Australia: Terra di Opportunità per le Imprese Italiane

L’apertura dell’Australia al commercio internazionale, la presenza di una base di consumatori con un alto potere d’acquisto e un quadro politico e normativo stabile rendono il Paese un partner ideale per le imprese italiane che desiderano espandere la propria presenza sui mercati internazionali.
L’Australia è la 12esima economia più grande a livello mondiale e nonostante la sua popolazione rappresenti lo 0,3% di quella totale, conta per l’1,7% nell’economia globale.
Paese ricco di risorse naturali e caratterizzato da un elevato dinamismo economico, dal 1992 e fino allo scoppio della pandemia da COVID-19, l’Australia ha registrato tassi di crescita economica ininterrotta e al di sopra della media delle economie OCSE, con incrementi del 2-3% l’anno. Nonostante le complessità dello scenario geo-politico internazionale, si prevede che il PIL australiano nel 2024 sarà di circa 1.619 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto ai 1.625 miliardi di euro del 2023.
Principale driver dell’economia australiana è la domanda di risorse minerarie, energetiche ed agricole. Nel 2022 l’Australia si è confermata come la più grande produttrice mondiale di sabbie minerali di litio, zirconio e titanio, la 2° al mondo per produzione di cobalto, 4° per le terre rare e 7° per l’antimonio.
Le abbondanti riserve di risorse naturali e di energia sono affiancate da dinamici settori tecnologici, che offrono all’Australia un vantaggio competitivo sui mercati globali. La tecnologia, considerata nel suo complesso, contribuisce per un terzo al PIL del Paese. L’Australia è oggi una calamita per gli investimenti tecnologici in aree critiche, tra cui finanza, medicina e istruzione.
A questi fattori si aggiunge la crescita costante del settore dei servizi e gli investimenti pubblici, in particolare in infrastrutture e trasporti, oltre ad una politica fiscale e monetaria mirata a sostenere domanda e capacità di acquisto. Il governo australiano sta investendo 120 miliardi di dollari in 10 anni, a partire dal 2022-23, in infrastrutture e trasporti in tutta l’Australia come parte integrante del Programma di Investimenti in Infrastrutture. Il settore delle costruzioni (25% degli investimenti nazionali) verrà sostenuto anche dalla domanda immobiliare.
L’apertura dell’Australia al commercio, con i suoi 17 accordi di libero scambio e gli investimenti stranieri, è un altro elemento di attrattività da prendere in considerazione. Secondo l’Institute for Management Development, l’Australia è uno dei Paesi in cui è più facile fare affari, grazie all’elevato standard di: contesto normativo, tempo necessario per aprire un’impresa, sistema giudiziario e accesso al credito. Il successo dell’Australia si basa su istituzioni solide ma allo stesso tempo agili, capaci di formulare e attuare politiche valide, oltre che su di un sistema giuridico apprezzato, con un riflesso positivo sugli investimenti esteri.
Il mercato australiano, inoltre, si contraddistingue anche per la presenza di una base di consumatori mediamente alto-spendenti con un potere d’acquisto tra i più elevati al mondo. Secondo l’Economist Intelligence Unit (EIU), l’Australia è il nono mercato per reddito dei consumatori, con 6 milioni di famiglie che generano un reddito superiore a US$ 75.000 all’anno. L’EIU stima che il numero di famiglie ad alto reddito in Australia raggiungerà i 7,6 milioni entro il 2030.
L’Australia è un importante partner economico per l’Italia, rappresentando il 5° mercato di destinazione per l’export italiano nella regione dell’Asia-Pacifico (dopo Cina, Giappone, Corea del Sud e Hong Kong). Il valore delle importazioni dall’Italia nel 2023 ha superato i 5,2 miliardi di Euro, con un saldo positivo a favore del nostro Paese di oltre 4,4 miliardi di Euro. Per quanto riguarda i prodotti esportati, tra quelli con maggior peso in termini di valore, spiccano macchinari e apparecchi; prodotti alimentari e bevande; mezzi di trasporto; articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici; prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori.
In relazione agli investimenti diretti italiani in Australia, l’Italia mantiene una posizione marginale nella graduatoria dei Paesi investitori in Australia. Secondo i dati del DFAT, nel 2020 il flusso degli investimenti Italiani è stato pari a 904 milioni di dollari australiani, portando a 1,7 miliardi di dollari australiani il valore dello stock complessivo.
L’Ufficio ICE-Agenzia di Sydney ha rilevato la presenza di più di 230 aziende italiane che hanno investito in Australia, radicate in forma stabile e diretta nel mercato con impianti di produzione, filiali commerciali o uffici di rappresentanza e presenti in quasi tutti i settori: energetico e ingegneristico (ENI, Enel, Saipem, Prysmian, ecc.), infrastrutture e costruzioni (Webuild, Rizzani de Eccher, Ghella, ecc.), servizi finanziari (Intesa SanPaolo), moda (Zegna, Armani, Ferragamo, Max Mara, Tod’s, Gucci, Luxottica, ecc.), lusso (Ferrari, Maserati), fitness (Technogym), prodotti alimentari (Barilla, Lavazza, Campari, Gruppo Inalca, Ferrero, ecc.).
Se si confronta il quadro economico e i valori dell’interscambio e si tiene conto delle linee guida elaborate dalle autorità australiane, nonché delle aree che l’Italia considera prioritarie per il proprio export in generale, tra i settori con maggiori potenzialità in Australia si segnalano:
Ulteriori opportunità di cooperazione bilaterale possono essere perseguite in settori ad alto valore aggiunto, poiché le imprese italiane possono fornire tecnologie all’avanguardia ed un know-how consolidato, come ad esempio nel settore della farmaceutica, biomedicale e dispositivi medici, oltre che nei settori tradizionali del made in Italy come l’agroalimentare e la moda.
Per cogliere al meglio le opportunità offerte dal mercato australiano, è importante che le imprese italiane siano ben preparate e attuino una strategia di internazionalizzazione efficace, che tenga conto delle specificità del mercato e della concorrenza locale.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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