Quando si decide di intraprendere delle relazioni commerciali con controparti appartenenti a diverse culture bisogna porsi in una sorta di zona franca, cercando di non giudicare e analizzare i comportamenti dell’altro da un punto di vista etnocentrico.

Il manuale “Il piccolo galateo islamico: consigli pratici per gestire le relazioni sociali e di affari con gli interlocutori musulmani del Medio Oriente” di Elena Toselli si presenta come una breve guida di base per chi non ha mai avuto modo di interfacciarsi con la cultura islamica, fornendo dei simpatici aneddoti relativi a svariate situazioni in cui si può incorrere.

L’autrice si è laureata alla LUISS – Guido Carli di Roma ed ha conseguito un Master sulle Piccole e Medie Imprese presso la SDA Bocconi di Milano. Attualmente lavora per il Ministero dello Sviluppo Economico con il compito di favorire i processi di internazionalizzazione delle imprese italiane. In passato si è occupata dei temi legati ai Fondi Strutturali Europei, alla responsabilità sociale d’impresa e alle strategie nazionali anticontraffazione. Nel 2015 ha pubblicato il volume “Le diversità convergenti. Guida alle certificazioni alimentari kasher, halal e di produzione biologica” per diffondere la conoscenza di questi strumenti e favorire il dialogo multiculturale. È ispettore del governo per il sistema di cooperazione nazionale.

Il volume fornisce un quadro basilare e vari spunti per non cadere in gaffe dovute alla mancanza di conoscenza del contesto sociale dei Paesi musulmani. Bisogna tuttavia sottolineare che alcuni dei comportamenti individuati dall’autrice, come non regalare alcool o carne di maiale, sono da evitare in tutti i Paesi musulmani perché direttamente riferibili al contesto religioso e dunque universali; altri consigli, invece, si riferiscono solo ad un determinato contesto sociale e culturale e non si riscontrano in tutti i Paesi del Medio Oriente.

Il libro è diviso in cinque parti: codice di abbigliamento, comportamenti in pubblico, business etiquette, ospitalità islamica, e accoglienza del turista musulmano.

I cinque capitoli esprimono brevemente in modo pratico il modello dell’antropologo nord-americano Hall che classificò la cultura araba come appartenente alle cosiddette High Context Culture, per le quali le informazioni non vengono trasmesse attraverso messaggi chiari, diretti ed espliciti ma devono essere dedotte dal contesto ed interpretate dal ricevente. Pertanto, è più probabile che una persona proveniente da una cultura di contesto high inizi una discussione con un’introduzione o con informazioni collaterali per inviare un messaggio implicito prima di arrivare all’argomento centrale e che faccia affidamento su un elaborato sistema di simboli, linguaggio del corpo, intonazioni del discorso, figure retoriche, metafore e significati e gesti impliciti. Inoltre, il fatto che la religione islamica sia fondata sull’ortoprassi ancor prima che sull’ortodossia, rende ancora più importante sapere come comportarsi, cosa dire o non dire quando si interagisce con la controparte musulmana, che sia per relazioni di business, viaggi o relazioni personali.

Detto ciò, bisogna stare molto attenti a non generalizzare troppo il contesto culturale. Soprattutto parlando di Islam è importante contestualizzarlo indicando dove, chi e quando, anche all’interno della stessa area mediorientale, che si estende dal Marocco all’Iran, inglobando dentro di sé diversi tipi di Islam, diverse lingue, diversi gruppi sociali e culturali.

Ne risulta che un musulmano marocchino non potrà avere le stesse abitudini e le stesse gestualità di un saudita: basti pensare che parlano due lingue diverse, hanno abitudini d’abbigliamento diverse, i loro paesi hanno governi diversi ecc.

Per non cadere dunque nella trappola di facili generalizzazioni, che per quanto possano aiutare a comprendere la diversità in tutta la sua complessità finiscono per condurci su interpretazioni fuorvianti, è importante allontanarsi da logiche etnocentriche e predisporsi al confronto/incontro con l’altro nella sua specificità.

In questo senso, il libro di Elena Toselli risulta essere un approccio iniziale alla cultura islamica, in particolare i Paesi del Golfo, fornendo al lettore le basi per comprendere i comportamenti ed il contesto sociale dove opera.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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