato, proviene dalle vendite internazionali, il restante dal mercato interno. Guido Maggi – attraverso le sue boutique online vende le proprie scarpe rialzate direttamente al consumatore finale in più di 90 paesi al mondo, in particolare Stati Uniti, Canada e Paesi arabi. Un elemento molto importante è che le consegne dei nostri prodotti presso i clienti avvengono tassativamente in 48 ore.

Nel vostro percorso di espansione all’estero siete stati supportati da strutture pubbliche e/o da società di consulenza private?

Siamo stati supportati dall’ICE e da un’azienda privata che fornisce servizi di assistenza alle imprese che vogliono esportare. L’ultima fiera a cui abbiamo partecipato, in ordine di tempo, è stata quella del made in Italy di Tokyo dello scorso luglio.

Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

Abbiamo in particolare l’esperienza del Giappone: è stato tutto semplice, burocrazia inesistente al contrario di quanto avviene in Italia dove qualsiasi azione imprenditoriale incontra costantemente ostacoli e difficoltà.

Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?

Dal 1° dicembre 2016 è possibile immergersi nel mondo Guido Maggi grazie al primo showroom di scarpe rialzanti al mondo – aperto a Milano nella centralissima Brera, in via Fiori Chiari 18. Qui è possibile respirare un’aria intrisa di innovazione e tradizione e “ascoltare” le storie che ogni singolo paio di scarpe è capace di raccontare. Uno spazio espositivo nella città simbolo mondiale della moda che consente ai visitatori di ammirare e provare - in totale segretezza e discrezione - i tanti modelli della collezione. I prossimi passi per il 2017 sono l’apertura di uno showroom a Tokyo per rafforzare la nostra presenza in Giappone e a Lecce dove ha sede la nostra azienda.


Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?

Più che un consiglio mi permetto di dare un suggerimento: utilizzare le nuove tecnologie e il web, in particolare il canale di vendita e-commerce in quanto permette di raggiungere mercati lontanissimi in tempi rapidi.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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