Crescita a Doppia Cifra per l’Export della Componentistica Automotive Italiana

Crescita a Doppia Cifra per l’Export della Componentistica Automotive Italiana

07 Dicembre 2023 Categoria: Meccanica & Mobilità

Continua  a riscuotere grande successo nel mondo la componentistica automotive made in Italy, che vanta un saldo commerciale positivo da oltre 20 anni e il cui export è cresciuto di quasi il 12% nel primo semestre del 2023.

Incremento a doppia cifra per l’export della filiera dei componenti per autoveicoli che, nel primo semestre 2023, con un valore di 13,3 miliardi di euro, cresce dell’11,9% rispetto a gennaio-giugno 2022, un valore ben al di sopra della media totale delle esportazioni nazionali che si ferma ad un incremento del +4,1%. Nello stesso periodo, si registra anche un incremento delle importazioni della componentistica (+12,5%) per un valore di 10,4 miliardi di euro. La bilancia commerciale mantiene quindi un saldo positivo di 2,94 miliardi di euro, con un avanzo di 1,94 miliardi di euro nel primo trimestre e 1 miliardo nel secondo. Mentre la bilancia commerciale dell’intero settore automotive italiano ha un saldo negativo, guardando alla sola componentistica il saldo è positivo da oltre 20 anni (6,3 miliardi di euro la media annua dal 2008 al 2022).

Le esportazioni del settore componenti rappresentano circa il 4,2% di tutto l’export italiano (4,2% anche al netto dell’energia), mentre le importazioni valgono il 3,4% (3,5% al netto dell’energia). Sia per l’export che per l’import risultano in rialzo quasi tutti i componenti – nello specifico gomma, suono, motori e parti meccaniche – mentre per quanto riguarda i componenti infotainment, diminuiscono le importazioni ed incrementano le esportazioni.

Il 2022, per la componentistica, si era chiuso con l’export a +7,1%, per un valore di 23,5 miliardi di euro, e con un saldo positivo della bilancia commerciale di 5,2 miliardi di Euro.

Nel periodo gennaio-giugno 2023, il valore dell’export è risultato in aumento verso tutti i maggiori Paesi dell’area UE+EFTA+UK, ad eccezione di Svizzera (-13%) e Finlandia (-14%). L’export della componentistica verso i Paesi UE27+UK vale invece 9,81 miliardi di euro (+17%) e pesa per il 73,8% di tutto l’export componenti (era 64,8% nel primo semestre 2022), con un avanzo commerciale di 2,33 miliardi di euro (era 1,97 miliardi nel primo semestre 2022.

La classifica dell’export per paesi di destinazione vede al 1° posto sempre la Germania, con 2,51 miliardi di euro (+10,9% la variazione tendenziale) e una quota del 21% sul totale; seguono Francia (11,6% di quota), Spagna (8,2%), Polonia (6,6%), USA (5,8%), UK (5,4%), Turchia (4%), Austria (3,5%), Brasile (3%) e Messico (2,7%). Le aziende italiane esportano verso il Nord America componenti per un valore di 1,18 miliardi di euro, in calo del 3,4%, con un saldo attivo di 827 milioni di euro. Il valore dell’export diminuisce del 12,7% verso gli USA, del 7,3% verso il Canada e aumenta del 26% verso il Messico. Le esportazioni italiane di componenti verso l’area Mercosur valgono 448 milioni di euro, in aumento del 3,4%, con un saldo positivo per 366 milioni di euro (era 389 milioni nel primo semestre del 2022).

Diversamente dal quinquennio 2017-2021 e in continuità con il 2022, il primo mercato asiatico di esportazione è il Giappone, che supera la Cina per un valore complessivo di 155 milioni di euro esportati (+5,6%), con un saldo negativo di 20 milioni. A seguire, la Cina (141,5 milioni di euro, +1,1%, con un saldo negativo di 669 milioni di euro), che è anche il quarto Paese di origine delle importazioni italiane (il primo è la Germania).

Per quanto riguarda invece l’export italiano di autoveicoli, nel primo semestre 2023, ha raggiunto il valore di 14,7 miliardi di euro, in aumento del 26% rispetto al primo semestre 2022, mentre l’import ha toccato i 20,4 miliardi di euro (+43%). Questo genera un saldo negativo della bilancia commerciale che ammonta a circa 5,7 miliardi di euro (erano 2,5 miliardi nel primo semestre 2022). Il forte disavanzo commerciale è come sempre determinato dall’elevata quota di penetrazione dei Costruttori esteri nel mercato italiano, a differenza dei mercati di Francia e Germania, dove la penetrazione dei costruttori esteri è di molto inferiore. In ogni caso, i volumi di autoveicoli che transitano in Italia in entrata e in uscita riguardano, ovviamente, non solo quelli di produzione domestica, ma anche quelli relativi ai flussi intra-aziendali di produzione estera e i veicoli reimportati.

L’indice della produzione della componentistica italiana è invece risultato in lieve calo (-0,8%) rispetto ai primi sei mesi del 2022. Si è trattato di un primo semestre che ha visto protrarsi quasi tutti i fattori di instabilità dell’anno precedente, con il prosieguo della crisi energetica, delle difficoltà di approvvigionamento e dei rincari delle materie prime – pur essendoci lasciati alle spalle il picco e con un lieve miglioramento nelle forniture di microchip – senza contare l’instabilità della situazione internazionale legata al perdurante conflitto in Ucraina, l’inflazione in crescita, l’indebolimento dell’economia tedesca e l’impatto delle strategie di insourcing messe in campo dai principali Costruttori.

Al tempo stesso, sono stati messi alcuni punti fermi nell’evoluzione della normativa europea sul settore, con il nuovo regolamento sulla riduzione delle emissioni di CO2 degli autoveicoli leggeri approvato a marzo – che decreta, di fatto, lo stop alle vendite dei veicoli con motore endotermico al 2035, sebbene ancora con alcuni elementi di incertezza legati all’impiego di e-fuels e biocarburanti.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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