Il settore dei “biscotti” negli Stati Uniti

Il settore dei “biscotti” negli Stati Uniti

06 Giugno 2023 Categoria: Food & Beverage Paese:  USA

C’è un mercato potenzialmente molto interessante per i biscotti italiani negli Stati Uniti, ma attenzione alle diciture utilizzate per la commercializzazione e alla selezione delle varietà e dei gusti da esportare sul mercato a stelle e strisce.

I biscotti sono senza dubbio un prodotto che noi Italiani amiamo molto, e non è un caso che, stando alle statistiche, molti degli expat italiani in USA sentano la mancanza proprio dei loro biscotti preferiti più che di altri prodotti.

Sì, perché negli Stati Uniti il mercato dei “biscotti” è decisamente diverso da quello a cui siamo abituati in Italia.

Iniziamo con il dire che i biscotti di importazione più venduti in USA sono, in ordine, quelli messicani, quelli italiani e quelli giapponesi. E questo è un indicatore positivo per la domanda di biscotti Italiani negli Stati Uniti.

Ci sono però delle accortezze di cui dobbiamo tenere conto, in primis a livello di terminologia.

Spesso i biscotti italiani negli USA vengono commercializzati come “biscuits” o come “cookies”. Ma questi due termini non sempre sono adeguati:

  • Biscuits - mentre il termine biscuits può essere adeguato al mercato UK in cui possono effettivamente far riferimento a quelli che noi chiamiamo “biscotti”, non vale la stessa cosa per il mercato USA. In America infatti i biscuits indicano principalmente quelli che gli Inglesi chiamano scones. Si tratta di una specie di “focaccine” più dure fuori e morbide dentro, solitamente dolci. Nella cucina del Sud degli USA si trovano comunemente anche delle versioni salate che vengono principalmente utilizzate come accompagnamento alla colazione o altri piatti salati durante un pasto.
  • Cookies - sulla carta, questo termine fa riferimento ai classici cookies americani, ovvero quelli rotondi (che siano grandi o piccoli), piatti e spesso con gocce di cioccolato o uvette. Non si fa riferimento quindi ai “biscotti” in generale cosi come da noi intesi, principalmente perché nella tradizione USA manca la varietà di forme e ricette che caratterizzano la nostra offerta in questa categoria merceologica.

E la parola “biscotti”? Attenzione, perché in alcuni ambiti, negli USA, è diventata sinonimo di quelli che noi chiamiamo “cantucci”!

Tuttavia, “biscotti” resta una buona alternativa per nominare il proprio prodotto, soprattutto se accompagnata dalla tipologia specifica del biscotto in questione.

In assenza di alternative, possiamo spingerci ad utilizzare cookies che, sempre di più e grazie al crescente import nella categoria, sta passando a indicare una varietà di prodotti sempre più ampia.

Qualche dato sul settore dei biscotti negli Stati Uniti

Il settore dei biscotti sta riprendendo a crescere, dopo un biennio post-Covid difficoltoso e a poco più di un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina che hanno causato l’aumento del costo degli ingredienti principali: farina, zucchero e burro hanno infatti subìto un aumento medio dei prezzi di circa il 16, 9%.

Le proiezioni sono abbastanza positive per l’anno in corso, con una stima di 10, 4 miliardi di dollari di vendite per l’intera categoria, ed una crescita che si concentra soprattutto nelle fasce di prodotto più “naturali”.

Questo trend delnaturale” segue la tendenza per cui i consumatori attribuiscono sempre più importanza a:

  • ingredienti
  • valore nutrizionale
  • eco-sostenibilità del prodotto.

Sono sempre più ricercati, seguendo un trend trasversale alla maggior parte delle categorie merceologiche del food, anche i biscotti 100% vegetali e quelli che non contengono allergeni.

A livello di gusti, si sta registrando un consumo in crescita per quanto riguarda i biscotti “ripieni” e i biscotti ai cereali, mentre il consumo sta calando per i biscotti al burro e i famosi animal crackers (biscotti secchi a forma di animali, solitamente per bambini).

Quali sono, negli Stati Uniti, i momenti in cui si consumano più di frequente i biscotti?

  • il 16% dichiara di consumarli prevalentemente per colazione
  • il 7% durante la mattinata in generale
  • il 16% ne consuma a pranzo
  • il 36% durante il pomeriggio, come snack
  • il 2% a cena
  • il 23% dichiara di consumarli durante la serata in generale.

Restringendo il campione alla generazione dei Millennials e alla Gen Z, emerge che i biscotti sono preferibilmente consumati in momenti fuori dal pasto, specialmente la sera.

Per quanto riguarda gusti ed aromi per i prodotti della categoria, questi sono abbastanza diversi da quelli a cui siamo abituati in Italia. I più gettonati al momento sono infatti:

  • mirtilli
  • butter pecan (burro di noci pecan)
  • cannella
  • cocco
  • burro d’arachidi
  • plain, quindi l’impasto base senza aggiunta di altri aromi.

Insomma, per chi volesse esportare in USA i propri biscotti italiani, lo spazio c’è, ma va posta un’attenzione particolare alle diciture utilizzate per la commercializzazione del prodotto e alla selezione delle varietà e dei gusti da esportare sul mercato a stelle e strisce.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Aiko Lockmeyer, redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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